“Non sapevo cosa stesse succedendo. Non potevo parlare, guardavo mentre lo facevano a mia sorella. Presto sarebbe stato il mio turno, non potevo permettere che mi strappassero il corpo”. È questo il verso di apertura della poesia “FGM, una pratica selvaggia”, condivisa in occasione della Giornata Internazionale della tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili del 6 febbraio e scritta da alcune ragazze che frequentano la scuola elementare di Sintakara, in Kenya.

L’istituto è infatti coinvolto nel nostro programma nazionale per contrastare le mutilazioni genitali femminili (FGM) e i matrimoni precoci, attraverso il capacity building e l’empowerment delle studentesse sin dai primi livelli di istruzione.

In Kenya infatti - nonostante quella delle FGM sia una pratica vietata dal 2011 - si stima che il 21% delle ragazze e delle donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni siano state sottoposte alla pratica, soprattutto nelle comunità somala, maasai e kisii (prevalenti nelle contee di Narok, Migori e Isiolo, dove lavora WeWorld). Un dato, ad oggi, non solo invariato rispetto agli scorsi anni ma destinato a peggiorare a causa della pandemia da Covid-19.

Temiamo ci sia del sommerso – spiega Annarita Spagnuolo, rappresentante Paese in Kenya per WeWorld – Il problema infatti non solo persiste ma si è acuito durante la pandemia. Le scuole, che per noi sono il primo presidio di controllo e il luogo in cui facciamo sensibilizzazione, sono state chiuse per molti mesi nel 2020. La mancanza di un presidio educativo così importante ha avuto il suo impatto: il Paese si è concentrato sulla lotta alla diffusione della pandemia e si è abbassata la guardia su altri aspetti, come gli abusi e le violenze contro bambine e donne che invece sono aumentati”.

“Li ho guardati saltare, saltare e ululare, così felici di loro stessi. No, no, no questo non mi accadrà”, continua la poesia scritta dalle ragazze. Tra le nuove generazioni c’è molta più consapevolezza dei rischi che si corrono subendo le FGM. Durante la circoncisione e in seguito, infatti, le ragazze possono avere vari effetti collaterali come sanguinamento eccessivo, anemia e difficoltà a urinare, e combinate con gravidanze pre-adolescenziali e una grave carenza di servizi per un parto sicuro, le FGM contribuiscono alla morte di 510 madri ogni 100.000 nascite (in Italia riguarda solo 4 donne su 100.000). Inoltre quella delle mutilazioni genitali femminili è una pratica strettamente connessa all’istruzione: una volta praticato il taglio le ragazze saranno considerate pronte per diventare spose e questo comporta spesso un matrimonio precoce con il conseguente abbandono degli studi. È fondamentale quindi non abbassare la guardia perché in questi ultimi 15 anni si è lavorato molto su questo problema ottenendo risultati importanti, sui quali è necessario non fare passi indietro.

Non sono stata sottoposta alle mutilazioni genitali femminili perché mio padre, dopo aver frequentato un corso di sensibilizzazione, ha compreso i rischi che correvo e si è opposto – racconta Purity, attivista insieme a WeWorld oggi in Kenya – Grazie a lui anche io mi sto impegnando per portare avanti un lavoro di sensibilizzazione nella mia comunità, per raccontare alle giovani ragazze le complicanze sanitarie di questa pratica, e non solo. Se questa pratica venisse del tutto eliminata, le ragazze potrebbero continuare gli studi e completare la loro istruzione senza incorrere in matrimoni, gravidanze precoci o complicazioni sanitarie”.

Sono fuggita come una gazzella inseguita da un leone – si conclude la poesia -. So che sperano ancora di prendermi, ma no, no, non io, io resterò una donna completa. Le FGM sono un atto spietato, non per questa generazione”.

La poesia

FGM: UNA PRATICA SELVAGGIA

Non sapevo cosa stesse succedendo, ma la mia coscienza mi avvertiva di un pericolo.  
Non potevo parlare, mi limitavo a guardare mentre lo facevano a mia sorella,

Presto sarebbe stato il mio turno, non potevo aspettare.  
Non potevo permettere che mi strappassero il corpo,  
Le FGM sono un atto spietato, non per questa generazione.  

Li ho guardati saltare, saltare e ululare, così felici di loro stessi  
No, no, no questo non mi accadrà, sul mio cadavere 
Prometto a me stessa, mia madre, mia zia, ti prego nonna, salvami  
Le FGM sono un atto spietato, non per questa generazione. 

Le mie gambe si sono fatte leggere, molto leggere, sono fuggita e svanita nell'aria sottile, come una gazzella inseguita da un leone  
Ho corso e corso e corso all'inseguimento della mia dignità, non mi hanno preso, 
So che sperano ancora di prendermi, ma no, no, non io, io resterò una donna completa.  
Le FGM sono un atto spietato, non per questa generazione. 

WeWorld in Kenya

WeWorld è presente in Kenya dal 2009. Lavoriamo nei settori della sicurezza alimentare, protezione dei diritti dell’infanzia, educazione, e salute. In Kenya contribuiamo a porre fine alle FGM e ai matrimoni precoci attraverso il capacity building e l’empowerment delle studentesse sin dai livelli primari di istruzione, e allo stesso tempo rendendo disponibili le informazioni sui danni di tali pratiche regressive a tutta la comunità attraverso la creazione di consapevolezza e sensibilizzazione. Il nostro intervento ha l’obiettivo di migliorare la qualità dell’istruzione e incoraggiare il maggior numero possibile di bambine e bambini a frequentare la scuola e sperare in un futuro migliore. Bambine e ragazze consapevoli dei propri diritti sono maggiormente in grado di influire sul proprio destino, chiedere aiuto e rivolgersi a insegnanti per essere supportati di fronte a famiglie che propongono un matrimonio forzato o una FGM come rito di passaggio. Parallelamente facciamo un capillare lavoro di prevenzione con le famiglie e i capo tribù per proporre riti alternativi di passaggio per le ragazze a rischio di FGM e matrimoni precoci. Ai genitori offriamo anche formazione professionale, corsi introduttivi di alfabetizzazione per adulti e accesso a piccole attività generatrici di reddito per fornire loro nuove opportunità di lavoro. Nelle tre contee in cui lavoriamo, garantiamo anche che i bambini sotto i 5 anni siano vaccinati contro le malattie più comuni e che gli vengano somministrate vitamina A e sverminanti contro la malnutrizione. Inoltre ci assicuriamo che i bambini affetti da HIV abbiano accesso ai servizi sanitari, fornendo loro supporto medico e psicologico.