WeWorld ha supportato con entusiasmo le manifestazioni che nelle ultime settimane si sono svolte in molte città italiane a favore del referendum sulla cittadinanza, per ribadire che un’Italia più giusta, inclusiva e coesa è possibile.
Lo hanno affermato con forza le cittadine e i cittadini che, nel weekend appena trascorso, hanno preso parte a questi appuntamenti organizzati in numerose città. Protagoniste e protagonisti simbolici dell’iniziativa sono stati le bambine e i bambini che, nelle piazze, hanno disegnato e colorato insieme la bandiera del Referendum Cittadinanza. Un gesto semplice ma potente, capace di esprimere un messaggio chiaro: il futuro dell’Italia passa dal riconoscimento di tutte le sue figlie e tutti i suoi figli, a prescindere dalla loro origine.

Promossa da una vasta rete di organizzazioni – tra cui ActionAid, Amnesty International, Cittadinanzattiva, COSPE, Oxfam, Save the Children, noi di WeWorld e molte altre realtà impegnate nella tutela dei diritti – l’iniziativa, che proseguirà nelle prossime settimane in altri territori, vuole riportare al centro del dibattito pubblico il diritto di appartenenza e la necessità di una legislazione che riconosca ciò che nella vita quotidiana è già evidente: l’integrazione reale e profonda di migliaia di persone nella comunità italiana.

In questo momento storico, in cui tante parti del mondo sono sconvolte da conflitti ingiusti e disumani, e in cui paura e diffidenza minacciano le nostre società, l’Italia può dare un segnale diverso scegliendo il dialogo, la partecipazione e affermando un principio essenziale: chi cresce in Italia, chi condivide i nostri valori e la nostra vita quotidiana, fa parte della nostra comunità.

Tutte le bambine e tutti i bambini si disegnano allo stesso modo, ma non tutte e tutti sono uguali davanti alla legge. Questo è il paradosso che l’attuale normativa sulla cittadinanza continua a perpetuare. La legge attuale, infatti, risalente al 1992, non riflette più la realtà di un Paese profondamente cambiato. Mantiene esclusi tantissimi giovani nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri, limitandone le opportunità di integrazione, partecipazione e sviluppo personale. Il referendum dell’8 e 9 giugno rappresenta un’occasione fondamentale per colmare questo divario tra norme e vita quotidiana, riconoscendo i diritti di chi vive stabilmente nel nostro Paese e riaffermando il principio di uguaglianza su cui si fonda una democrazia inclusiva.