A seguito dei violenti attacchi, GVC esprime piena solidarietà alla popolazione della striscia di Gaza.
Riteniamo che l’escalation di questa ulteriore “operazione” vada fermata, per non ripetere le conseguenze sanguinose del 2009, quando l’operazione Piombo Fuso fece contare oltre mille vittime palestinesi, di cui circa 400 bambini.
Il diritto di difesa di Israele non può colpire la popolazione civile, le donne e i bambini indifesi provocando un disastro umanitario.
Ribadiamo, ancora una volta, la nostra ferma solidarietà alle donne e agli uomini del popolo palestinese, con cui dal 1990 siamo impegnati a costruire strumenti di pace e di riscatto sociale e civile attraverso progetti di solidarietà e cooperazione internazionale.
Siamo fortemente preoccupati per l'escalation delle operazioni militari in atto, in una zona già fortemente indebolita dalle recenti trasformazioni politiche e di rappresentanza democratica.
Chiediamo al nostro governo, che vanta buone relazioni sia con Israele che con i palestinesi, e alla comunità internazionale, l'assunzione di un ruolo attivo nella risoluzione del conflitto al fine di fermare i raid israeliani che stanno provocando vittime innocenti all'interno della striscia di Gaza, territorio popolato da oltre un milione e mezzo di persone e dove il 50% della popolazione ha meno di 14 anni.
Tramite l'associazione AIDA - Association of International Development Agencies , GVC e altre 37 agenzie di aiuto umanitario hanno invitato i leader mondiali ad agire rapidamente per far rispettare il cessate il fuoco al fine di proteggere le vite e le infrastrutture della popolazione civile, e di evitare che a Gaza avvenga un disastro umanitario di vaste proporzioni a causa del confronto militare prolungato.
Le agenzie hanno dichiarato che la comunità internazionale deve fare immediatamente pressione sul governo di Israele affinché tenga aperti i valichi con Gaza per permettere l'entrata di forniture di aiuti umanitari indispensabili e affinché spinga tutte le parti coinvolte nel conflitto a porre fine alla violenza e a conformarsi agli obblighi del diritto internazionale.