La Valle della Bekaa è un fazzoletto di terra a Nord del Libano, poco lontano dal confine con la Siria. In questi 120 chilometri di lunghezza e ancor meno di larghezza oggi vive la maggior parte dei rifugiati siriani che hanno dovuto lasciare il proprio Paese, e che in tutto il Libano sono più di un milione.  

GVC è impegnato in questa zona per sostenere la popolazione siriana in fuga dalla guerra. Tra i diversi interventi, abbiamo realizzato un progetto finananziato dalla Direzione Generale per gli Aiuti Umanitari e la Protezione Civile - ECHO per la protezione dei rifugiati siriani che vivono in sparsi per la Valle, di solito lontano da Hermel e le altre città della regione.
Come testimonianza delle condizioni di vita nei campi di insediamento informali in Libano e dei risultati dei nostri progetti, abbiamo realizzato una campagna, #4Syria, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle storie di chi ha lasciato tutto per fuggire dalla guerra.

All’interno della campagna è stato anche realizzato un documentario, Syrian Edge (2015), proiettato in Italia e in altri paesi in diverse occasioni. Nel corso del mese di febbraio, Syrian Edge è finalmente tornato in Libano, ed è stato proiettato in diverse scuole e nelle sedi di alcune associazioni della Valle della Bekaa e nel Municipio di Hermel.

Riportare a casa Syrian Edge è stato particolarmente significativo: per la prima volta, infatti, molti libanesi hanno visto con i loro occhi quello che succede a pochi chilometri dalle loro case, e di cui spesso hanno solo informazioni parziali.

“Non solo” ci ha spiegato Fidaa Sahili, cooperante GVC e organizzatrice delle proiezioni, “Tra gli spettatori c’erano anche 65 siriani più fortunati, che sono riusciti a trovare una casa in città e vivono fianco a fianco ai libanesi. Sono persone integrate, che di solito lavorano, hanno dei negozi. Anche loro sono rimasti stupiti delle condizioni di vita dei loro connazionali nei campi di insediamento. Per esempio, non avevano idea che avessero perfino problemi di accesso all’acqua: è una cosa che non immagini finché non la vedi”.

Le proiezioni hanno coinvolto più di 400 persone in tutta la Valle della Bekaa, di cui più della metà studenti tra i 12 e i 17 anni.
“Sono stati i più interessati” ha detto Fidaa, “Hanno fatto molte domande, e sono stati davvero colpiti quando hanno saputo che alcuni bambini degli insediamenti sono morti durante una tempesta l’anno scorso, e che molti non vanno a scuola come loro”.

Fidaa ha specificato che non tutti i libanesi sono tolleranti verso i rifugiati: in un Paese di poco più di 4 milioni di abitanti, il peso di più di un milione di siriani appena arrivati si fa sentire. Il governo non li riconosce come rifugiati, dunque godono solo della protezione internazionale. Quelli che vivono nei campi di insediamento, poi, si cerca di renderli “invisibili”: per questo proiettare Syrian Edge nella Valle della Bekaa è stato così importante. Una maggiore consapevolezza della situazione ha aiutato molti libanesi e siriani a farsene un’idea più precisa e soprattutto a essere più solidali