Questo articolo è stato redatto insieme ad alcune partecipanti del percorso formativo-capacitante Be A Change Maker per raccontare il protagonismo giovanile durante la Festa Spaziale  
Articolo a cura di Francesca Rallo e Sabrina Vellucci

All’interno della WeWorld Academy, un evento partecipativo nei pressi dell’ex Caserma Sani per rivendicare il diritto agli spazi urbani e al verde pubblico condiviso. 

Il 13 giugno, all’interno della nostra WeWorld Academy, un gruppo di giovani, insieme alla Campagna Resistenze Spaziali e altre realtà del quartiere Bolognina, ha organizzato la Festa Spaziale: un’iniziativa volta a riattivare l’ex Caserma Sani di Bologna, restituendo uno spazio simbolico alla comunità, e a sensibilizzare sull’importanza della gestione collettiva e partecipata dei luoghi pubblici e del verde urbano.  

Un evento di rigenerazione urbana, pensato come momento di aggregazione sociale, culturale e artistica per immaginare un futuro comune attorno a un’area finora inaccessibile. 

Il diritto di rivendicare un uso cittadino degli spazi e del verde pubblico

L’evento ha coinvolto oltre 300 persone ed è stato strutturato per offrire esperienze coinvolgenti e tematiche di impatto sociale e ambientale, tra cui:  

  • passeggiate urbane, con visite guidate per far conoscere il quartiere, con la sua storia e i suoi sviluppi più recenti;  
  • laboratori artistici, tra cui flamenco e arte partecipativa (CULTUM), pensati per favorire l'espressione individuale e collettiva.  
  • un workshop sulla manipolazione delle informazioni;  
  • un laboratorio per la produzione di bombe di semi di piante selvatiche per rinverdire giardini abbandonati,  

La festa ha offerto anche spazi assembleari e di restituzione in cui le persone si sono confrontate sulle tematiche cardine dell’evento. Il tutto corredato da alcuni banchetti di Campi Aperti e musica dal vivo

L’obiettivo della giornata era chiaro: mostrare alla cittadinanza uno spazio che ormai è parte del “sottofondo paesaggistico”, per coltivare una sensibilità di appropriazione e valorizzazione degli spazi pubblici. 

Da dove nasce la Festa Spaziale 

L’iniziativa rientra nelle attività della IV edizione di “Be A Change Maker” promossa dal progetto HYPE e parte della WeWorld Academy:  Quattro appuntamenti promossi in collaborazione con D(i)ritti alla città – Rete per gli spazi pubblici, per rafforzare l’attivismo giovanile sui temi della giustizia sociale e ambientale.  

Tema dell’edizione di quest’anno è stata la partecipazione cittadina degli spazi pubblici e del verde urbano, con un focus su quegli spazi della città abbandonati su cui gravano progetti di privatizzazione.

I quattro incontri organizzati tra marzo e aprile 2025 hanno coinvolto giovani in attività come passeggiate urbane, giornate di formazione e momenti di confronto con esperti/e, attivisti/e e speaker istituzionali. Per approfondire è possibile leggere l’articolo dedicato

Durante i laboratori, il gruppo di circa 20 partecipanti ha elaborato proposte concrete di solidarietà locale e sensibilizzazione: da qui è nata l’idea di trasformare l’ex Caserma Sani in una festa di quartiere aperta a tutta la cittadinanza.  

La formula della festa di quartiere è diventata lo strumento perfetto per generare uno spazio conviviale e creativo, fatto di momenti di confronto e possibilità per tutte le età.  

Cosa dicono le persone 

Durante la Festa Spaziale, sono emersi spunti significativi sulle necessità di chi vive a Bologna. Nel laboratorio artistico partecipativo CULTUM, le persone che hanno partecipato hanno potuto lasciare tracce di ciò che sperano di vedere — e di quello che vorrebbero evitare — oltre il muro dell’ex Caserma Sani.  

L’idea delle artiste che hanno tenuto il laboratorio, Daniela Iurato e Ilaria Roncucci, nasce così: 

“I Latini, per indicare l’atto di curare, usavano il termine colere, da cui deriva cultum, l’origine del termine cultura. Cultura significa “stare sul campo”, farlo fiorire, sentire il bisogno di coltivarlo e sudare per farlo crescere. È conoscere bene i semi, i solchi della terra, per piantare idee e vedere in quelle idee il cambiamento di cui abbiamo bisogno.” 

Da questo concetto si sono generati due spazi creativi in cui, attraverso il collage e la scrittura, si è dato voce ai pensieri di chi vive quotidianamente la città. 

Forte e presente in ogni restituzione è la volontà, l’urgenza, di uno spazio pubblico e inclusivo, “di tutte e tutti, per tutte e tutti”. Le idee sono tantissime e creative: l’ex Caserma Sani per le persone di Bologna dovrebbe diventare uno spazio aggregativo e di condivisione, verde, con tanti alberi, fiori e orti, che possa accogliere attività ricreative e culturali, ma anche dare respiro dal caos urbano, con delle aree dedicate alla quiete, al riposo.  

Bologna è una città che accoglie persone e idee. Ciò che ci auguriamo è che le istanze della Festa Spaziale vengano raccolte dalle istituzioni. Non solo la volontà di immaginare delle città diverse, ma anche di fornire gli strumenti per poterle effettivamente vivere in modo diverso, quelle città.  

Vorremmo, anche se può sembrare poetico, invitare le istituzioni a guardare oltre il muro, come abbiamo fatto noi il 13 giugno, come atto di contemplazione e resistenza al tempo stesso.  

Quale futuro per le nostre città? 

Il futuro che immaginiamo è fatto di città più giuste, vive, accessibili e verdi. Alle persone a noi coetanee (e non solo), consigliamo di partire da ciò che hanno più vicino, come il proprio quartiere, e di non aver paura di creare rete: solo così ci si accorge di non essere solə nel desiderare un’alternativa.  

La giustizia sociale e ambientale nasce da relazioni, dialoghi e conflitti costruttivi. Nel futuro immediato continueremo a prenderci cura dei nostri spazi, a costruire reti, a sostenere chi difende la città in quanto spazio pubblico e luogo in cui restare, respirare e crescere insieme. 

La convergenza tematica con la campagna “Resistenze Spaziali” — composta da D(i)ritti alla città, Comitato Besta, Legambiente, Extinction Rebellion,Greenpeace gruppo locale di Bologna, Cobas Bologna, Unione Sindacale ItalianaUSI-CIT ed è aperto ad adesioni di gruppi, associazioni, cittadini e cittadine - che si oppongono alla privatizzazione e difendono il valore pubblico degli spazi — ha permesso di creare una rete ampia.  

La festa è stata resa possibile, inoltre, dalla partecipazione degli aderenti alla campagna, insieme a Bologna for Climate Justice, Collettivo a.mano, Campi Aperti e altre realtà del quartiere.