“Uso l'acqua per l'agricoltura, per il mio bestiame e in casa, per pulire e cucinare. Prendo l'acqua da un fiume che dista 3 km, raggiungerlo è una vera sfida. Purtroppo la siccità è molto frequente e dura a lungo, quindi abbiamo pochissima acqua per la maggior parte del tempo. Inoltre è spesso sporca, causandoci diarrea e altre malattie. Quando nasce un conflitto tra comunità, in lotta per la scarsità d'acqua, le donne e i bambini sono i primi ad essere attaccati perché sono loro che vanno a prenderla. Le persone si uccidono a vicenda per avere dell'acqua".
Rebecca Akamais è una contadina di 27 anni del villaggio di Kakili, nella contea di Isiolo, in Kenya. Vive con suo marito e i loro 3 figli, coltivando cipolle, pomodori, mais e fagioli.
Qui, con il progetto RES-CLICOVID finanziato dalla Regione Emilia Romagna, supportiamo le comunità, con particolare attenzione alle donne e ai bambini, per migliorare e diversificare la produzione agricola, per far acquisire e mettere in atto conoscenze, pratiche e comportamenti favorevoli a una corretta nutrizione e al contenimento della pandemia, per aumentare la copertura e l’accesso ai servizi di igiene e salute.
La Contea di Isiolo, con i suoi 158.716 abitanti, infatti si caratterizza per uno stile di vita pastorale ma la siccità e le piogge irregolari dovute al cambiamento climatico hanno messo in crisi i contadini locali. I fenomeni climatici che avvengono in contea, che rientra tra le aree “aride e semi-aride”, hanno un impatto negativo sull'economia, causando riduzione dei raccolti, bassa produttività, elevata mortalità del bestiame, ingenti perdite di guadagno e forte aumento della malnutrizione.
Tra le maggiori criticità c’è proprio l’accesso all’acqua: oltre il 70% dei villaggi dipende da fonti d'acqua contaminata e distanti più di cinque chilometri. Il 58% delle fonti d'acqua sono saline, dunque inadeguate al consumo umano. Tre famiglie su cinque utilizzano acqua potabile, ma solo il 12% tratta l'acqua con metodi di potabilizzazione. Questo, per quanto concerne la salute, ha fatto sì che la diarrea rientri tra le 5 malattie più diffuse (insieme con infezioni respiratorie, malaria, polmonite, infezioni del tratto urinario). Inoltre, circa la metà dei bambini tra i 6-59 mesi si ammala per problemi legati alla mancanza di acqua e d’igiene. In termini di accesso all’acqua, la scarsità di infrastrutture adeguate, con circa il 93% delle aree della contea prive di accesso a una fonte di acqua pulita, influisce negativamente sia sulla salute della popolazione (in particolare i bambini), sia sulla produttività agricola e pastorale.
Inoltre l’insorgenza del COVID-19 ha ulteriormente penalizzato il fragile contesto nella contea. Con l’arrivo dei primi casi a marzo 2020, il Kenya, ha optato per un lockdown molto duro e anticipato rispetto ad altri paesi africani.
Sappiamo che per far fronte ad una situazione così complessa, un ruolo chiave deve essere giocato anche dalle scuole, dagli operatori di salute comunitari e dalle istituzioni a tutti i livelli e nei diversi settori attinenti alla nutrizione. Per facilitare questo percorso, nella contea di Isiolo, grazie al contributo della Regione Emilia Romagna, abbiamo fornito ad una scuola, latrine e strutture per il lavaggio delle mani. “Nella mia scuola – racconta Mohamed, eletto dai suoi compagni come rappresentante - l'acqua viene utilizzata per cucinare, bere e nei bagni sia dagli insegnanti che dagli studenti”.
Il progetto coinvolge 31.308 membri della comunità di 11 villaggi che beneficeranno dei servizi offerti presso i 6 centri di salute equipaggiati con strumenti utili al monitoraggio della crescita e del livello nutritivo; oltre 6.000 alunni; 46 insegnanti che saranno formati, 199 membri dei comitati scolastici, 690 agro-pastori appartenenti a 110 famiglie, 15 membri del Gruppo Tecnico di lavoro della Contea di Isiolo. Anche in Italia, circa 50 persone sul territorio emiliano-romagnolo sono state sensibilizzate sulla questione climatica tramite un evento ad hoc e sono state raggiunte oltre 30.000 persone sui social.