
Giovani aspiranti attiviste e attivisti hanno trascorso quattro giorni insieme per riflettere sul proprio ruolo sociale e politico nello spazio urbano, tra privilegi, stereotipi e luoghi simbolici. Nasce così Tutta mia la città: un podcast corale di voci e visioni.
Articolo scritto in collaborazione con le partecipanti Lavinia Ferri e Pushpanjali Dallari
Dal 3 al 6 luglio si è svolto a Milano, nella cornice del Parco Trotter, Tutta mia la città, un workshop gratuito indirizzato a venti giovani tra i 18 e 35 anni, realizzato da WeWorld, Milano Mediterranea e Sex&TheCity.
Tra improvvisazioni teatrali e mappature emotive
Milano Mediterranea, «centro d’arte partecipata decoloniale e nomade» fondato nel 2020, che vede la presenza, tra gli altri, di Anna Serlenga (regista) e Rabil Brahim (attore e musicista), ha proposto esercizi finalizzati a incoraggiare una maggiore consapevolezza di come il nostro corpo funzioni non solo a livello individuale, ma anche e soprattutto in relazione con quello altrui.
Le attività hanno previsto improvvisazioni teatrali e pratiche di canto, favorendo la collaborazione e la comunicazione non verbale come strumento di lavoro. Non solo; il gruppo si è confrontato con i propri privilegi e marginalità e, confrontandosi collettivamente, ha toccato con mano un senso di comunità e cura.
Insieme, hanno anche letto poesie (bell hooks, Gloria Anzaldua …) che trattassero il tema dell’Io, inteso come soma e psiche, e della cura di esso, da cui trarre un elaborato che raccontasse la propria esperienza quotidiana con il corpo e il tessuto sociale e urbano di Mila. nooo
Sex&TheCity, associazione di promozione sociale fondata nel 2022 da Florencia Andreola (ricercatrice e PhD in Storia dell’architettura presso l’Università di Bologna) e Azzurra Muzzonigro, (architetta e ricercatrice urbana) insieme a Laura Da Re, ha invitato i e le partecipanti a una mappatura personale della topografia meneghina, in cui a differenti emozioni umane (rabbia, ansia, felicità…) i partecipanti e le partecipanti hanno associato un luogo a loro scelta, dal Duomo alla Fondazione Prada, dall’Idroscalo a viale Lepanto.
Il progetto è stato coordinato da WeWorld, promotore di questa collaborazione volta a promuovere l’attivismo giovanile e rafforzare il tessuto sociale di Milano attorno ai temi di genere, decolonialità e inclusione.
“Tutta mia la città è stato un laboratorio sperimentale per trasmettere ai giovani e alle giovani un senso di agency, di appartenenza a una comunità, quegli elementi necessari per rendersi protagonisti e protagoniste del cambiamento. Abbiamo lavorato a partire dai propri corpi nello spazio urbano, per riconoscere il nostro ruolo politico e unirci in una presenza collettiva, in una marea capace di trasformare”. (Lucia Imbriaco, referente del percorso per WeWorld).
Il podcast: un racconto corale, intimo e potente
I diversi spunti sono confluiti in un podcast, un racconto corale, intimo e potente che attraversa Milano tra ricordi, desideri, rabbia e sogni. Quattro puntate dal titolo: Dentro, Confine, Conflitto, Fuori.
Il podcast si compone delle voci e delle storie di chi ha vissuto in prima persona questa esperienza di esplorazione del proprio legame emotivo con Milano, abitando in modo diverso lo spazio urbano: con lo sguardo e con la voce.
Il bisogno di tornare a credere nella propria città
Dal questionario di fine laboratorio, è emerso che i partecipanti e le partecipanti hanno deciso di prendere parte a questa iniziativa per motivi diversi: c’è chi è stato spinto dal «desiderio di mettersi in gioco, trovare coraggio, e prendersi cura dell’altra» e chi invece è stato mosso da un «bisogno di creare una rete sociale in cui rispecchiarsi e condividere esperienze».
Alcune persone, disilluse sul futuro di Milano, sentivano la necessità di questo momento per tornare a credere nella propria città natale o la città che ormai da anni le ospitava, senza mai però sentire quel senso di appartenenza.
Una cosa è certa, questo percorso è riuscito a riaccendere quello spirito attivista, addormentato a volte, e quella voglia di partecipare sempre più ad iniziative sociali locali, approfondendo non solo lo scopo di WeWorld, Milano Mediterranea e Sex & the City, ma di tutte quelle realtà che hanno a cuore la collettività e la sensibilizzazione su tematiche di genere e decoloniali.
L’elemento centrale e un grande fattore di successo di «Tutta mia la città» è stata proprio la dimensione di dialogo e rispetto reciproco che il gruppo è riuscito a creare, lasciando spazio e voce a tematiche di grande valore sociale.
Sono emerse esperienze legate al mondo queer, alle disabilità invisibili, al valore della terapia; storie toccanti, di riscatto, e di affermazione per essere unapologetically us (noi senza vergogna e senza scuse).
Per alcune persone, questa opportunità è stato un modo di comprendere «quanto sia necessario aprirsi alle esigenze e alle storie che ci circondano e tenerne conto» per non lasciare che ci passino davanti in maniera anonima.
In particolare, gli esercizi proposti da Milano Mediterranea e Sex & the City sono stati momenti di grande riflessione e divertimento, dove anche coloro che non avevano mai fatto teatro o non avevano mai sentito parlare di urbanistica di genere sono riuscite a entrare da subito nella parte «senza mai incontrare sguardi giudicanti» e «lasciandosi sorprendere per esplorare nuovi punti di vista».
Il workshop rientra nell’ambito della WeWorld Academy , ed è stato promosso dal progetto «HYPE - YoutH unified in local ecosYstEms Promoting Solidarity», finanziato dall’Unione europea con il programma CERV.