Il progetto fotografico sugli effetti della crisi climatica in Mozambico nasce da una nostra collaborazione con Giulia Piermartiri ed Edoardo Delille

Dal 17 luglio al 2 novembre, il festival internazionale Cortona On The Move ospiterà la mostra Atlas of the New World della fotografa Giulia Piermartiri e del fotografo Edoardo Delille: un progetto fotografico potente e necessario che esplora l’impatto della crisi climatica globale attraverso immagini coinvolgenti e innovative. 

La mostra è il risultato di un lavoro pluriennale, composto da più capitoli, che documenta – con una tecnica visiva sperimentale – scenari drammatici ma sempre più plausibili: cosa accadrà se non vengono adottate misure efficaci per contrastare gli effetti della crisi climatica.  

In mostra anche “Africa Blues. Mozambico nel 2100” 

Parte integrante della mostra sarà “Africa Blues. Mozambico nel 2100”, nato nel 2022 dalla nostra collaborazione con Piermartiri e Delille – vincitori del Premio Ponchielli 2024 - in Mozambico. Qui, da oltre 20 anni lavoriamo con progetti di sviluppo e sostegno nelle emergenze, e supportiamo le comunità nel contrasto agli effetti più radicali della crisi climatica.  

Africa Blues nasce con l’obiettivo di mettere al centro i volti e le storie di chi vive ogni giorno le trasformazioni profonde del proprio territorio, causate dai cambiamenti climatici. Lo fa utilizzando un linguaggio visivo unico: le fotografie combinano scene di vita quotidiana con diapositive di come quei luoghi potrebbero apparire nel 2100, trasformati dalla crisi climatica.

Piermartiri e Delille hanno realizzato le opere dopo aver trascorso più di due settimane con i nostri operatori e le nostre operatrici in Mozambico, raccogliendo testimonianze e immagini per costruire un racconto che ci proietta in un futuro sempre meno lontano – e sempre più urgente da evitare. 

La crisi climatica in Mozambico  

La scelta del progetto è ricaduta proprio sul Mozambico perché è al terzo posto nella classifica dei Paesi africani, per calamità ambientali. Pur contribuendo solo al 5% delle emissioni inquinanti, l’Africa è il continente che paga il prezzo più alto della crisi climatica in atto.  
 
Il Mozambico, in particolare, soprattutto lungo la sua costa di quasi 2.500 km, è uno dei Paesi più vulnerabili dal punto di vista climatico. Siccità, alluvioni, cicloni e tempeste improvvise sono episodi che ormai si alternano e si ripetono ogni anno, colpendo e distruggendo interi villaggi e compromettendo il raccolto agricolo. Sono soprattutto le comunità più povere e vulnerabili, che vivono di agricoltura, a pagarne il prezzopiù alto

Il nostro lavoro in Mozambico  

Lavoriamo nel paese da oltre 20 anni, con progetti sia di sviluppo sia legati all’emergenza. In particolare, ci siamo attivati subito per far fronte alle emergenze causate dai cicloni Idai e Kenneth nel 2019 e dal ciclone Chido nel 2024, attraverso un aiuto diretto verso chi necessitava di tutto: acqua pulita, ripari, salute, assistenza e servizi igienico sanitari. 

Dopo l’emergenza, abbiamo anche attivato dei programmi per ripristinare le risorse economiche in modo che le comunità potessero agire autonomamente attraverso la distribuzione di semenze e kit agricoli. 

Dal 2022, i nostri sforzi si sono concentrati sul miglioramento della preparazione, della prevenzione e della risposta alla crisi climatica nelle comunità, lavorando con le autorità locali e nelle scuole.  

La fotografia come strumento di cambiamento  

Per noi di WeWorld, la fotografia non è solo arte: è uno strumento di cambiamento, che tiene i riflettori accesi sulle storie di chi vive ogni giorno ai margini – che siano essi geografici, sociali economici o ambientali.  

Siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione di Africa Blues, un progetto che riflette anche il nostro impegno quotidiano per promuovere la giustizia climatica e i diritti umani di tutte le persone.  

L’intero progetto di Piermartiri e Delille è raccontato nel libro “Atlas of the New World”, che sarà presentato il 19 luglio a Cortona, offrendo un ulteriore approfondimento visivo e narrativo sul legame tra fotografia e giustizia climatica.  

 La mostra è aperta al pubblico:  

  • Dal 18 luglio al 31 agosto dalle 10 alle 20 (tutti i giorni) 
  • Dal 1 settembre al 28 settembre dalle 10 alle 19 (tutti i giorni) 
  • Dal 29 settembre al 2 novembre dalle 10 alle 18 (tutti i giorni)