WeWorld è presente in Palestina dal 1992. Una presenza che si rinnova e si corregge anno dopo anno, per cercare nuove soluzioni a una crisi di lungo corso con l’obiettivo di attivare processi di sviluppo oltre l’emergenza.

Il contesto

La Palestina comprende attualmente le regioni della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, entrambe inglobate per gran parte entro i confini dello Stato di Israele e con le frontiere chiuse verso l’esterno.

Le due regioni sono frammentate politicamente a causa dell’assenza di un governo unitario e, geograficamente, a causa degli scarsi collegamenti esistenti, presidiati dai controlli militari israeliani. I territori della Cisgiordania, in particolare, a seguito degli Accordi di Oslo tra Palestina e Israele del 1995, sono stati suddivisi a loro volta in tre diverse aree - Area A, B e C - senza alcuna continuità territoriale, divise da innumerevoli posti di blocco, con controlli di sicurezza dell’Autorità israeliana che rendono estremamente difficoltosi l’accesso e la mobilità.

Una rete così frammentata di collegamenti ha progressivamente accentuato la separazione non solo geografica, ma anche economica, sociale e culturale di tutta la Cisgiordania.

La nostra risposta

Il nostro intervento è teso a promuovere una piena inclusione sia dei palestinesi residenti nell’Area C, sia di coloro che vivono nella Striscia di Gaza, promuovendo nuove forme di coesione sociale e territoriale che possano mitigare l’impatto depressivo in termini di sviluppo umano, sociale ed economico, conseguenza della frammentazione imposta dall’occupazione.

Siamo stati una delle prime organizzazioni umanitarie a firmare l’accordo quadro operativo per la realizzazione di progetti di emergenza nel 1993, all’indomani della nascita di ECHO, la Direzione Generale della Commissione Europea per gli Aiuti Umanitari.

Con i primi interventi di carattere sanitario che coinvolgevano le organizzazioni comunitarie di base, nel 1997 abbiamo costruito il primo centro trasfusionale nella Striscia di Gaza, ancora operativo, in collaborazione con la Banca Centrale del Sangue di Gaza.

Da quella data la partnership con l’Unione Europea per la realizzazione di progetti di cooperazione volti a mitigare la crisi umanitaria permanente consolidatasi negli anni ci ha consentito di realizzare progetti umanitari nel sud della Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

Insieme ai nostri partner locali abbiamo individuato nella difficoltà di accesso alle risorse idriche una delle criticità più urgenti e in questi anni abbiamo costruito e riabilitato più di 750 cisterne all’interno della comunità e delle scuole; realizzato e ripristinato oltre 150 pozzi e sorgenti; riabilitato decine di chilometri di strade rurali per garantire collegamenti tra le comunità e abbattere i costi di distribuzione dell’acqua per le aree non raggiunte dalle reti idriche; realizzato decine di chilometri di acquedotti per collegare le comunità non ancora servite.

Inoltre, tutti i nostri interventi sono accompagnati da campagne di sensibilizzazione e di capacity building, al fine di rendere la gestione da parte dei beneficiari di tutte le infrastrutture realizzate autonoma, sostenibile ed efficiente nel più breve tempo possibile.

Fin dai primi anni, il nostro e quello dei nostri partner nei territori Palestinesi occupati è stato di garantire alle comunità palestinesi di queste zone la copertura di tutti i bisogni primari minimi.

Un intervento che si rinnova e si corregge anno dopo anno, per cercare nuove soluzioni a una crisi di lungo corso con l’obiettivo di attivare processi di sviluppo oltre l’emergenza.