
WeWorld lancia il Policy Brief “Migrazioni ambientali e crisi climatica - Edizione Speciale Le Rotte del Clima", proponendo raccomandazioni e strategie d’azione per la protezione delle persone che migrano per fattori climatici e ambientali.
Il 23 gennaio si è tenuto l’evento “Crisi climatica e ambientale. Le storie dei migranti in arrivo in Italia”, presso il MUST - Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. L’incontro è stato l’occasione per presentare il report, curato dall’associazione A Sud, e il Policy Brief contenente le raccomandazioni principali, curato da WeWorld.
Il report ha previsto una fase di raccolta dati sul campo, coinvolgendo 348 persone migranti, di cui 82 intervistati da WeWorld alla frontiera franco-italiana a Ventimiglia. L’analisi multidisciplinare delle testimonianze raccolte ha permesso di individuare la rilevanza del cambiamento climatico e del degrado ambientale come concausa della scelta migratoria, come testimoniato da molte delle persone migranti intervistate, in una percentuale compresa tra il 61% e il 72%.
L’evento di lancio del report, moderato dal giornalista Duccio Facchini di Altreconomia, si è aperto con un intervento di Veronica Dini, avvocato ambientale e presidente del Centro Studi Systasis. Nel dibattito hanno preso parte: Marica di Pierri, co-curatrice del report per A Sud; Stefano Liberti, giornalista e scrittore; Anna Brambilla, avvocato e socia per ASGI; Alessandro Moretti, Console Onorario della Repubblica del Sud Africa a Milano e in Lombardia.
Margherita Romanelli, responsabile advocacy, pianificazione strategica e partnership di WeWorld, ha chiuso l’incontro, evidenziando come nel 2023 in Italia si siano registrati circa 42.000 spostamenti interni di persone a causa dei disastri naturali e presentando le raccomandazioni emerse dalla sperimentazione e raccolte nel Policy Brief. Ecco le sue parole “Riconoscere la multifattorialità delle cause di sfollamento e migrazione significa lavorare su tre assi. Il primo consiste nell'aumentare la conoscenza e la consapevolezza delle persone che migrano, degli operatori dell'accoglienza, del sistema giudiziario, della politica su come le cause climatico-ambientali agiscono sulla migrazione. Il secondo mira a riconoscere che c'è un tema di giustizia climatica e assicurare protezione alle persone colpite dagli effetti negativi del riscaldamento globale, sapendo che queste provengono dai paesi che meno contribuiscono alla crisi climatica. E, infine, il terzo vuole considerare sin da ora, nelle politiche di adattamento al cambiamento climatico, il fenomeno della migrazione per fattori climatico-ambientali per pianificare spostamenti e accoglienza uscendo dalla logica emergenziale”.
L’evento si inserisce all’interno del progetto Le Rotte del Clima, co-finanziato da Fondazione Cariplo e guidato dal Centro Studi Systasis in partenariato con WeWorld, ASGI, A Sud e altri numerosi partner, con l'obiettivo di approfondire il fenomeno, ad oggi scarsamente indagato, della migrazione climatica e ambientale, e di delineare strumenti e percorsi di protezione.