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Bilancio Sociale 2023: il racconto del nostro anno
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Bilancio Sociale 2023: il racconto del nostro anno
Settore d'intervento | Settori di intervento
Tempo di lettura: 3 minuti
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È on-line il Bilancio Sociale di WeWorld, uno strumento che ci permette di raccontare il nostro 2023 dando valore ai beneficiari e alle beneficiarie, ai nostri risultati e a chi ci ha permesso di raggiungerli.
Il Bilancio Sociale presenta dati, informazioni e attività realizzate dal 1° gennaio al 31 dicembre del 2023 secondo i principi e le indicazioni previste per gli Enti del Terzo Settore, ai sensi dell’art. 14 del decreto legislativo n. 117/2017. Rappresenta uno strumento di rendicontazione e trasparenza nei confronti dei nostri portatori di interesse e un’opportunità per raccontare il percorso della nostra organizzazione.
Il 2023 è stato un anno caratterizzato da molteplici
crisi nel nostro paese, l’alluvione in Emilia-Romagna,
la crisi umanitaria di Ventimiglia e gli allarmanti
casi di femminicidio (uno ogni due giorni), solo per
citarne alcune. Anche fuori dai confini nazionali si
sono susseguiti diversi eventi drammatici, come i
devastanti terremoti in Siria e Marocco, le alluvioni in
Libia e la gravissima crisi umanitaria in corso a Gaza.
L’incidenza sempre più frequente di eventi
meteorologici estremi, conflitti armati e guerre
e siccità è una realtà che, fino a pochi decenni fa,
sembrava distante, ma che ora permea le nostre
vite, generando crescente insicurezza e instabilità
mettendo a repentaglio i diritti delle persone.
In un mondo caratterizzato dalle poli-crisi, in cui le
sfide locali diventano globali, è necessario cambiare
prospettiva, adottando un approccio olistico e
intersezionale, al fine di non lasciare indietro
nessuno. È ai margini che dobbiamo guardare e
non soltanto a quelli geografici, ma anche ai margini
sociali ed economici dove sempre più persone non
vedono realizzati i propri diritti. Il nostro impegno
si concretizza proprio qui: nel riportare al centro
chi è ai margini. È proprio nella presenza nelle
periferie, in Italia e nel mondo, che si sostanzia la
missione della nostra organizzazione: costruire un
mondo più equo per tutte e tutti, in cui nessuna
persona venga lasciata indietro. Per contrastare la
povertà, la violenza e l’ingiustizia, e per promuovere
i diritti pensiamo sia essenziale partire dai
contesti marginalizzati, quelli in cui più agiscono le
disuguaglianze. Ma pensiamo anche che sia arrivata
l’ora di ribaltare la prospettiva, riconoscendo la
centralità e la dignità di quelle persone e di quei
luoghi che, troppo a lungo, sono stati considerati ai
margini. Una visione trasformativa, che collochi le
periferie al centro delle agende politiche, sociali ed
economiche.
I diritti, le opportunità e il futuro delle persone
non dovrebbero dipendere dal luogo in cui si
nasce, ma oggi alcune identità sociali più di altre
sono maggiormente colpite da disuguaglianze e
discriminazioni in maniera intersezionale. A rischiare
di rimanere indietro, intrappolate nell’immobilità
sociale, sono soprattutto le nuove generazioni. In
questo senso, parlare di riconoscere, prima ancora di
garantire, il “diritto al futuro” delle nuove generazioni
non vuole essere una provocazione, ma uno stimolo a
focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti cruciali della
dignità delle persone e della responsabilità sociale.
Concentrarsi sul domani, assicurandosi che i
diritti di tutte e tutti siano riconosciuti, promossi e
rispettati oggi, incoraggia la società ad adottare una
prospettiva a lungo termine. Significa ragionare in
termini di eredità, pensare a un nuovo patto sociale,
perché le scelte prese oggi, finora dimostratesi
poco lungimiranti, stanno già avendo e avranno
conseguenze per coloro che erediteranno il mondo
che ci lasciamo alle spalle.
Marco Chiesara Presidente WeWorld
Il nostro 2023
Nel 2022 abbiamo lavorato in 26 paesi nel mondo per rispondere ai bisogni dei più vulnerabili, in particolare donne, bambini e bambine, persone con disabilità, sfollate, rifugiate e migranti.
Un bambino su 5 vive in una in zona di guerra o
ne è appena scappato: succede oggi, nel mondo
che stiamo vivendo. Il numero dei conflitti cresce,
si radicano situazioni di guerra cronica con
conseguenze devastanti per tutta la popolazione.
Questa situazione, nella quale anche gli organismi
internazionali di pace rimangono inascoltati, è quella
che maggiormente mi preoccupa, pur essendo ben
consapevole che non è certo la sola ragione per la
quale 339 milioni di persone dipendono, nella loro
quotidianità, dall’aiuto umanitario. Ogni scenario
di guerra porta con sé un’emergenza umanitaria
alla quale siamo chiamati a rispondere in modo
tempestivo ed efficace, per fornire soccorso e
protezione a tutta la popolazione. Operiamo sempre
con il coinvolgimento e l’ascolto delle comunità
colpite, così da migliorare i programmi e la loro
capillarità. Questo coinvolgimento può funzionare
solo con il supporto e l’accordo dei partner
locali, così da riconoscere e attivare le comunità,
rendendole agenti primi nelle risposte alle crisi.
