A due mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina continuiamo a lavorare nell’emergenza con interventi umanitari in Ucraina e Moldavia, e in Italia, per supportare nel modo più ampio possibile le persone più vulnerabili e gli oltre 5 milioni di profughi in fuga a partire da donne, bambine e bambini.

Fin dai primi giorni siamo stati attivi in Ucraina per fronteggiare l'emergenza sia all’interno del Paese sia in Moldavia, uno dei confini più caldi e immediatamente abbiamo integrato il nostro intervento anche in Italia, in particolare a Milano (quartieri Giambellino e Corvetto) e Bologna, dove abbiamo messo a disposizione delle donne che arrivano da sole o con i propri bambini e bambine i nostri Spazi Donna WeWorld, spazi di ascolto ed empowerment.

Qui, grazie al servizio di mediazione linguistica e culturale, le donne ucraine possono seguire corsi di italiano, ricevere supporto psicologico e seguire corsi di orientamento al lavoro per ritrovare la propria autonomia sociale ed economica. Mentre le mamme sono impegnate, i più piccoli sono accolti nell’area Child Care pensata per permettere a bambini e bambine di giocare in una dimensione protetta.  

Ad oggi abbiamo creato, grazie al supporto di volontarie ucraine e mediatrici culturali, un primo gruppo online di una quarantina di donne e 10 bambini e bambine che si frequentano virtualmente una volta alla settimana. Attraverso questo gruppo diamo un supporto concreto a chi è arrivato nel nostro Paese e ha necessita di capire cosa garantisce la protezione temporanea messa a disposizione dall’Italia per chi è in fuga dalla guerra e come riuscire ad integrarsi.

Negli incontri settimanali stiamo affrontando alcuni tra i temi più caldi: pratiche burocratiche, iter con la questura, facilitazioni attive per le cittadine e i cittadini ucraini nei servizi (ad esempio trasporti gratis per i rifugiati etc). Abbiamo attivato anche attività ludiche per i bambini, divise per gruppi d’età, che vanno ad integrarsi a quanto fanno già con i propri insegnanti a distanza.

Dopo un primo contatto virtuale, una parte delle donne ha iniziato un corso di italiano nello Spazio Donna WeWorld di Corvetto.

Le donne che frequentano il nostro spazio hanno passato la prima fase emergenziale ma sono comunque in difficoltà e hanno la necessità di ricostruire il prima possibile la propria autonomia e indipendenza. Dopo lo shock iniziale, si sono rassegnate a non poter rientrare a casa tanto presto come speravano dopo lo scoppio del conflitto, da qui il forte desiderio da un lato di integrarsi in Italia e comprendere meglio la società e dall’altro costruire una rete solida con chi condivide lo stesso percorso”. Commenta Sabrina Vincenti, coordinatrice degli Spazi Donna WeWorld.

Al corso di italiano molte partecipano con i figli piccoli, che durante l’attività vengono intrattenuti in attività adatte alla loro età e osservati attraverso il gioco. Spesso donne bambini e bambine si fermano dopo l’attività, a riprova del desiderio di normalità e della voglia di ricominciare.

Alcune delle donne che ci hanno contattato hanno anche iniziato un percorso psicologico ma per molte di loro è ancora troppo presto, non sono pronte per raccontare e ricordare la paura vissuta. Noi non pressiamo, attendiamo che abbiano voglia di aprirsi e nel frattempo le sosteniamo nel delicato percorso per costruirsi una nuova vita”, conclude Sabrina Vincenti.