La guerra in Ucraina ha costretto milioni di famiglie ad abbandonare le proprie case: dall’inizio del conflitto, si stimano 17 milioni di persone con bisogno di assistenza umanitaria e protezione in tutta l’Ucraina. In Europa sono stati registrati 8 milioni di rifugiati, la maggior parte nei Paesi vicini come Moldavia, Polonia, Romania, Ungheria e Slovacchia, a cui si aggiungono milioni di sfollati interni, la maggior parte donne, bambine, bambini e anziani.

  • Nel centro per 15 ore al giorno non c’è la corrente, è buio e fa freddo. Per noi bambini è diventato quasi impossibile seguire la scuola online
    David, 11 anni
    David, 11 anni

A un anno dall’inizio della guerra, grazie al report “Crisi Ucraina – Un anno di conflitto”, vogliamo accendere i riflettori sulla situazione umanitaria, le attività di supporto e i bisogni della popolazione. Molte famiglie, infatti, sono ancora costrette a vivere in centri di accoglienza o rifugi temporanei perché́ le loro zone di origine sono sotto attacco militare. WeWorld è una delle poche organizzazioni italiane, in questo momento, a lavorare nelle zone più problematiche del Paese, quelle ‘appena liberate’ e molto difficili da raggiungere come le aree rurali nella regione di Kharkiv, con particolare attenzione ai più fragili, bambine, bambini e adolescenti a cui è stato rubato il futuro, e per cui è indispensabile rafforzare il sostegno materiale ma anche psicologico ed educativo.

È un emergenza umanitaria ma sarà molto lungo il percorso per ritornare a una situazione pre-conflitto, perché i danni materiali, ma soprattutto immateriali sono stati enormi”, commenta Dina Taddia, Consigliera Delegata di WeWorld. “WeWorld è intervenuta immediatamente dopo lo scoppio dell’emergenza per aiutare chi stava perdendo tutto, soprattutto donne e bambini, a fronteggiare la crisi. Oggi continuiamo a sostenere i più fragili con l’obiettivo di raggiungere anche le aree più isolate, i villaggi rurali ad esempio e non solo le grandi città dove fino ad oggi si sono concentrati la maggior parte degli aiuti umanitari. In particolare, le zone del Sud e dell’Est appena liberate sono in questo momento le più problematiche, dal punto di vista della sicurezza ma anche dei bisogni. I problemi e le fragilità esistenti prima della guerra si sono acuiti, ma in queste zone in molti non hanno praticamente ricevuto alcun sostegno dall’inizio del conflitto. L’inverno è ancora estremamente rigido e sono tante le persone ad aver bisogno di aiuto”.

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In Ucraina e in Moldavia, forniamo supporto ai bambini, alle bambine e alle loro famiglie fornendo cibo, riparo, medicine, beni di prima necessità e anche accesso all’educazione e a servizi psicosociali.

Siamo presenti in quattro zone in Ucraina: Lviv, Kiev, Odessa e Kharkiv. Negli spazi che gestiamo vengono distribuiti pacchi alimentari, medicine e beni non alimentari, kit invernali per affrontare il rigido inverno del Paese, con temperature che nelle regioni orientali possono arrivare a 20 gradi sottozero. Al centro del nostro intervento in Ucraina sono bambine, bambini e adolescenti (insieme alle loro famiglie), a cui sono dedicati spazi appositi - sei in tutto il Paese -, luoghi scuri dove i bambini possono ritrovare momenti di gioco e normalità e dove in aggiunta alla risposta ai bisogni materiali (cibo, vestiti, medicine) vengono svolte attività didattiche, educative e di supporto psicosociale. Nel Paese sono state organizzate più di 17.500 sessioni di supporto psicosociale, di cui più dell’80% per bambini e bambine.

  • 5.000 persone ricevono supporto psicosociale
  • 6.000 kit igienici distribuiti
  • 350 famiglie ricevono pacchi alimentari una volta al giorno per un totale di 13.000 persone raggiunte
  • La mia città era bellissima, ma adesso è distrutta dai bombardamenti. Ancora non ho trovato il coraggio di chiedere se la mia casa è ancora lì o è stata distrutta dalle bombe
    Tania, rifugiata ucraina a Chisinau, in Moldavia
    Tania, rifugiata ucraina a Chisinau, in Moldavia

Siamo attivi anche nei Paesi limitrofi, per supportare i profughi in fuga dalla guerra: in Moldavia, nei due centri di WeWorld (nella capitale Chisinau e a Criuleni) ricevono supporto psicosociale 5.000 persone, di cui 3.000 bambini. In un anno abbiamo fornito supporto in loco a 24.000 persone. Gli interventi puntano a riportare le famiglie a una situazione di normalità, soprattutto bambini e bambine che hanno dovuto lasciare le loro case, distrutte dai bombardamenti, e subire i traumi del conflitto. In Moldavia adottiamo un approccio incentrato sulle necessità dei rifugiati ma anche delle comunità ospitanti, in uno dei Paesi più poveri d’Europa. Per questo affianchiamo all’aiuto umanitario anche corsi di lingua e campagne di sensibilizzazione, e un focus dedicato al rafforzamento dell’inclusione economica e dell’accesso ai servizi di base per le persone rifugiate.

  • Le persone arrivate in Moldavia negli ultimi mesi hanno bisogno di aiuto, non hanno più forze. Se non avessi incontrato lo staff di WeWorld non avrei lavorato qui e questo lavoro mi ha dato la forza mentale per andare avanti. Capire che non siamo soli nel nostro dolore, che altre persone lo capiscono e ci sostengono è un aiuto enorme e ci dà speranza per il domani, anche se non sappiamo cosa ci riserverà il futuro
    Oksana, ucraina fuggita in Moldavia, oggi lavora con WeWorld
    Oksana, ucraina fuggita in Moldavia, oggi lavora con WeWorld