A oltre 630 giorni dall’inizio del conflitto, sebbene alcuni scorci di stabilità siano temporaneamente emersi in certe aree del paese, la situazione in Ucraina rimane estremamente difficoltosa, specialmente nelle regioni sud-orientali della linea del fronte.

È del 13 di novembre l’ultimo, indiscriminato attacco che ha preso di mira la città di Kherson, nel sud del paese. Nel pomeriggio, l’attacco missilistico ha colpito il centro della città, distruggendo case e un ospedale. Questo attacco è l’ultimo di una lunga serie che nelle ultime settimane hanno colpito incessantemente le regioni meridionali del paese, ed è anche l’ultimo di più di 1.300 attacchi condotti contro strutture sanitarie in tutto il paese dall’inizio dell’invasione. Solo pochi giorni prima, 150 pazienti erano stati evacuati da uno degli ospedali della città proprio a causa dei continui bombardamenti e della conseguente difficoltà nel garantire un continuo approvvigionamento energetico e lo spostamento dei pazienti più vulnerabili nei rifugi durante gli attacchi. Ad oggi, nelle zone del fronte meno della metà degli ospedali è rimasto operativo.

A Odessa i bombardamenti si sono ulteriormente intensificati dopo la cessazione dell’Iniziativa del Mar Nero avvenuta a luglio, andando a colpire strutture portuali e riserve di grano, ma anche strutture e navi civili, come successo ad inizio novembre. Questo con conseguenze gravissime non solo per l’economia ucraina, ma anche per i milioni di persone in tutto il mondo afflitte dalla mancanza di cibo.  

Nelle regioni orientali del paese i bombardamenti continuano ad essere all’ordine del giorno. Nella città di Kharkiv, la seconda più grande del paese, e nella regione omonima, molti edifici residenziali e amministrativi – incluse scuole e ospedali – sono stati danneggiati dai frequenti attacchi missilistici. E la situazione è ancora più complessa per l’oltre mezzo milione di sfollati (tra sfollati interni, provenienti soprattutto dalle zone occupate o dalle città evacuate in prossimità del fronte, e rifugiati rientrati in Ucraina) che vivono nella regione. Queste aree sono inoltre densamente minate, a causa dell’altissimo numero di ordigni esplosivi disseminati durante i combattimenti e a fortificazione della linea del fronte. Non solo intere aree agricole sono quindi totalmente inagibili, ma la vita di adulti e soprattutto bambini e bambine (che specie nelle aree rurali sono soliti giocare in spazi potenzialmente minati) è gravemente in pericolo.

Non è solo l’impatto fisico dei bombardamenti ad essere visibile nelle città e nei paesi ucraini; è evidente anche l’impatto mentale che questi hanno avuto e continuano ad avere sulla popolazione. Intere comunità hanno testimoniato la distruzione delle loro case, la perdita di familiari e amici, la mancanza cronica di beni e servizi essenziali. Scuole e asili (quasi 4.000 strutture in tutto il paese, riporta HRW, Human Rights Watch) sono stati danneggiati o distrutti, mettendo a repentaglio la possibilità per bambini, bambine e adolescenti di accedere a servizi educativi di qualità.

  • Inverno a Irpin, Oblast di Kyiv
  • Inverno a Irpin, Oblast di Kyiv

E ora, con l’arrivo dell’inverno, la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente, poiché migliaia di famiglie dovranno fronteggiare ulteriori difficoltà nel riscaldare le proprie (spesso danneggiate e non adeguatamente isolate) abitazioni e ripararsi dalle rigide temperature. Nelle regioni del fronte come altrove, l’abbassarsi delle temperature sta portando con sé un aumento degli attacchi sulle infrastrutture energetiche. I già danneggiati impianti elettrici, idrici e di riscaldamento saranno quindi sottoposti a ulteriore stress, lasciando potenzialmente milioni di persone senza elettricità, gas e acqua. A questo si aggiunge la difficoltà (o in certi casi impossibilità) per molti di reperire beni, quali vestiti e accessori invernali.

WeWorld, assieme ai suoi partner locali, è attiva nelle zone di Kyiv, Kherson, Mykolayiv e Kharkiv per portare aiuto umanitario alla popolazione afflitta dal conflitto. In prossimità delle aree di combattimento, WeWorld sta portando avanti interventi multisettoriali per i più vulnerabili: supporto psicosociale per adult, bambini e bambine ed educazione e sensibilizzazione sui rischi derivanti da mine e ordigni inesplosi. Nel settore WASH (acqua, servizi sanitari e igiene), WeWorld è impegnata nella riabilitazione di strutture quali serbatoi idrici a torre, servizi igienici, sistemi di filtraggio dell’acqua e impianti idrici di centri in centri medici e di riabilitazione. WeWorld sta inoltre fornendo ai gruppi più vulnerabili assistenza finanziaria indirizzata in particolare a sostenere le famiglie con problematiche legate ai settori di Protezione e Salute. Infine, WeWorld sta contribuendo attivamente alla risposta umanitaria di preparazione all’inverno, tramite la distribuzione ai più vulnerabili di legna e stufe elettriche, ma anche di kit invernali comprendenti, tra gli altri, giacche, maglioni, scarpe, guanti e coperte.  

Fonte dei dati: OCHA, reliefweb.int