I NUOVI STANDARD DELLE NORME INTERNAZIONALI IN MATERIA DI LAVORO.

 

In occasione della conferenza per il centenario dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) sono state presentate, nell’ambito delle iniziative sulle donne e il lavoro, la nuova Convenzione e le nuove Raccomandazioni per combattere la Violenza e le Molestie nei luoghi di lavoro. La Convenzione riconosce che l’abuso e le vessazioni nei luoghi di lavoro costituiscono una violazione dei diritti umani fondamentali: è una minaccia alle pari opportunità, è inaccettabile e incompatibile con il diritto a un lavoro dignitoso.

Per violenze e molestie si intendono tutti quei comportamenti, pratiche o intimidazioni che puntano, o risultano, in un danno fisico, psicologico, economico o sessuale. La Convenzione ribadisce la responsabilità degli Stati nel promuovere un ambiente a tolleranza zero verso questi atteggiamenti. I nuovi standard proposti dall’OIL mirano a proteggere lavoratori e impiegati, a prescindere dal tipo di contratto, includendo persone in formazione, stage, apprendistato, lavoratori il cui impiego è terminato, volontari, candidati e disoccupati. Manuela Tomei, direttrice del dipartimento dell’OIL sulle condizioni di lavoro e l’uguaglianza, ha dichiarato: “Senza il rispetto, non esiste dignità sul lavoro, e senza dignità, non c’è giustizia sociale. Questa è la prima volta che il Mondo del Lavoro, adotta una Convenzione e delle Raccomandazioni contro la violenza e gli abusi. Ora, condividiamo una definizione di violenza e molestia, e concordiamo su cosa deve essere fatto e da chi per prevenire e combattere il fenomeno. Speriamo che questi nuovi standard ci portino a vedere il tipo di futuro lavorativo che vogliamo.”

Secondo l’ISTAT, una donna su due in Italia nel corso della sua vita professionale ha subito una qualche forma di molestia fisica o di ricatto sessuale (2018). Eppure  il 99% dei ricatti sessuali non viene segnalato alle forze dell’ordine, nell’81,7% dei casi la vittima non ne ha parlato con nessuno nel luogo di lavoro, e solo il 18,3% ha raccontato la sua esperienza (ISTAT 2018). Le conseguenze a livello nazionale sono molto consistenti: le molestie provocano impatti negativi sulla capacità lavorativa delle vittime. Infatti le molestie possono portare alla comparsa di disturbi da stress post traumatico, i quali a livello professionale possono incidere sulla produttività e sull’efficacia delle risorse, sull’assenteismo e sul turn-over del personale. Anche la società nel suo complesso subisce un danno nel momento in cui l’economia del Paese perde produttività e output da parte delle donne, producendo un calo del PIL (WeWorld 2013, Quanto costa il silenzio?). Secondo Guy Ryder, Direttore Generale dell’OIL: “i nuovi standard riconoscono il diritto di tutti a un mondo in cui l’ambiente lavorativo sia libero dalla violenza e dalle molestie. Il prossimo passo sarà mettere in pratica le Raccomandazioni così da creare un ambiente di lavoro migliore, più sicuro e più dignitoso.