L’8 settembre un terribile terremoto di magnitudo 6.8 ha colpito il Marocco. Ad oggi si contano 2900 vittime e oltre 2000 feriti, di cui la maggior parte nelle province di Al-Haouz, epicentro del terremoto, e di Taroudant, ma i numeri – già drammatici – potrebbero ancora aumentare. L’impatto del terremoto colpirà più di 100.000 bambini e bambine (dati UNICEF).
Per questo insieme a CEFA, organizzazione non governativa attiva con progetti di cooperazione allo sviluppo, stiamo fronteggiando gli effetti del terremoto per offrire un aiuto concreto e immediato a chi in poche ore ha visto la propria vita stravolgersi. C’è bisogno di tutto: acqua, rifugi temporanei – con relativi beni come tende, materassi e coperte - vestiti caldi e scarpe, assistenza medica e medicinali e utensili da cucina.
L’epicentro del terremoto e le aree più colpite si trovano in zone montagnose e di difficile accesso a causa di frane sulle strade o del crollo delle carreggiate. Nei giorni successivi al terremoto sono inoltre state segnalate diverse scosse di assestamento, con famiglie ancora intrappolate sotto le macerie delle loro case, blocchi stradali e zone difficili da raggiungere.
I bisogni sono enormi, a partire da medicinali, tende, materassi e coperte per assicurare un riparo e una protezione contro la pioggia e le notti all’aperto.
L’accesso all’elettricità è saltato in molte aree per i danneggiamenti ai cavi.
Servono taniche, per assicurare un più facile trasporto e stoccaggio dell’acqua potabile e per le normali attività quotidiane di igiene e cucina e utensili da cucina, perché in molti casi sono stati distribuiti beni alimentari di lunga durata (riso, pasta, farina) ma non ci sono pentole e atri utensili per cucinarli.
Insieme allo staff di Cefa stiamo rispondendo ai bisogni principali nelle zone più colpite, Al-Haouz (regione di Marrakech) e di Taroudant (regione Souss-Massa), con distribuzioni di beni di prima necessità. Stiamo inoltre valutando i bisogni e i rischi per le popolazioni locali per impostare un intervento che vada al di là della risposta di emergenza immediata e ponga le basi per un sostegno sul medio termine alle famiglie più colpite, soprattutto le fasce più vulnerabili.