Giovedì scorso Robert Piper, il Coordinatore Umanitario delle Nazioni Unite per la Palestina, ha visitato il villaggio di Susiya per capire le difficoltà e le preoccupazioni di una comunità che vive sotto minaccia costante di demolizione. Durante la sua visita Piper è stato accompagnato da colleghi e diplomatici dei governi di Norvegia, Svizzera ed Italia, e dal team locale di GVC.

Piper ha rilasciato un comunicato stampa in cui afferma che “Susiya è un esempio emblematico di un modello di ingiustizia che si sta ripetendo in molte aree della Cisgiordania […] Chiedo alle autorità israeliane di sospendere le demolizioni delle strutture palestinesi in Area C”.

I circa 170 abitanti di Susiya, una comunità palestinese collocata a poca distanza da Hebron nel sud della Cisgiordania, vivono sotto rischio di dislocamento: a partire dal 1986 sono stati oggetto di tre ondate di demolizioni e deportazioni. Un insediamento israeliano si trova oggi nel luogo dove originariamente sorgeva la comunità, classificato come sito archeologico dalle autorità israeliane che conseguentemente ne richiesero l’evacuazione.

All’inizio di maggio 2015 l’Alta Corte di Giustizia israeliana ha rifiutato la petizione per un ordine restrittivo contro i numerosi ordini di demolizione a Susiya; ciò significa che Israele può continuare a implementare gli ordini di demolizione, emessi per oltre 170 strutture della comunità, incluse 34 strutture residenziali, 26 ripari per animali, 20 cisterne idriche, 21 servizi igienici, 2 cliniche, una scuola ed un asilo. Negli anni i numerosi tentativi della comunità di avere da Israele un piano spaziale e permessi di costruzione sono stati respinti. Una petizione contro l’ultimo rifiuto sarà portata davanti alla Corte di Giustizia israeliana il 3 agosto.

GVC è attivo dal 2009 per il supporto a Susiya tramite costruzione di rifugi e servizi igienici.

L’hashtag ufficiale per supportare la comunità di Susiya è #SaveSusiya.