Scuole aperte a singhiozzo, DAD e mancanza di strumenti lasciano nei ragazzi e nelle ragazze profonde perdite di competenze, ma anche segni psicologici indelebili, di cui non ci si sta occupando in maniera integrata. È necessario ripensare il sistema scolastico per una scuola più inclusiva: 3 proposte per la scuola che vorremmo

In questi ultimi due anni, le scuole aperte a singhiozzo, la DAD e la scarsità di strumenti di sostegno agli studenti e studentesse, alle famiglie e alle scuole hanno comportato, da un lato, profonde perdite di competenze nei ragazzi e nelle ragazze, dall’altro hanno inciso – e stanno ancora incidendo - sulla salute mentale degli studenti, sulle loro relazioni sociali, sulla loro quotidianità dentro e fuori la scuola, generando uno stress che è lasciato ancora una volta solo sulle spalle delle famiglie e dei singoli insegnanti - dice Elena Caneva, coordinatrice Area Advocacy e Centro Studi di WeWorld. “La scuola sta rispondendo all’emergenza che questa nuova ondata ci ha costretto ad affrontare, ma è necessario anche in questo momento mettere in campo soluzioni e buone pratiche per garantire un’istruzione di qualità, accessibile a tutti e tutte (anche attraverso le tecnologie), che non lasci indietro nessuno. La scuola deve pensare al futuro oltre l’emergenza”.


Per sostenere genitori, insegnanti, ragazzi e ragazze nel rientro in classe in un periodo complesso anche dal punto di vista emotivo e psicologico, WeWorld mette a disposizione il Vademecum "TORNARE A SCUOLA" realizzato insieme al medico e psicoterapeuta Alberto Pellai. Un testo semplice per adolescenti, insegnanti e genitori con consigli dedicati per affrontare al meglio la ripartenza. A chiudere il documento anche 5 campanelli d’allarme da non sottovalutare per capire quando chiedere aiuto se si ha l’impressione che nostro figlio o figlia stia soffrendo o attraversando un disagio superiore alle nostre capacità di gestione.

Quest’anno la giornata internazionale dell’Istruzione - istituita dalle Nazioni Unite e che si celebra ogni anno il 24 gennaio - ha avuto come tema “Cambiare Rotta, trasformare l’istruzione”. E della necessità di un cambiamento profondo WeWorld è fermamente convinta: l’educazione è prima di tutto fare esperienza, è necessario quindi avere una scuola ripensata e accogliente in cui ragazzi e ragazze siano protagonisti attivi dei processi di apprendimento per sperimentare metodi alternativi alla lezione frontale, favorire lo sviluppo delle competenze interpersonali e sfruttare le opportunità offerte dalla tecnologia per supportare nuovi modi di insegnare e apprendere.

Per questo le nostre 3 proposte per innovare la scuola nascono per mettere al centro gli studenti e le studentesse, e proporre soluzioni per superare quei problemi strutturali che caratterizzano la scuola italiana:

  1. Estensione obbligo d'istruzione dalla fascia 6-16 alla fascia 3-18, garantendo i benefici dell’educazione della prima infanzia a tutti i bambini/e, con conseguenze positive nel lungo periodo negli apprendimenti e nelle performance educative nei successivi ordini di scuola.
  2. Rimodulazione del calendario scolastico, con la riduzione delle vacanze estive e l’inserimento di vacanze distribuite in maniera più uniforme durante l’anno scolastico, in modo da garantire maggiore continuità didattica e relazionale e quindi prevenire l’abbandono scolastico.
  3. Introduzione della figura del “Dirigente del tempo extra-scuola”, incaricato del potenziamento dell’offerta formativa e dell’organizzazione di attività extracurricolari, in collaborazione con il Terzo Settore per accrescere le opportunità di apprendimento e di crescita personale di bambini, bambine e ragazzi, specie dopo le privazioni dovute ai ripetuti lockdown.

LEGGI TUTTE LE NOSTRE PROPOSTE

Lo scoppio della pandemia e le sue conseguenze sul sistema educativo italiano hanno aggravato problematiche che però erano già ben presenti nel nostro Paese. La DaD, in particolare, ha evidenziato le carenze del sistema scolastico, spingendoci a riflettere su come migliorare l’accesso alla conoscenza, la qualità dell’apprendimento e la riduzione delle disuguaglianze.

L’educazione, però, non si limita alla collocazione fisica di studenti e studentesse tra le mura degli istituti scolastici. L’esperienza educativa, si estende anche al di fuori attraverso tutta quella serie di attività extra-scolastiche (sportive, associative, culturali ecc.) che permettono lo sviluppo di altre competenze. Dopo due anni di pandemia, l’esperienza educativa non può continuare a chiudersi su sé stessa, limitandosi alla sola lezione in aula. Tornare in classe, in presenza, è stato fondamentale, ma non è ancora sufficiente. Sostenere il Terzo Settore e le attività portate avanti nell’ambito dell’extra-scuola, sarà sempre più imprescindibile.