Riempire i banchi è la nostra missione, perché un banco vuoto è un’emergenza che ci riguarda tutti.
Riguarda chi vuole fermare la violenza e la criminalità organizzata.
Riguarda chi sa che è con l’educazione che apprendiamo quali sono i nostri diritti, e come difenderli.
Chi pensa che nessuno abbia colpa di dove nasce, ma che è nostro dovere far sì che il luogo dove cresciamo non sia mai una condanna.
Riguarda le donne e gli uomini del futuro, agendo già da oggi.
In questi giorni le scuole italiane stanno riaprendo ma l’abbandono scolastico rimane un grave problema che allontana 222 milioni di bambini e bambine nel mondo dalla possibilità di avere un futuro condannando tutti e tutte a un destino dove fenomeni come la mutilazione genitale femminile, i matrimoni e le gravidanze precoci e il lavoro forzato sono rischi concreti e quotidiani.
Un banco vuoto è un’emergenza che ci riguarda tutti e tutte e per trasformare i sogni di questi bambini e bambine in opportunità è necessario intervenire con urgenza: perché l’educazione non aspetta.
La povertà educativa può riguardare Paesi come il nostro o situazioni lontanissime e inimmaginabili per noi. Per combatterla, servono progetti integrati e adatti ai diversi contesti.
Ecco dove WeWorld risponde “presente”.
IN ITALIA, PER SCONFIGGERE LA POVERTÀ EDUCATIVA.
L’emergenza educazione ci riguarda molto da vicino. Ad Aversa, per esempio, tra Napoli e Caserta, dove la criminalità si approfitta delle difficoltà dei ragazzi a comunicare tra di loro, ma anche coi genitori e gli insegnanti, per insinuarsi e promettere facili guadagni. O ancora ad Avezzano dove la carenza di infrastrutture può diventare motivo di abbandono scolastico.
Esserci in questi contesti è fondamentale e noi di WeWorld interveniamo in Italia con Frequenza 200, il nostro Programma Nazionale Contro la Povertà Educativa che abbiamo sviluppato nel corso degli anni e che oggi è presente in 20 territori da Nord a Sud per favorire l’inclusione e il benessere degli adolescenti che vivono in contesti a rischio.
Tutte le attività messe in campo hanno l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica attraverso un modello educativo fondato su pratiche inclusive finalizzate a garantire il diritto allo studio e all’educazione. Alcuni esempi sono il supporto scolastico e psicologico, l’orientamento per la scelta dei percorsi formativi post scuola e i laboratori di educazione non formale. Promuoviamo l’inclusione e contrastiamo la dispersione scolastica dando sostegno soprattutto nel passaggio critico tra le medie e le superiori e rendendo partecipe l’intera comunità educante, composta anche dai genitori.
IN SIRIA, PER I BAMBINI E LE BAMBINE A RISCHIO.
Il conflitto in alcune zone della Siria si è attenuato, ma i bambini sono lontani dall’essere in salvo: intorno a loro ci sono ancora mine, trappole e residuati bellici inesplosi. Per questo abbiamo attivato programmi di educazione al rischio per identificare, segnalare e proteggersi dagli ordigni esplosivi.
Per le bambine, poi, c’è un altro pericolo sempre in agguato: i matrimoni precoci, che interrompono i loro studi – oltre che la loro infanzia – e le espongono a violenze domestiche e gravidanze pericolose. Per cambiare il loro destino facciamo attività di sensibilizzazione anche fuori dalla scuola, coinvolgendo istituzioni e famiglie.
IN MOZAMBICO, PER UN'EDUCAZIONE DI QUALITÀ.
Conflitti e catastrofi naturali negano a intere generazioni le infinite opportunità che l’educazione può offrire. Questo è un rischio reale in un Paese come il Mozambico: dopo una serie di calamità naturali che hanno colpito il Paese, l’emergenza umanitaria non può ancora dirsi risolta e a pagarne il prezzo più alto sono come sempre le persone più fragili come le bambine e i bambini.
Lavoriamo nel Paese per assicurare un accesso all’educazione sicuro e inclusivo, promuovendo l’inserimento e reinserimento di chi non frequenta la scuola e rischia di non poter studiare. Per poterlo fare al meglio, le nostre attività coinvolgono attivamente il personale educativo e ne rafforzando le capacità per perseguire un’educazione di qualità che metta le bambine ed i bambini al centro, valorizzando le diversità e una cultura di pace e inclusione, anche attraverso l’utilizzo di strategie didattiche innovative che utilizzano il gioco, il disegno e attività extra-orario scolastico per costruire un percorso di crescita e di sviluppo emotivo e sociale.
Anche il cambiamento climatico mette a dura prova le comunità locali. Grazie al sostegno di persone come te, abbiamo ricostruito una scuola per 3.758 bambine e bambini che non solo ora hanno la sicurezza di un’istruzione, ma anche un posto dove l’acqua potabile non manca, dove possono fare almeno un pasto caldo e ricevere vaccini e cure mediche. Oltre ai progetti di alfabetizzazione ci occupiamo anche della formazione professionale di ragazze e ragazzi e lavoriamo per l’aumento dell’occupazione giovanile.
IN TANZANIA, PER SUPPORTARE IL SOGNO DI ESHTER E DELLE RAGAZZE COME LEI
Lavoriamo in Tanzania dal 2010 con un intervento dedicato al miglioramento della qualità dell’istruzione nelle scuole materne ed elementari nella regione di Dar es Salaam e nel distretto di Ludewa. Inoltre forniamo supporto, cure e assistenza psicologica, legale e medica a bambine e bambini.
Qui abbiamo incontrato Eshter che ogni giorno, per andare a scuola, è costretta a fare una lunga camminata e quando arriva è già troppo stanca. "A volte dormo in classe o perdo le lezioni della mattina - racconta -. Per arrivare a scuola devo attraversare il fiume e quando è in piena devo tornare a casa. Se è periodo di esami però devo pagare qualcuno che mi aiuti ad attraversarlo. Sempre lungo il percorso, ci sono le molestie dei ragazzi. Quando sarò grande voglio fare il medico, occuparmi dei bambini e degli anziani. In Tanzania molte famiglie non hanno i soldi per portare i bambini all’ospedale e anche se non sono gravemente malati molti muoiono per la mancanza di assistenza. Se studiassi potrei salvare molte vite”.
IN UCRAINA E MOLDAVIA, PER NON FERMARE l'EDUCAZIONE.
In Ucraina, in collaborazione con il partner internazionale ChildFund Alliance, abbiamo aperto 4 Child-Friendly Safe Spaces per garantire sostegno psicosociale ed educativo ai bambini e alle bambine sfollate a Leopoli dalle regioni orientali del Paese. A quest’ultimi vengono dedicate anche attività ludico educative per rafforzare lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale, ridurre i livelli di stress. Attualmente sono oltre 1.600 i minori sfollati, in una fascia di età compresa tra i 5 e i 17 anni, e più 800 le mamme ospiti dei quattro centri di accoglienza/transito di Leopoli.
Siamo al lavoro anche in Moldavia a Chisinau e Criuleni, dove stiamo allestendo spazi sicuri per bambini, bambine, donne e persone fragili nei diversi centri di accoglienza (RAC - Refugees Accomodation Centres). Il piano prevede di coprire l’intero distretto di Criuleni, che conta già più di 1.000 rifugiati, ospitati in 6 RAC, di cui 470 bambini e bambine per garantire agli sfollati bene di prima necessità, cibo, supporto psicosociale e giocattoli per i più piccoli.