Giovani donne iraniane che si augurano di poter riprendere l'università, famiglie nigeriane in fuga dall'Ucraina, centinaia di bambini e bambine che disegnano bombe che cadono sulle loro case. Sono tra le oltre 2.200 persone che abbiamo incontrato a Ventimiglia all’interno della struttura di accoglienza aperta 2 anni fa, insieme a Caritas Intemelia e Diaconia Valdese, per sopperire alla chiusura del Campo Roja, il presidio della Croce Rossa italiana dove venivano accolti i migranti di passaggio.

Una struttura pensata per famiglie e donne che cercano di attraversare il confine con la Francia e che hanno bisogno di un riparo per la notte. Dal novembre 2020 abbiamo ospitato 787 nuclei familiari per un totale di 2.278 persone in fuga da 37 paesi diversi. La maggior parte di loro sono donne, bambine, bambini - il più piccolo aveva dieci giorni di vita - e adolescenti.

C’è chi ha affrontato la traversata del Mediterraneo, chi la rotta balcanica scappando da crisi politiche, emergenze economiche e climatiche e ha come unico desiderio di ritrovarsi nella propria comunità in Francia, Belgio, Germania, Regno Unito o Scandinavia.

Spesso i minori sono traumatizzati dal viaggio e quest’anno si sono registrati anche numerosi sono casi di donne vittime di tratta. “A Ventimiglia, al confine con la Francia, rintracciamo e incontriamo tantissime donne sottoposte ad un controllo serrato da parte dei trafficanti e potenzialmente vittime di tratta, di sfruttamento sessuale e di violenza di genere – racconta Jacopo Colomba, project manager di WeWorld a Ventimiglia - Le donne vengono intercettate da connazionali direttamente in stazione e portate in luoghi lontani dall’attenzione. Questi luoghi si sono trasformarti in veri e propri spazi di reclutamento di vittime – soprattutto per giovani donne nigeriane e ivoriane – che vengono ingannate con la prospettiva di un passaggio oltreconfine”. 

I dati

In due anni la struttura di accoglienza ha ospitato 787 nuclei familiari per un totale di 2.278 persone in fuga da 37 paesi diversi.

  • Il 62% delle persone era originario dell'Africa sub-sahariana (soprattutto da Eritrea, Costa d'Avorio, Nigeria, Guinea ed Etiopia) arrivate dalla rotta mediterranea, o già nel nostro paese ma uscite dal sistema di accoglienza italiano, oppure “dublinate” da altri paesi UE.
  • Il 24% proveniente dai Paesi del Nord Africa (Tunisia e Libia), 12% dal Medio Oriente (principalmente da Afghanistan, Siria, Iran e Iraq/Kurdistan) seguendo la rotta balcanica o quella del Mediterraneo orientale.
  • Il 2% da Centro-Sud America ed Europa.

La Francia è la meta di arrivo preferita per coloro che provengono da paesi francofoni, mentre per gli altri le destinazioni rimangono Germania, Gran Bretagna o Nord Europa.