
“Buongiorno, mi chiamo Sok Phen. Sono una raccoglitrice di caucciù. Non conosco il nome della compagnia per cui lavoro, perché nessuno me l’ha mai detto."
Con queste parole, Sok Phen si presenta durante un incontro organizzato a Kampong Cham, nel nord-est della Cambogia, in collaborazione con l’Associazione per i Diritti Umani e lo Sviluppo della Cambogia (ADHOC). L’evento fa parte del progetto “Condizioni di lavoro dignitose per i lavoratori delle piantagioni di banane e caucciù in Cambogia”, sostenuto dall’Unione Europea dal 2023. WeWorld partecipa all’iniziativa insieme all’ONG cambogiana Legal Support for Children and Women (LSCW), con cui collaboriamo dal 2019, per la tutela dei diritti dei lavoratori nelle province di Kampong Cham, Kampong Thom, Tbong Khmum, Mondulkiri e Phnom Penh.
L’industria del caucciù ha una lunga storia in Cambogia e rappresenta un pilastro dell’economia locale. L’albero della gomma, l’Hevea brasiliensis, venne introdotto nel 1910 dall’imprenditore francese Boulliard. Dopo anni di interruzioni dovute al regime dei Khmer Rossi, il settore ha registrato una forte crescita, con le piantagioni che nel 2024 coprivano oltre 407.000 ettari, pari al 2,25% della superficie del Paese. Tuttavia, nonostante il valore economico del settore – con esportazioni pari a 269 milioni di dollari solo nei primi sette mesi del 2024 – le condizioni di lavoro rimangono precarie per molti raccoglitori.
Secondo il Ministero del Lavoro cambogiano, oltre il 60% dei lavoratori agricoli non ha un contratto regolare e il 75% non riceve alcuna forma di protezione sociale. I lavoratori del settore guadagnano in media 150 dollari al mese, una cifra insufficiente per garantire il sostentamento di una famiglia. Inoltre, la mancanza di un salario minimo nel settore del caucciù lascia i lavoratori vulnerabili a sfruttamento e condizioni di lavoro insicure.
Per questo motivo, il progetto mira a promuovere un ambiente di lavoro più equo attraverso attività di sensibilizzazione e formazione rivolte sia alle autorità locali che ai lavoratori stessi.
Da un lato, coinvolgiamo le istituzioni attraverso corsi di aggiornamento: lo scorso agosto, 48 rappresentanti delle autorità – tra cui poliziotti e funzionari del Dipartimento del Lavoro – hanno partecipato a un incontro sulla prevenzione e il contrasto delle violazioni dei diritti dei lavoratori. Dall’altro, organizziamo workshop per i raccoglitori, offrendo loro uno spazio per condividere esperienze e acquisire maggiore consapevolezza sui propri diritti.
È proprio in uno di questi incontri che abbiamo parlato con Sok Phen. "Ho molti debiti, mi ammalo spesso e la mia famiglia non possiede terreni. Dobbiamo lavorare per sopravvivere", racconta. Tre mesi fa ha subito un intervento chirurgico e, nonostante non si sia ancora ripresa completamente, continua a incidere gli alberi e raccogliere il lattice. La retribuzione a cottimo, che premia chi produce di più, ha un impatto particolare sulle donne, che devono conciliare il lavoro con la cura della famiglia. "Mi sveglio alle tre del mattino per incidere gli alberi, poi torno a casa per preparare la colazione. Alle sette rientro nella piantagione e raccolgo il lattice fino a mezzogiorno. Nel pomeriggio mi occupo delle faccende domestiche e riesco a riposarmi solo per poco."
Ma lavorare nelle piantagioni non significa solo necessità: per alcuni giovani può rappresentare un’opportunità per costruire un futuro migliore. Come Pheaktra, ventenne e studentessa di scienze e tecnologie alimentari, che aiuta il fratello maggiore nella raccolta: "Se non lo aiuto, ci metterà più tempo e non avrà abbastanza ore di sonno". Lavora nelle piantagioni dall’età di quindici anni, e il suo impegno le ha permesso di continuare a studiare. Tuttavia, la fatica si fa sentire: "I turni iniziano alle tre del mattino e poi devo studiare per gli esami. È difficile, ma voglio farcela."
Secondo un rapporto dell’UNESCO, solo il 30% dei giovani cambogiani riesce a completare la scuola secondaria superiore, e l’abbandono scolastico è spesso legato alla necessità di contribuire al reddito familiare. Pheaktra è tra i pochi che hanno potuto continuare gli studi, ma il suo percorso è stato segnato dai sacrifici.
Garantire condizioni di lavoro dignitose è essenziale per offrire a persone come Sok Phen e Pheaktra maggiori opportunità. Dal 2009, WeWorld opera in Cambogia per promuovere il rispetto dei diritti umani e migliorare la qualità della vita delle comunità più vulnerabili. Oltre a lavorare per un mercato del lavoro più equo, sosteniamo progetti educativi per ridurre l’abbandono scolastico e dare ai giovani gli strumenti per scegliere il proprio futuro.
Alla fine della nostra visita, chiediamo a Sok Phen cosa le piacerebbe fare se non lavorasse nella piantagione. "Non ne ho idea", risponde con un sorriso timido. Poi aggiunge: "Vorrei avere un negozio di vestiti, ma non so leggere né scrivere. Non credo che sarei capace di gestirlo."
Le sue parole ci ricordano che l’istruzione è la chiave per costruire nuove opportunità. Per questo, il nostro impegno continua: per garantire a ogni lavoratore condizioni più giuste e a ogni giovane la possibilità di costruire il proprio futuro con dignità e speranza.