Dal 24 al 27 marzo si è tenuta a Lubiana la prima conferenza internazionale del progetto europeo #MyRevolution1990, che ha visto riunirsi un’ottantina di giovani provenienti dai 4 paesi partner di My Revolution: Austria, Polonia, Slovenia e Italia.  

Prima di raggiungere Lubiana, i partecipanti italiani avevano visitato il Centro di Documentazione dei Movimenti “Francesco Lorusso – Carlo Giuliani” presso lo spazio Vag61 di Bologna, ascoltando la storia dei movimenti sociali dal 1990 fino al G8 di Genova, passando per la redazione della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea del 2000.

Le tre giornate di Lubiana sono state un susseguirsi di diverse attività volte a favorire la conoscenza reciproca dei partecipanti, a riflettere, tramite laboratori creativi, su tematiche sociali condivise e a stabilire, in forma collettiva, partendo dalla propria esperienza concreta, le richieste da porre all’Unione Europea per quanto riguarda i diritti sociali, economici, culturali e politici ritenuti fondamentali dai giovani. Richieste che saranno poi approfondite e meglio definite durante la seconda conferenza internazionale che si terrà a Vienna dal 21 al 24 Aprile.

Il 25 marzo tutti i presenti alla conferenza di Lubiana hanno partecipato alla marcia globale per il clima tenutasi nella capitale slovena – testimone del fatto che i diritti dell’ambiente restano un nodo fondamentale, indissolubilmente legati agli esseri viventi ed alla piena fruizione dei diritti umani, oltre che costituire la tematica trainante delle proteste giovanili degli ultimi anni.

My Revolution: ma cosa significa per dei ragazzi nati negli anni Duemila questa parola? E se è vero che il progetto contestualizza in ogni diversa edizione la parola Rivoluzione all’interno di un certo periodo storico e luogo, la domanda rimane: qual’è la rivoluzione dei giovani che hanno preso parte al progetto? Che significato assume per loro oggi?

Aicha, ad esempio, ci racconta che “La mia Rivoluzione, che porto avanti da quando sono nata, è quella di indossare il velo e a volte i vestiti tradizionali del Maghreb, perché in Italia ancora non si tende ad accettarlo; magari le persone cercando di nasconderlo ma quando ti vedono (vestita diversamente da loro) lanciano sguardi indiscreti e fanno osservazioni. Dicono che l’Italia sia un paese libero, ma da musulmana io non l’ho percepito. Questa è la mia rivoluzione di tutti i giorni e ne vado fiera”.

Per Tommaso la Rivoluzione sono "le piazze piene di gente che scuotono le certezze acquisite, il messaggio trasmesso forte e chiaro che solo insieme si può cambiare il mondo" cosciente però che la Rivoluzione è un processo lento, esige pazienza e rinnovamento continuo.

Per Maria Sole "è la ricerca della verità, del capire come vadano davvero le cose nel mondo, senza scoraggiarsi quando diventa difficile capirlo. Partecipando a My Revolution mi sono sentita indirizzata verso la possibilità di una rivoluzione collettiva, e sono fiera di volere, insieme a tanti altri giovani, affermare la nostra volontà e i nostri ideali verso un sistema che spesso non ci ascolta o ce lo impedisce”.

I giovani oggi si preoccupano del futuro poichè gli appartiene e sanno che dovranno costruirlo iniziando da un presente incerto e pieno di difficoltà. Uno dei principali obiettivi del progetto è anche questo: dare a ragazze e ragazzi la possibilità di sentire ascoltate le proprie istanze ma anche di avere gli strumenti per agire e produrre quei cambiamenti che vorrebbero vedere nella propria vita.

La Rivoluzione è un cambiamento positivo richiesto da ciascuno nei confronti di una società che non aiuta come dovrebbe. Fino a quando i grandi problemi del mondo - razzismo, discriminazioni, disuguaglianze, violenza - esisteranno, e soprattutto finché ci saranno persone pronte a rivendicare i propri diritti e a pensare un mondo migliore, ecco, allora la Rivoluzione continuerà ad esistere.”

Testimonianza di Ilaria Fontana e Maria Sole Ciaffardoni con il contributo di tutte e tutti i partecipanti alla prima Conferenza Internazionale di My Revolution di Ljubljana.


Il progetto #MyRevolution invita i giovani a riflettere sui processi politici e culturali che hanno caratterizzato la storia dell’Unione europea e sulle odierne richieste di cambiamento sociali e ambientali. Co-finanziato dal programma Europe for Citizens-European Remembrance, il progetto viene realizzato in Italia, Austria, Polonia e Slovenia.

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