AD UN ANNO DAL TERREMOTO WEWORLD ONLUS PRESENTA I RISULTATI E LE VOCI DELLA RINASCITA.

Il 22 settembre alle ore 5 del pomeriggio presso la sala mensa della Nuova Area del Gusto, delle Tradizioni e della Solidarietà di Amatrice.

 

DARE FIDUCIA ALLE PERSONE: QUESTO L’OBIETTIVO DEL PROGETTO DI “AIUTO DIRETTO” DI WEWORLD ONLUS.

Il 24 agosto 2016 un terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito l’Italia centrale causando 299 vittime e danni molto importanti a diverse città storiche (Amatrice, Arquata del Tronto, Accumoli, e Pescara del Tronto fra le tante). A questa prima scossa ne sono seguite altre, nei giorni e nei mesi successivi. A fine ottobre si è verificata una seconda sequenza sismica che ha interessato un’area più a nord di quella attivata ad agosto, causando nuovamente crolli e feriti. L’epicentro si è registrato a nord di Norcia (tra le città colpite Castelluccio di Norcia, Castelsantangelo sul Nera, Ussita e Visso) ma il tremore si è avvertito in varie parti d’Italia. Il terremoto del 30 ottobre è infatti l’evento più forte di tutta la sequenza in Italia centrale, ma anche il terremoto di magnitudo maggiore registrato dalla Rete Sismica Nazionale in Italia dalla sua nascita, nei primi anni ’80. La terza sequenza sismica di rilievo (superiore a 5.0) si è verifica a gennaio 2017, causando 29 vittime a seguito del crollo dell’Hotel Rigopiano di Farindola (PE) per una valanga causata dal terremoto.

L’area colpita dal disastro – di circa 1.100 chilometri quadrati - si estende tra Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. A una prima ricognizione si contavano 293 edifici storici danneggiati (di cui 50 crollati o in condizioni gravi) solo nel raggio dell’epicentro del sisma di agosto .

Per non parlare delle vittime: 328 persone decedute (incluse quelle causate da una valanga provocata dal sisma di gennaio), quasi 30.000 sfollati che hanno trovato riparo nei palazzetti dello sport, nei centri polivalenti, in strutture allestite ad hoc o alberghi messi a disposizione lungo la costa adriatica. I danni sono stati ingenti dal punto di vista economico, umano, fisico, psicologico, e sociale.

WeWorld Onlus è intervenuta nel settembre 2016 con un progetto di sostegno alla ricostruzione e alla ripresa delle attività lavorative, sociali ed educative delle popolazioni colpite, con particolare attenzione alle donne.

Dopo alcuni sopralluoghi iniziali ad Amatrice e dintorni volti ad analizzare i bisogni delle persone,  WeWorld Onlus  ha deciso di implementare un programma di Cash Transfer o Cash for Support che sostenesse prevalentemente  donne nella ripresa delle attività economiche, sociali e famigliari nella zona di Amatrice ed Accumuli.  

Ha dunque preso avvio il progetto “Aiuto diretto”, che come tutti i programmi di cash support ha i seguenti vantaggi:
-libertà di scelta da parte dei beneficiari su come impiegare l’aiuto
-la scelta è modificabile
-maggiore empowerment (autonomia) (specie dei gruppi sociali più svantaggiati)
-strumento più veloce e meno costoso delle forme tradizionali di aiuti
-salvaguardia della dignità delle persone
-riattivazione del mercato locale e delle relazioni economiche e sociali della comunità

Per contro si tratta di programmi che richiedono un rapporto molto stretto con i beneficiari e ed un attento monitoraggio.

Dal progetto ne è nato un libro SENZA QUEL GIORNO nel quale lo scrittore e regista Giuseppe Goisis e il fotografo Giovanni Diffidenti descrivono il loro incontro con tutte le persone raggiunte dal progetto “ Aiuto Diretto”. Il libro ed il progetto saranno presentati ad Amatrice il prossimo 22 settembre alle 5 del pomeriggio presso la Sala Mensa della nuova Area del Gusto, delle Tradizioni e della Solidarietà.

Le donne sostenute da WeWorld Onlus hanno richiesto cose concrete e immediatamente utilizzabili (l’auto, l’essiccatoio per la pasta fresca da vendere, etc.) ed altre meno tangibili, i cui benefici si avranno nel tempo (il corso di formazione, le spese per l’università). In questo si differenziano dagli uomini, che hanno richiesto soprattutto strumenti e attrezzature per la propria attività lavorativa.

Determinate e reattive, le beneficiarie del progetto sono tutte donne combattive, pronte a reagire tempestivamente al disastro, per sé stesse, per i propri figli e per l’intera comunità. Solidali nelle fasi dell’emergenza, esprimono la volontà di partecipare alla rinascita dei loro territori, pur nelle difficoltà della ricostruzione. Vale sempre la pena dare fiducia alle persone.