Obiettivo di questa modalità operativa è garantire
un’azione umanitaria centrata sui diritti e la dignità
delle persone che le crisi, di natura climatica, bellica
o economica, gettano ai margini. Nuove sfide e crisi
dimenticate che mi fanno sentire sempre più la
necessità di continuare a presidiare insieme quei
contesti che oscillano tra emergenza e sviluppo.
In Siria siamo testimoni da oltre un decennio
delle conseguenze della guerra e per questo i
nostri progetti sostengono il diritto all’educazione
come mezzo primario per costruire il singolo e la
collettività. Ma eravamo pronti, dopo il terremoto
dello scorso febbraio, per rispondere alla nuova
emergenza, ripristinando l’accesso sicuro all’acqua
potabile, distribuendo beni di prima necessità e
Lettera agli stakeholder
riabilitando infrastrutture scolastiche. In Palestina,
a Gaza e in Cisgiordania, siamo presenti da oltre
30 anni e sempre adattiamo i nostri interventi alle
esigenze umanitarie imposte dall’occupazione e dalle
sue incognite: dalle attività a sostegno dei centri di
salute ai progetti per garantire l’accesso alle risorse
idriche all’interno di comunità e scuole. Le ostilità in
corso ci impongono di concentrarci, con l’incessante
lavoro del nostro staff in loco, sulla distribuzione di
beni di prima necessità nella Striscia di Gaza, dove
oltre due milioni di persone sono isolate, private di
tutto e bloccate sotto i bombardamenti. Al nostro
fianco abbiamo le istituzioni, le agenzie dell’Unione
Europea e tra queste la Direzione generale per la
Protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario
(ECHO), le diverse agenzie delle Nazioni Unite
e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo
Sviluppo (AICS), ma anche aziende e persone che
ci sostengono e con le quali creiamo collaborazioni
che generano percorsi con un forte impatto sociale,
economico, ambientale e culturale, fatti di valori
e obiettivi comuni. Non sembra bastare mai, ma
sono convinta che continuare il lavoro, coinvolgere
sempre più persone e soggetti, sia un modo giusto e
degno per sostenerci tra umani.
Dina Taddia Consigliera Delegata WeWorld
Sono 179 i progetti realizzati nel 2023: 74 progetti in emergenza, 86 progetti di sviluppo e 19 per l'educazione alla cittadinanza globale.
I beneficiari e le beneficiarie
Abbiamo lavorato per un concreto miglioramento delle condizioni di vita di 9.716.145 persone, nostri principali stakeholder e al centro delle nostre azioni. Inoltre, grazie ai progetti di sensibilizzazione e alle campagne di comunicazione e advocacy, in Italia ed Europa abbiamo raggiunto oltre 15 milioni di persone.
0%beneficiarie donne adulte
0%beneficiarie bambine e bambini
Le persone
Le persone che lavorano con WeWorld rappresentano la nostra risorsa più preziosa, grazie alla loro motivazione, competenze altamente specializzate, metodologie e strumenti, modulati al contesto in cui lavoriamo.
Nel 2023 il numero complessivo di persone che hanno collaborato con WeWorld è di 1379, l'88% impegnate sui progetti, e il 12% in funzioni di supporto generale, come le attività relative a comunicazione e raccolta fondi.
0%in Italia e nel mondo sono donne
Nel 2023 abbiamo coinvolto 142 giovani, in particolare: 10 giovani del Servizio Civile Universale, 14 tirocinanti e 65 volontari. Il restante 37% ha preso parte alle nostre attività all’estero, in particolare: 7 tirocinanti, 25 volontari e 21 giovani che hanno preso parte al programma di volontariato europeo European Solidarity Corps. Undici giovani hanno avuto un contratto di collaborazione con WeWorld al termine del loro percorso formativo.
I partner
Come tutte le organizzazioni, WeWorld interagisce con una serie di portatori d’interesse: individui o gruppi che influenzano o sono influenzati dalle nostre attività, chiamati anche stakeholder.
Comunità di riferimento, istituzioni pubbliche locali, nazionali e internazionali, società civile, settore privato e Università; insieme a loro partecipiamo a una serie di reti, azioni di advocacy, informazione e scambio di strategie e metodologie per trovare un coordinamento più ampio nei processi di sviluppo e aiuto umanitario.
281
sono i nostri partner
557
altri stakeholder coinvolti
I donatori
L’Unione Europea resta il maggior donatore istituzionale di WeWorld anche nel 2023, con il 28% dei fondi. I fondi ricevuti dalle varie agenzie delle Nazioni Unite, invece, corrispondono al 16%. La restante parte dei fondi pubblici proviene dalle agenzie di cooperazione di altri paesi (15%), dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (11%), e dagli Enti Locali (1%)
In linea con l’obiettivo pluriennale di differenziare maggiormente i nostri fondi e costruire sempre più un intervento globale coerente, efficace e indipendente, stiamo lavorando per ampliare le donazioni da individui, aziende, fondazioni e cooperative, che nel 2023 rappresentano il 18% dei nostri fondi.
Per leggere e scaricare il Bilancio Sociale integrale, clicca qui!
Bilancio sociale predisposto ai sensi dell’art. 14 del decreto legislativo n. 117/2017. Le informazioni sugli emolumenti, compensi o corrispettivi a qualsiasi titolo attribuiti ai componenti degli organi di amministrazione e controllo, ai dirigenti nonché agli associati sono disponibili alle sezioni 3 e 5 del Bilancio Sociale pubblicato in questa stessa pagina.