GVC arriva in Tunisia. La Ong bolognese ha avviato un primo progetto a Ras Jdir, nella parte sud del Paese al confine fra Tunisia e Libia. Lì sono collocati i campi degli Emirati Arabi Uniti, della Federazione Internazionale della Croce Rossa e il campo di Choucha (il più grande) gestito da UNHCR. All’interno di questi campi si trovano attualmente circa 5.000 persone, per la maggior parte lavoratori e famiglie proveniente dall’ Africa sub sahariana che non possono essere rimpatriati, poiché la situazione nel loro paese di origine non lo permette e rischiano quindi di rimanere nei campi fino alla fine del conflitto.
Nel campo profughi di Choucha il GVC è intervenuto già da Marzo 2011 in partenariato con la Ong tunisina ATSR e l’agenzia delle Nazioni Unite UNFPA con un’equipe composta da un coordinatore, un medico, un’ostetrica, un infermiere e quattro volontari. I servizi forniti all’interno del campo vanno da quelli medici e di salute riproduttiva e materno infantile.
Dopo Siria e Palestina si rafforza così la presenza di GVC lungo la sponda sud del Mediterraneo, che sta attraversando un momento particolarmente delicato, tra ribellioni per la democrazia e una crisi economica sempre più pesante, come raccontato nel corso dell’incontro che l’Ong ha organizzato oggi a Bologna con Lucio Caracciolo, direttore di Limes, proprio per approfondire la situazione in quest’area.

“Quando i nostri primi cooperanti sono arrivati in Tunisia – racconta il direttore di GVC Gianluca Borghi – si sono trovati davanti ad una situazione che ci ha davvero colpiti. Il sud del Paese da mesi vive un afflusso costante di profughi dalla Libia, che arrivano spesso senza niente e segnati da traumi e lutti. È una zona molto povera, ma la popolazione locale sta facendo l’impossibile per aiutarli, anche accogliendoli in casa e condividendo con loro il poco che hanno. È una situazione che dovrebbe insegnare molto a ognuno di noi e che non ci può lasciare indifferenti. Per questo abbiamo deciso di partire: per essere vicini e dare una mano sia ai profughi sia alla popolazione locale”.
Ma l’impegno di GVC non si ferma qui. L’Ong bolognese ha presentato altri due progetti, sempre per il sud della Tunisia, attualmente in attesa di finanziamento. Con il primo si propone di migliorare la situazione anche della popolazione locale di un’area afflitta da una pressoché perenne siccità, migliorando le reti idriche e il sistema di cisterne per l’immagazzinamento dell’acqua. Con il secondo progetto, elaborato insieme a una Ong locale, GVC vuole invece sostenere la frequenza dei bambini a scuola, oggi molto precaria, mettendo a disposizione tra l’altro un insegnante dedicato e un minibus per facilitare il trasporto.