Non c’è più tempo

Sosteniamo Greta e tutti gli studenti che chiedono ai governi politiche e azioni più incisive per contrastare il cambiamento climatico e il riscaldamento globale.

Sosteniamo la mobilitazione del 15 marzo che vedrà decine di migliaia di studenti in diverse parti del mondo coinvolti nel “Venerdì per il futuro” (o “sciopero scolastico per il clima”), una manifestazione organizzata per chiedere ai governi politiche e azioni più incisive per contrastare il cambiamento climatico e il riscaldamento globale.

L’idea è nata in seguito alla protesta di Greta Thunberg, sedicenne svedese che ad agosto 2018 ha cominciato a scioperare. Si rivolge ai politici di tutte le nazionalità perché prendano sul serio il problema del riscaldamento globale e, grazie alla sua tenacia, ha commosso il mondo e mobilitato ragazzi in molti altri paesi.

I modelli economici industriali ed agricoli - e i modelli di consumo e di vita - non sono oggi più sostenibili, basati sul massiccio utilizzo di carburanti fossili, pratiche di deforestazione, sistemi di smaltimento dei rifiuti in discariche che producono gas serra, uso di gas flurorati.

I cambiamenti climatici sono già una realità, e colpiscono maggiormente le popolazioni più vulnerabili perché esposte maggiormente ai cicli della natura.

Lo vivono sulla propria pelle i bambini dell’area del Sahel minacciati dalla malnutrizione, conseguenza della siccità che sta affossando le produzioni agricole di migliaia di famiglie; così come gli abitanti delle coste caraibiche e del sud est asiatico colpiti da tifoni e alluvioni di violenza sempre maggiori capaci di spazzare via case, scuole, raccolti e tante vite. 

Lo sa bene Cayetano, giovane alpaquero di 12 anni che vive in una comunità peruviana di circa 250 case a 3550 metri sul livello del mare, in cima a un precipizio. Nonostante la sua giovane età, Cayetano sta assistendo agli effetti dei cambiamenti climatici sulle comunità dell’altopiano andino, dove stanno morendo gli alpaca e stanno andando in rovina intere coltivazioni a causa delle ondate di calore e piogge cospicue.

Il cambiamento climatico sta impattando negativamente sul delicato ciclo dell’acqua e riducendo la capacità di interi villaggi di continuare a vivere nei loro territori, costretti a migrazioni forzate in cerca di ambienti più accessibili, riversandosi su agglomerati urbani non più in grado di offrire servizi adeguati ed inclusione.

Queste sono le sfide che ogni giorno WeWorld-GVC fronteggia in molti Paesi.

Rispondiamo alle emergenze create da disastri naturali come nell’area caraibica ma cerchiamo anche - con programmi di adattamento e prevenzione - di ridurne il rischio. Lavoriamo nel mondo su programmi di mitigazione per la promozione di pratiche agricole sostenibili, e riduzione dei fattori di inquinamento. Negli ultimi anni abbiamo riforestato, usato tecniche di conservazione del suolo per duemila ettari di terreno, creato sistemi di allerta contro i disastri ambientali, realizzato impianti di energia rinnovabile, formato migliaia di tecnici pubblici e lanciato campagne di sensibilizzazione verso la cittadinanza.

Abbiamo coinvolto oltre 21.000 persone per contrastare insieme gli effetti negativi del cambiamento climatico sulle loro vite. E inoltre realizziamo interventi di lotta alla povertà e alla malnutrizione, conseguenze di un crescente degrado delle risorse naturali e diamo il nostro contributo per analizzare il fenomeno, informando e sensibilizzando l’opinione pubblica

Ma tutto questo non basta. Non c’è più tempo. Dobbiamo agire ora, rapidamente, insieme e in modo deciso, come chiede l’Agenda globale per lo sviluppo. Perché il riscaldamento climatico non è un problema che interessa solo alcuni Paesi, ma è necessaria una grande azione collettiva.

Per questo sosteniamo la mobilitazione dei giovani per il nostro comune futuro!