Un adolescente su tre, tra i 13 e 18 anni, dichiara di controllare regolarmente il cellulare del/la partner. Questo è uno dei dati emersi da “Navigare senza bussola. Riconoscere e prevenire i rischi online per bambini, bambine e adolescenti”, il nostro report che analizza i rischi e gli abusi online per i minori pubblicato in occasione del Safer Internet Day (7 febbraio).

Il Rapporto parte dai risultati emersi nell’edizione 2022 del WeWorld Index, realizzato insieme al network internazionale ChildFund Alliance, in cui WeWorld aveva già affrontato l'argomento, e mira ad approfondire l'analisi effettuando una rassegna dei principali rischi online, concentrandosi sulle forme più diffuse e dannose di violenza online contro bambini/e e adolescenti, sia da parte di adulti che di coetanei/e, e sugli effetti che un uso inconsapevole del web potrebbe avere sul loro futuro sviluppo e sulla salute mentale.

L'aumento dei casi di abusi online ai danni di bambine, bambini e adolescenti ci preoccupa molto. Per questo continuiamo il nostro lavoro di educazione alle relazioni, all'affettività e alla parità nelle scuole e nei nostri centri educativi. Gli strumenti digitali non devono essere demonizzati, perché portano con sé tante opportunità, ma devono essere conosciuti e usati consapevolmente. In questo percorso, WeWorld può contare sul supporto del network internazionale ChildFund Alliance, di cui siamo unico membro italiano, e sulla campagna WEB Safe & Wise che intende rendere bambini, bambine e adolescenti protagonisti di un uso più sicuro, etico e responsabile degli strumenti digitali”, afferma Martina Albini, Advocacy and Study Center Officer.

Risultati principali

  • Un adolescente su tre dichiara di controllare regolarmente il cellulare del o della partner
  • Aumento del 33%dell’adescamento dei minori tra i 10 e i 13 anni
  • Aumento del 65% di produzione di materiale CSEAM (Child Sexual Exploitation and Abuse Material)
  • 1 ragazza su 2 subisce varie forme di violenza sui social media
  • Oltre 7 su 10 si imbattono in fake news senza aver gli strumenti per riconoscerla

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Violenza online da parte degli adulti

L’adescamento online e la produzione, il download, lo scambio o la vendita di materiale rappresentante sfruttamento e abuso sessuale minorile (CSEAM, dall’inglese Child Sexual Exploitation and Abuse Material) rappresentano le forme più diffuse di violenza online da parte di adulti. In particolare, con le chiusure causate dalla pandemia e il conseguente aumento del tempo trascorso davanti agli schermi da ragazzi, ragazze e adolescenti, ne è aumentata la produzione e la diffusione: nel 2021, sono stati identificati 252.194 URL che contenevano o pubblicizzavano CSEAM, il 64% in più rispetto al 2020. Il materiale CSEAM può essere spontaneamente creato da bambini/e e adolescenti anche come risultato di altre forme di violenza online, come l’adescamento online che in Italia è aumentato del 33% tra il 2020 e il 2021, in particolare per i bambini tra i 10 e i 13 anni.

Come esempio di come la tecnologia abbia facilitato la commissione di abusi online, il Rapporto presenta anche un box tematico relativo al caso di cronaca italiana che ha avuto protagonista Telegram, l’app di messaggistica istantanea in cui sono state rinvenute, solo nel 2022, 231 gruppi e chat segrete utilizzate per commettere reati di revenge porn, organizzazione di stalking e scambio o vendita di CSEAM.

Violenza online tra pari

L'incredibile sviluppo del web, in particolare dei social media, ha determinato la nascita di forme di violenza online contro bambini/e e adolescenti perpetrate da coetanei/e. È questo il caso del cyber bullismo, che colpisce più di un terzo degli adolescenti in tutto il mondo e, in Italia, ha portato a 464 casi commessi contro adolescenti tra i 14 e i 17 anni solo nel 2021. La permanenza nel web di ogni messaggio o materiale pubblicato e l’enorme risonanza della rete umiliano inevitabilmente le vittime di cyber bullismo e producono gravi effetti sulla loro salute mentale, fisica e sociale: tra le conseguenze più frequenti si rinvengono calo nelle prestazioni scolastiche e nell'autostima, disturbi alimentari e isolamento da familiari e amici. Gli autori e le vittime di cyber bullismo sono, poi, a più alto rischio di essere autori e vittime di altre forme di violenza online, tra cui la violenza di genere nelle relazioni online tra adolescenti (OTDV, dall’inglese Online Teen Dating Violence) che si riferisce a qualsiasi tipo di violenza online (fisica, sessuale, psicologica) in una relazione romantica o in una frequentazione informale tra adolescenti. Il fenomeno, che colpisce in maniera trasversale sia ragazzi che ragazze, è stato analizzato nel 2021 da WeWorld tramite la somministrazione di un sondaggio a circa 1.000 studenti e studentesse (tra i 13 e i 18 anni) i cui risultati mostrano che gli/le adolescenti spesso sottovalutano l'entità dei comportamenti violenti o abusivi o non li considerano tali, anche quando sono loro stessi/e ad adottarli. Infatti, il 35% dei/le partecipanti ha ammesso di controllare abitualmente il telefono del proprio partner.    

Adolescenti e social media: rischi per lo sviluppo dell’identità, il benessere e la salute mentale

Lo sviluppo di bambini/e e adolescenti può essere compromesso anche da un uso inconsapevole degli strumenti digitali. In particolare, i social media potrebbero spingerli/e a cercare costantemente l'approvazione esterna della comunità virtuale al punto di costruire una nuova identità digitale pur di ottenerla. Specialmente le ragazze potrebbero essere indotte a condividere contenuti che le espongono a fenomeni come body shaming e adescamento online, con importanti ripercussioni sulla loro salute fisica e mentale.  Infatti, i dati mostrano che globalmente il 58% delle ragazze tra i 14 ei 16 anni ha subito varie forme di violenza online sui social media e, tra queste, il 39% è stata vittima di body shaming.

I social media sono anche il luogo in cui vengono spesso pubblicate fake news che ingannano i/le più giovani a causa della loro inesperienza e della tendenza a non operare un controllo attento dei fatti e delle fonti. Il 76% dei giovani tra i 14 e i 24 anni si imbatte in notizie false almeno una volta alla settimana, e solo il 2% di loro ha gli strumenti per capire se tali notizie sono affidabili o meno. 

Il Rapporto sostiene la necessità di colmare le lacune politiche e legislative e rendere la regolamentazione in materia idonea a proteggere le giovani generazioni dai rischi online. Si ribadisce la necessità di dotare bambini, bambine e adolescenti degli strumenti necessari a partecipare alla vita online in modo sicuro, etico e responsabile come parte del loro sviluppo, come affermato dalla campagna WEB Safe & Wise "Creating a better digital world with children" lanciata da ChildFund Alliance. Pertanto, si esorta ad agire su più fronti e a creare sinergie tra i principali attori competenti in punto di protezione e partecipazione di bambini/e, quindi non solo attori politici nazionali e internazionali, ma anche aziende private, media e società civile.