Il Covid-19 ha prodotto la più grande crisi educativa dell’ultimo secolo, una crisi che rischia di protrarsi per generazioni. Le lunghe chiusure scolastiche hanno privato bambini e ragazzi non solo di ore di lezione, ma anche dell’accesso a servizi essenziali, come la mensa e i servizi igienici, della socialità e di tutti quei benefici che la scuola in presenza porta con sé.  

Quasi 500 milioni di studenti, dalla scuola materna alla scuola secondaria superiore, non hanno avuto accesso all'apprendimento a distanza durante la pandemia: tre quarti vivevano nelle famiglie più povere o nelle aree rurali. A marzo 2021, la metà degli studenti di tutto il mondo erano ancora a casa da scuola (Unesco, 2021). Le conseguenze sono enormi e potrebbero annullare i progressi fatti negli ultimi 20 anni in termini di partecipazione scolastica (Unicef, 2021). Nonostante le riaperture, moltissimi bambini/e e ragazzi/e rischiano di non rientrare più a scuola. Il rischio aumenta per coloro che provengono da famiglie povere, poiché spesso sono costretti a lavorare per sostenere economicamente la famiglia. Anche le differenze tra bambini e bambine, già presenti prima della pandemia, si sono acuite: in alcuni contesti le bambine smettono di studiare prima dei coetanei maschi, per motivi culturali, sociali ed economici e vengono date in sposa precocemente. Con la pandemia il fenomeno si è probabilmente acuito: secondo alcune stime ben 11 milioni di bambine e ragazze potrebbero non tornare più a scuola per matrimoni precoci, e conseguenti gravidanze (Unesco, 2021).     

Riaprire le scuole, però, non basta. Le preoccupazioni più immediate da affrontare includono le enormi perdite di apprendimento, come valutarle e come offrire soluzioni efficaci. Circa un paese su tre in cui le scuole sono, o sono state, chiuse non sta attuando programmi di recupero per gli studenti (Unicef, 2021). Con la pandemia che continua a rappresentare una minaccia per i sistemi educativi, l'apprendimento digitale dovrebbe diventare un servizio essenziale per assicurare a tutti il diritto all’educazione. Ma non è così perché ancora oggi un terzo degli studenti nel mondo non ha accesso alle tecnologie digitali (Unicef, 2020).  

La recessione economica pesa inoltre sui bilanci nazionali e i fondi a disposizione per affrontare tale crisi scarseggiano. Investire nella scuola è necessario per assicurarsi che tutti i bambini e le bambine ricevano un’educazione di qualità e che gli insegnanti abbiano i mezzi e il supporto necessario per affrontare le perdite di apprendimento, e integrare la tecnologia digitale alle modalità tradizionali. Più tempo aspettiamo per agire, maggiori saranno le conseguenze a lungo termine, mettendo a repentaglio il futuro di un’intera generazione. 

FONTI