Lavorando con i rifugiati Siriani in Libano dal 2012, siamo partiti dall’idea che non bastasse dar loro un riparo sicuro o garantire l’accesso all’acqua: bisognava trovare un meccanismo in grado di promuovere la loro autonomia e inserimento sociale rafforzando, al tempo stesso, la coesione sociale con le comunità ospitanti.

Per questo a maggio dell’anno scorso è partito un progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - MAECI, per creare opportunità di lavoro per i rifugiati siriani e i cittadini libanesi più bisognosi nella città di Hermel, nella Valle della Bekaa, a Nord del Libano, sostenendo l’impiego temporaneo per la realizzazione di servizi pubblici a favore della comunità ospitante.

Il progetto ha fornito alla municipalità un camion per la raccolta dei rifiuti, i materiali e gli equipaggiamenti per i lavoratori e lavoratrici impiegati nei diversi lavori per la comunità, dalla pulizia delle strade alla manutenzione dei parchi, alla riparazione dei canali per l’irrigazione e riattivazione del vivaio comunale.

Il 30 marzo abbiamo presentato i risultati di dieci mesi di lavoro: siamo riusciti a impiegare per almeno un mese 336 persone: 311 uomini e 25 donne. La retribuzione media è stata di 558 dollari. Considerando che il reddito medio mensile delle famiglie rifugiate in Libano è di 234 dollari al mese, si tratta per molti di un’enorme opportunità.

Abbiamo lavorato a stretto contatto con la Municipalità di Hermel, che ha selezionato i volontari in base a criteri di vulnerabilità condivisi e si è fatta carico della loro fromazione. In effetti, la città tutta è stata beneficiaria del progetto: strade asfaltate, parchi riabilitati, canali d’irrigazione riparati e il vivaio rimesso a nuovo. Sembra che questa rinnovata vivibilità della città abbia istaurato un circolo virtuoso: infatti la Municipalità, dopo aver valutato il lavoro dei volontari, ha deciso di assumere 16 persone (11 Libanesi e 5 Siriani) che verranno impiegati stabilmente nei servizi di manutenzione stradale e raccolta e smaltimento dei rifiuti, e di investire i soldi risparmiati grazie al progetto, 80.000 dollari, per costruire un Centro sportivo per ragazzi e riabilitare una fonte d’acqua potabile.

Questo dimostra certamente la volontà della città di Hermel di proseguire autonomamente questo processo di integrazione tra i locali e i rifugiati siriani: un percorso fondamentale per il Libano, in un momento in cui il Paese è duramente provato dall’afflusso di persone in fuga dalla guerra. In tutto il territorio, se ne contano più di un milione.
Il peso di questo numero si sente soprattutto ad Hermel e in tutta la Valle della Bekaa, la zona più povera del Libano.

Nonostante le molte difficoltà quotidiane, integrazione e sviluppo sembrano andare di pari passo: i rifugiati siriani che lavorano a fianco dei libanesi possono diventare una risorsa per il Paese che li ospita, e soprattutto trovare una nuova dignità nel proprio lavoro e nella propria autonomia.