Insieme contro la violenza sulle donne
La violenza sulle donne è un grave problema sociale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità una donna su tre è colpita da una qualche forma di violenza fisica, sessuale, economica o psicologica. In Italia oltre 6 milioni di donne hanno subito una qualche forma di violenza. Donne, spesso madri, i cui bambini – nel 65% dei casi – assistono alle violenze su di loro passando spesse dall’essere spettatore a vittima.
Oltre 120 donne vengono uccise ogni anno dai loro mariti, compagni, fratelli, padri. La violenza domestica non è una questione privata: ogni anno l’Italia spende circa 17 Miliardi di euro in costi sociali e economici causati dalla violenza contro le donne (vedi indagine Quanto costa il silenzio?). La violenza è un problema strutturale, è causata tra le altre cose, da assenza di pari opportunità tra uomini e donne e stereotipi profondamente radicati che vanno affrontati e superati. Un giovane su cinque tra i 18 e i 29 anni ritiene normale che un uomo se viene tradito si arrabbi fino al punto di diventare violento (indagine Rosa shocking 2 di WeWorld e IPSOS).
Per fermare la violenza dobbiamo avviare un profondo cambiamento culturale, per questo promuoviamo campagne di sensibilizzazione come #timeout e #maipiùinvisibili, interventi concreti per aiutare le donne, i bambini e le bambine che subiscono violenza (programmi “SOStegno Donna” e “Spazi Donna”) e azioni di pressione politica per cambiare le cose (Come da quinto punto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030 delle Nazioni Unite).
Vogliamo raccontarti la storia di Antonella, una giovane madre innamorata di quello che pensava essere l’uomo con cui avrebbe passato tutta la sua vita e che invece si è rivelato la persona dalla quale sarebbe dovuta scappare per vivere.
Antonella è stata picchiata e abusata da suo marito. Le violenze verbali e sessuali sono peggiorate in gravidanza e, per molto tempo, ha pensato di meritare la violenza, terrorizzata e sottomessa dal compagno. Le violenza non sono finite con la nascita della loro bambina, anzi, la situazione è peggiorata notevolmente. Antonella ha capito che doveva dire basta, ed è riuscita a scappare solo quando gli abusi hanno coinvolto la sua bambina. Dopo aver chiesto aiuto al nostro Spazio Donna, Antonella ce l’ha fatta a uscire dalla violenza, ma milioni di altre donne sono talmente stremate dagli abusi e dalla violazione dei loro diritti, da augurarsi di sparire, per non subire più. Clicca qui per ascoltare la storia di Antonella.
Grazie a persone come te, per aiutar le donne vittime di violenza come Antonella abbiamo aperto lo sportello SoStegno Donna nel Pronto Soccorso di un ospedale di Roma – un ambiente aperto h24 ore, sette giorni su sette per accogliere e proteggere le donne vittime di violenza e, se necessario, anche i loro figli. Il numero di donne vittime di violenza che si rivolgono al Pronto Soccorso è nettamente superiore a quello delle donne che si recano alla Polizia, ai consultori, ai servizi sociali e ai servizi di volontariato. Il Pronto Soccorso è, dunque, luogo privilegiato dove poter fare emergere la violenza domestica e dare una risposta adeguata sul piano psico-sociale, attraverso la relazione con le reti antiviolenza territoriali, opportunamente collegate con l’Ospedale. Il servizio è in relazione con gli altri soggetti della rete antiviolenza territoriale: forze dell’ordine, tribunali, privato sociale/associazionismo femminile, distretti sanitari.
Per Antonella e le altre donne vittime di violenza sono attivi Gli Spazi Donna, nati con l’obiettivo di far emergere situazioni di disagio sociale e favorire il reinserimento e l’orientamento ai servizi di donne potenzialmente o effettivamente vittime di violenza. Sono presenti nei quartieri vulnerabili di Napoli, Milano, Roma, Cosenza e Brescia. A questi si è aggiunto quello di Bologna grazie alla collaborazione con la cooperativa Cadiai e al sostegno di Lines e quello di Pescara. Nei centri è attiva la Child Care (spazio bimbi) per fornire uno spazio di accoglienza e di intrattenimento per i/le bambini/e, permettendo alle mamme di partecipare alle attività proposte. La dinamica della Child Care ha facilitato la creazione di un osservatorio privilegiato per comprendere e portare alla luce situazioni di disagio e abuso/violenza intrafamiliare, assumendo un ruolo importante come strumento di prevenzione secondaria in continuità con gli interventi realizzati per le donne. L’osservazione di segnali di violenza diretta e assistita conduce poi all’elaborazione di un intervento che prenda in carico l’intero nucleo (madre e figli) in un percorso sulle competenze genitoriali, la consapevolezza e la fuoriuscita dalla violenza, in rete con gli altri servizi del territorio.
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