La ricerca condotta nell'ambito del progetto Périphérie Active si concentra sul rapporto tra la Tecnologia dell'Informazione e della Comunicazione - TIC - e la società civile.
Périphérie Active struttura la maggior parte delle sue attività nei Centri Mediatici Cittadini, spazi di partecipazione e promozione di tecnologie dell'informazione e della comunicazione (come ad esempio Radio, TV e Web) e dei media liberi, così come del rafforzamento della società civile. Tre Centri Mediatici sono stati aperti fino ad ora nella città di Sidi Bouzid, Menzel Bouzaiene e Regueb e la ricerca interessa non a caso queste tre aree della Tunisia.
Scritta in seguito a due indagini condotte nel 2013, una riguardante la società civile in generale e l’altra rivolta a giovani e donne nel governatorato di Sidi Bouzid, la ricerca fornisce numerose informazioni sullo sviluppo dei tre centri cittadini e sull'insieme di individui, associazioni e istituzioni che popolano il territorio. L’interrogativo di fondo a cui si è cercato risposta è quello di capire in che modo una società civile, promotrice della democrazia e del rispetto dei diritti umani e con un libero accesso a tutte le principali tecnologie della comunicazione, può costituire una risorsa per lo sviluppo presente e futuro delle donne e dei giovani del governatorato di Sidi Bouzid. Per cercare di rispondere a questa domanda sono state coinvolte 324 persone: in questo gruppo erano presenti uomini tra i 18 e i 29 anni e donne tra i 18 e i 35 anni, per la maggior parte studenti o disoccupati.
In generale la Tunisia è 85esima nell’ICT Development Index, un indice che comprende nella sua misurazione l’accessibilità alle TIC, il loro uso e le competenze in materia. La Tunisia è tendenzialmente arretrata da questo punto di vista, ma si è visto che in realtà il dato cambia di molto se correlato all’età di riferimento; la fascia giovane della popolazione è chiaramente molto più dinamica e partecipativa. Per quanto riguarda l’utilizzo che viene fatto delle TIC, non sorprende che dopo una lunga dittatura sia l’ambito dell’informazione quello maggiormente utilizzato, in particolare attraverso TV, radio e social media. Questi ultimi risultano essere anche la destinazione principale delle connessioni ad internet, soprattutto per gli uomini: le donne sono infatti meno partecipi, usano meno internet e le TIC in generale, sono iscritte più raramente ai social network. Loro sono quindi le destinatarie di alcuni degli interventi che GVC sta conducendo sul territorio, in quanto parte essenziale dello sviluppo della società civile democratica.
Si è visto infatti che una maggiore partecipazione alla vita sociale ed economica delle donne porta effetti positivi per tutta la comunità e nella ricerca svolta forti sono le raccomandazioni in tal senso. La loro inclusione è un passo fondamentale per la costruzione di una società basata sulla democrazia e la giustizia e contribuisce alla lotta contro le discriminazioni e pregiudizi in generale.
Un altro punto essenziale che si è sottolineato è l’importanza della trasparenza.
La ricerca, infatti, evidenzia che le formazioni maggiormente richieste dalle associazioni sono quelle in materia di gestione amministrativa e finanziaria. Per rafforzare in modo sostenibile la società civile è quindi necessario includere nelle attività di formazione anche la questione trasversale della trasparenza, ad esempio privilegiando la diffusione di informazioni e di documenti chiave sul sito web dell'associazione. All'interno della società civile, la trasparenza è un elemento sostanziale per il coinvolgimento di tutti gli attori e rinforza sensibilmente la democrazia di una comunità.
Vedendo nello specifico le varie forme di tecnologia, grande spazio è dedicato alla radio. Durante la dittatura di Ben Ali le concessioni radiotelevisive private erano assegnate a persone vicine al governo, mentre oggi la distribuzione di contenuti su banda FM è essenzialmente accessibile a soggetti sia privati che statali. La società civile ha purtroppo accesso ad una diffusione molto limitata delle informazioni, nonostante la radio FM rimanga una delle attrezzature più accessibili ai tunisini: il 78 % delle persone intervistate hanno dichiarato di possedere una radio. Questo strumento è tra l’altro anche quello che riesce ad includere con maggiore facilità le classi più escluse e discriminate della società, per cui anche chi è estremamente povero o le donne rurali hanno accesso a questo tipo di tecnologia. È bene ricordare poi che la radio FM è oggi appannaggio soprattutto di radio commerciali e pubbliche, mentre i media associativi e comunitari stanno cercando di guadagnare legittimità in un percorso per ora ancora tutto in salita. GVC è impegnata in questo percorso di supporto della libertà di espressione e dei media comunitari/associativi, sostenendo media locali provenienti dalle regioni più svantaggiate. Per tutti questi motivi è vivamente consigliato di sostenere le radio comunitarie e di promuovere la diffusione delle attività della società civile su questo supporto. La radio comunitaria è una grande sostenitrice della democrazia diretta, perché è una tecnologia di informazione e comunicazione disponibile a tutti e attraverso cui passano informazioni comprensibili da tutti.
Le attività che GVC sta realizzando in Tunisia seguono questo tipo di esigenze e la conoscenza delle realtà in cui si opera è una necessità per sostenere lo sviluppo di una società in transizione come quella tunisina.