La situazione in Libano è critica, con la speranza della tregua gli sfollati tentano di tornare a casa.
A partire dal 27 settembre, i bombardamenti, che si sono intensificati negli ultimi mesi, hanno causato oltre 3.000 morti e 15.000 feriti. Quasi 900.000 persone sono sfollate internamente e intere famiglie non hanno più una casa, costrette a spostarsi alla ricerca di un posto sicuro.
Per far fronte all’emergenza, molte scuole sono state convertite in centri di accoglienza collettiva (collective shelter) per dare rifugio e protezione alle famiglie costrette a fuggire a causa dei bombardamenti. A Zahle, dove WeWorld è presente da molti anni, una delle scuole che ospita i nostri progetti è stata riconvertita per accogliere oltre 400 famiglie, alle quali vengono forniti assistenza, kit igienici e supporto alimentare.
A poche ore dalla dichiarazione di cessate il fuoco, Maurizio Raineri, Rappresentante Paese in Libano per WeWorld, ci racconta la situazione nel Paese, le aspettative della popolazione e come ci stiamo muovendo per supportarla.
“Finalmente, dopo più di due mesi di aspri combattimenti e intensi bombardamenti, questa mattina, alle 4:00, è arrivata la notizia del cessate il fuoco. Speriamo che questo sia veramente il primo passo per la fine del conflitto, anche se la tregua appare fragile.
Alla notizia del cessate il fuoco, centinaia di persone si sono messe in viaggio per cercare di tornare nei loro villaggi. Tuttavia, chi doveva tornare nella parte più a sud del paese, ancora occupata dai soldati israeliani, non è riuscito a farlo, poiché al momento non è consentito l’ingresso in quella zona.
Chi sta rientrando nelle proprie case dovrà affrontare enormi difficoltà. Circa 100.000 abitazioni sono state danneggiate o distrutte, molte scuole sono state chiuse, i sistemi di distribuzione dell’acqua sono stati danneggiati e quasi 2.000 ettari di terreno e coltivazioni sono andati distrutti. Inoltre, i servizi igienici e sanitari di base non potranno essere garantiti nella maggior parte dei villaggi, che hanno subito gravi danni.
Questa situazione potrebbe portare nei prossimi mesi a una grave crisi umanitaria. Le necessità più basilari non potranno essere soddisfatte e la situazione, già pesante a causa del conflitto, rischia di peggiorare ulteriormente. È questa l'emergenza che ci prepariamo ad affrontare.
La tregua è estremamente fragile e anche un piccolo passo falso potrebbe farla crollare, con gravi ripercussioni. La possibilità che i raid riprendano non è da escludere.
Spero che le nuove escalation non avvengano, che entrambe le parti rispettino l’accordo e che si possa arrivare a una pace definitiva. Se la tregua dovesse saltare, la situazione umanitaria continuerebbe a intensificarsi.
La popolazione libanese è profondamente provata dalla guerra e desidera porvi fine.
WeWorld è intervenuta fin dall'inizio per rispondere alle necessità degli sfollati, distribuendo cibo, acqua potabile, kit igienici e coperte, cercando di alleviare la difficile situazione.
Continueremo a supportarli fino a che la situazione non sarà favorevole. Se la tregua dovesse reggere, siamo già pronti a offrire supporto a chi rientrerà nelle proprie zone, proprio come abbiamo fatto dopo l’esplosione nel porto di Beirut, aiutando le famiglie a riabilitare le loro abitazioni. Questo sarà uno degli interventi più importanti che intendiamo promuovere, se la pace – come ci auguriamo - resisterà."