"E' tutto così difficile, non abbiamo prospettive qui. Vorrei andarmene il più presto possibile". Ecco, l'ennesima storia strappalacrime di un migrante che vuole andarsene dal suo paese, per venire a fare fortuna in Europa, magari a casa nostra qui in Italia. Invece  le parole di Maan (rifugiato siriano che vive in uno dei campi informali gestiti da GVC nella Valle della Bekaa, in Libano) sono rivolte alla Siria e il cui unico sogno sarebbe farvi ritorno. A casa sua. Incredibile, vero? Eppure la maggior parte delle persone che chiamiamo "migranti", contrariamente a quanto si ostinano a farci credere i giornali e certe ottuse dichiarazioni politiche, sognano di ritornare a casa, da dove sono dovuti scappare per non morire e per proteggere le proprie famiglie. Guerre e disastri ambientali, povertà estreme, persecuzioni religiose: le cause sono molte e diverse, ma l'obbligo di scappare è comune.

Come GVC, organizzazione impegnata da anni nelle emergenze umanitarie e nello sviluppo, ci troviamo spesso ad affrontare i flussi migratori, a partire dai territori di origine. In Palestina, in Siria, in Libano o in Cambogia, gli interventi sono diversi, ma lo scopo è lo stesso: migliorare le condizioni di vita delle persone, per fare in modo che non siano costrette ad emigrare, quando non vorrebbero farlo. E, se costrette, che possano farlo in condizioni di salvaguardia, evitando di finire nelle sempre più lucrose tratte di essere umani, il cui giro di affari si aggira sui 32 miliardi di euro, sulla pelle di 30 milioni di persone vittime della tratta, e di moderne schiavitù lavorative e sessuali. Lavoriamo affinché quella della migrazione sia una scelta libera, non obbligata. Perché sviluppo e migrazioni sono strettamente legati, come discusso in un recente incontro che abbiamo promosso a Bologna.

"Allo stesso tempo, crediamo sia importante cambiare la narrazione che generalmente circola nella sfera pubblica, sui mass e social media, informando correttamente e analizzando pubblicamente e con i veri esperti del settore queste problematiche" afferma Dina Taddia, presidente di GVC "Per questo motivo abbiamo iniziato un percorso di divulgazione, in cui creiamo occasioni di riflessione sia in Italia che in Europa, come il convegno organizzato quest'anno in apertura del nostro Terra di Tutti Film Festival o la proiezione del nostro documentario Syrian Edge al parlamento di Bruxelles o ancora la tavola rotonda del 17 dicembre a Reggio Emilia. Le migrazioni oggi costituiscono l'emergenza più importante su cui dobbiamo spenderci. In Italia e nel mondo".

Ricordando che quando si parla di questi fenomeni, chiamandoli genericamente "flussi migratori" o "migrazioni", stiamo sempre parlando di singole persone, di esseri umani, con una voce, una storia, una situazione individuale. Non bisogna mai dimenticarlo.