

A seguito del cessate il fuoco dell’ottobre 2025, la situazione a Gaza rimane estremamente fragile e instabile.
Nonostante la tregua, le ostilità e diverse forme di violenza continuano, insieme a massicci spostamenti della popolazione: secondo l’OCHA e l’Ufficio del Primo Ministro palestinese, centinaia di migliaia di persone sono state nuovamente sfollate dopo il cessate il fuoco, molte delle quali tentano di tornare verso nord in aree ancora in gran parte inabitabili.
Il 96% delle famiglie è stato sfollato almeno una volta dall’ottobre 2023, e in media ogni nucleo familiare ha cambiato luogo di residenza sei volte (UNICEF, settembre 2025). La maggior parte delle famiglie sfollate vive in rifugi di fortuna o danneggiati, con accesso limitato ad acqua, servizi igienico-sanitari ed elettricità.
Sebbene alcuni mercati abbiano riaperto nell’Area Centrale e a Khan Younis, i prezzi dei beni essenziali restano di diverse centinaia di punti percentuali superiori rispetto al periodo del cessate il fuoco di febbraio.
La disponibilità di cibo, carburante e prodotti per l’igiene rimane fortemente limitata, e alcune categorie, come gli articoli per neonati, risultano quasi del tutto introvabili. Secondo l’UNICEF, il 55% delle famiglie ha esaurito le scorte di cibo per i bambini nell’ultima settimana, e la malnutrizione e l’insicurezza alimentare infantile stanno peggiorando: il 18% delle famiglie ha riferito che i propri figli hanno trascorso un’intera giornata senza cibo.
Il cessate il fuoco dovrebbe consentire l’ingresso di aiuti tanto attesi in quantità molto maggiori, ma ciò non si è tradotto in una reale stabilità. L’incertezza sulla sua durata, unita a persistenti ostacoli di accesso e coordinamento, continua a ostacolare l’ampliamento dell’assistenza salvavita.
Gli aiuti in Palestina: come agiamo
In questo contesto, manteniamo interventi flessibili e multisettoriali, in particolare nei settori dell’acqua, dell’igiene e della sanità, oltre che dell’istruzione, per rispondere ai bisogni più urgenti e prepararsi a un futuro altamente incerto. Nuove aree di insediamento per gli sfollati vengono identificate per garantire che le persone più vulnerabili ed emarginate ricevano assistenza umanitaria.
Un sostegno continuo rimane essenziale per evitare un ulteriore deterioramento della crisi umanitaria e per gettare le basi di una ripresa, non appena le condizioni lo permetteranno.
Siamo presenti in Palestina da oltre trent’anni, dal 1992, per cercare nuove soluzioni a una crisi di lungo corso con l’obiettivo di attivare processi di sviluppo oltre l’emergenza, rispondendo ai bisogni che evolvono nel tempo.
Insieme a partner locali e internazionali, abbiamo avviato interventi umanitari e di sviluppo, garantendo alle comunità palestinesi la copertura di tutti i bisogni primari minimi: accesso all’acqua pulita e potabile e ai servizi igienico-sanitari e protezione tramite riabilitazione di infrastrutture, riutilizzo di acque reflue, distribuzioni di kit igienici o di acqua tramite camion cisterne; parità di genere, sicurezza alimentare e accesso alla salute; accesso a mezzi di sussistenza, all’istruzione e in generale condizioni di vita degna.
Il nostro impegno è fondamentale per garantire diritti fondamentali, inclusione e coesione sociale alle comunità palestinesi, andando oltre l’emergenza e costruendo percorsi di futuro.