Riportiamo l'articolo redatto da Vilma Mazza dell'Associazione Ya Basta sul meeting di coordinamento del Progetto WEGOV! che si è svolto ad Amman negli scorsi giorni alla presenza di numerosi partner: Associazione Ya Basta - Italia, Accun - Tunisia, Human Appeal International e Ma’an - Palestina, Amman Centre for Human Right Studies - Giordania e Fal – Libia.

Il progetto WEGOV, coordinato da GVC con il finanziamento della Commissione Europea  è finalizzato al coinvolgimento delle organizzazioni della società civile nella riforma dei processi politici, migliorando il loro ruolo di vigilanza attraverso il rafforzamento e la valorizzazione delle loro capacità.

Si è svolto ad Amman il Meeting di Coordinamento del Progetto We Gov.

Il progetto partito nel 2015, coordinato dal GVC con il cofinanziamento della Commissione Europea, si sviluppa in 4 paesi: Giordania, Palestina, Tunisia e Libia. L’obiettivo è rafforzare le organizzazioni della società civile attraverso la crescita di meccanismi di governance interna trasparenti e partecipati, come potenziamento delle loro capacità d’azione nel costruire reti e alleanze, lavorando a livello sia locale che regionale, per contribuire attivamente allo sviluppo democratico.

Il Meeting è stata l’occasione per valutare l’andamento delle attività e programmare i prossimi passi.

Il percorso, partendo da contesti sociali e politici tra loro diversi, sta rappresentando un utile occasione per rafforzare l’azione delle associazioni e delle strutture della società civile come attori a pieno titolo nella dinamica pubblica.

Il confronto tra tutti i partner non si è limitato ad un excursus sulle singole attività nazionali, ma proprio a partire da queste si è ragionato sulla possibilità di rafforzare assi d’azione condivisi a livello regionale. Già alcune scelte di fondo nello sviluppo delle attività in ogni paese tracciano un percorso comune: il coinvolgimento di diverse aree per valorizzare le particolarità regionali, il lavoro con associazioni di nuova formazione senza tralasciare le esperienze virtuose già stabilizzate, l’attenzione particolare data alla centralità del protagonismo femminile e dei giovani, la cura estrema alla promozione di pratiche trasparenti e partecipate.

In questo senso le reciproche esperienze rappresentano un positivo background da cui partire.

Dopo l’ampio lavoro di formazione di formatori locali realizzato in maniera condivisa ad Amman, si è sviluppato il piano di formazione in ogni paese. Sono state coinvolte associazioni e realtà locali, che hanno potuto accrescere le proprie capacità sul tema della governance sia intesa come pratica associativa interna democratica, trasparente e partecipata sia intesa come conoscenza ed azione di stimolo, controllo e dialogo con gli attori istituzionali sia locali che nazionali.

In Tunisia le attività stanno permettendo di valorizzare inedite ed interessanti esperienze di relazione tra amministrazioni locali e tessuto associativo come a Kairouan, si stanno intrecciando con il dibattito generale che accompagna il processo di realizzazione del decentramento amministrativo che dovrebbe sfociare nelle prime elezioni locali democratiche nel paese, dando supporto alla possibilità degli attori sociali di far valere la propria voce in uno snodo politico importante.

In Palestina le attività che coinvolgono numerose associazioni spaziano dai temi del rafforzamento della società civile nella relazione con l’Autorità Nazionale Palestinese fino alla sperimentazione intorno alle politiche sull’acqua di pratiche partecipate ed innovative.

In Giordania il lavoro svolto ha permesso di sostenere le realtà associative e della società civile, organizzate in forma di coalizione, nel monitoraggio e nella partecipazione attiva alle recenti elezioni nazionali, dando centralità alla promozione dell’equità di genere e al ruolo dei giovani oltre che alla valorizzazione del volontariato, inteso come cittadinanza attiva e consapevole.

Chiaramente ben più complessa è l’azione del progetto in Libia, visto la complessiva situazione del paese, anche se c’è stata una partecipazione anche da questo paese alle attività finora realizzate.

Ora si apre una nuova fase del progetto: raccogliere e condividere quel che è stato seminato.

Già dalle prossime settimane verrà lanciato un bando per finanziare progetti pilota, proposti da associazioni e reti locali, che si svilupperanno nei 4 paesi con lo scopo di realizzare percorsi di partecipazione diretta nella vita sociale, mettendo in pratica le elaborazioni specifiche, frutto del lavoro finora realizzato.

Sarà attivata nei prossimi mesi una piattaforma web in arabo ed inglese per permettere lo scambio di buone pratiche, materiali, esperienze e rafforzare l’azione a livello regionale. Una comunità d’intenti che a partire dalla condivisione on line agisca nel reale.

Un seminario internazionale aperto alla più vista partecipazione permetterà nella primavera del 2017 un confronto reciproco dei percorsi, dei progetti realizzati con la partecipazione di testimoni privilegiati, autorità locali, esponenti di organismi internazionali, rappresentanti di ONG, di ogni paese, per rafforzare il percorso regionale.

Si apre un intenso lavoro, per la messa in comune della ricchezza di sperimentazioni che compone il variegato panorama d’azione delle realtà associative e della società civile nei paesi presenti nel Progetto.

Una ricchezza che va sostenuta, messa in rete perchè è in questa tela, tessuta nelle sfide quotidiane intorno a temi differenti della complessità sociale, che affondano le radici per un futuro democratico, inclusivo e di diritti per l’intera regione.