Ora più che mai è necessario non lasciare sole le donne e le comunità afghane, sia che lascino il paese sia che rimangano, per scelta o per mancanza di alternative.

WeWorld ha iniziato a lavorare in Afghanistan nel 2002, sostenendo sempre i diritti delle persone, l’empowerment delle donne e la possibilità di un futuro migliore e anche in queste settimane, dopo il precipitare della situazione, ci siamo attivati su diversi fronti.

Il passo più urgente è l’evacuazione e la protezione delle persone più a rischio nel paese, come tutte e tutti coloro che, negli anni, hanno collaborato con le organizzazioni di cooperazione e le realtà internazionali come WeWorld. Insieme a molte altre ONG stiamo per questo chiedendo con forza che il Governo italiano faciliti l’evacuazione di queste persone e garantisca la loro accoglienza in Italia. Qui si trova lo statement congiungo con le altre organizzazioni inviato al Governo.

Sul fronte accoglienza sosteniamo da sempre la necessità di accogliere tutti i rifugiati umanitari e in questo contesto di emergenza afghano, oltre a chiedere al Governo l’evacuazione in Italia delle famiglie e persone che hanno sostenuto e collaborato con realtà umanitarie nel paese, ci siamo immediatamente resi disponibili a contribuire direttamente al lavoro di accoglienza. Lo faremo da un lato collaborando con diverse organizzazioni e associazioni in Italia e dall’altro aprendo i nostri Spazi Donna – luoghi di accoglienza, crescita e lotta alla violenza a Milano, Cosenza, Bologna, Roma, Brescia e Napoli - alle donne Afghane che arriveranno per percorsi di inclusione, supporto psicologico ed empowerment.

Continueremo, inoltre, a restare al fianco delle persone che rimangono nel paese e per questo chiediamo che vengano attivati gli aiuti umanitari per permettere alle ong di continuare a lavorare in Afghanistan al fianco delle donne e delle comunità più vulnerabili.

È necessario un intervento urgente e olistico, che veda i governi nazionali e l’Unione Europea attivi per facilitare l’evacuazione in tempi rapidi, l’immediata attivazione di interventi umanitari e la garanzia di percorsi di accoglienza e inclusione in collaborazione con i Comuni, attori fondamentali sul territorio italiano, per non abbandonare le persone a situazioni di maggiore vulnerabilità e fragilità.