Firmato l'accordo con la Mezza Luna Rossa siriana che ci autorizza a rientrare nel Paese.
Da marzo lavoreremo di nuovo accanto alla popolazione siriana con progetti che riguarderanno acqua, igiene e riabilitazione di edifici pubblici, soprattutto con personale locale.

Nel mondo sono solo 16 le organizzazioni non governative accreditate per operare in Siria. Di italiane, fino a qualche giorni fa, c’era solo Terres des Hommes. Ma dopo 7 mesi di trattative, proposte e incontri è arrivata l’autorizzazione anche per GVC, presente nel Paese fin dal 2008 e dal quale è uscita nel 2011 (a progetti conclusi) per motivi di sicurezza.
Acqua, igiene e progetti educativi, tra cui la riattivazione di scuole e ospedali e la fornitura di materiali, sono gli ambiti in cui, a partire dal mese di marzo, GVC opererà – soprattutto con personale locale – in Siria, nella zona di Aleppo.
A questi si aggiungono interventi di formazione e sostegno psicologico. “Sono milioni le persone obbligate a spostarsi all’interno del Paese e che ora si ritrovano a vivere in una zona che non è quella di origine – spiega Dina Taddia, direttore dei programmi per GVC – e i bambini che tornano a scuola in istituti diversi, magari dopo non averla frequentata a lungo, portando con sé traumi e vissuti psicologici molto difficili”.
“In questo momento – precisa Taddia – un nostro referente si trova in Siria per individuare, in accordo con la Mezza Luna Rossa, quali sono le aree su cui lavorare”. Le priorità sono molteplici: basti pensare che la crisi siriana è ormai entrata nel terzo anno, si stima che siano morte 130 mila persone, si contano circa 6,8 milioni di sfollati interni e 2,3 milioni di persone fuggite dal Paese, senza dimenticare la distruzione di edifici, infrastrutture, sistema economico e patrimonio culturale. In più, anche se è di questi giorni la notizia dell’accordo tra Nazioni Unite e governo siriano sull’apertura di un corridoio umanitario che permetta ai civili di lasciare la città di Homs assediata da oltre 18 mesi, i negoziati in corso a Ginevra non sembrano dare i risultati sperati.
“In questo momento la situazione in Siria è in stallo e non vedo grossi cambiamenti in un futuro vicino – aggiunge Dina Taddia –. La nostra capacità d’intervento sarà fortemente influenzata dalle condizioni di sicurezza del Paese, che possono variare repentinamente”.
I progetti di GVC in Siria saranno finanziati dall’Onu. “Il sistema delle Nazioni Unite e la Commissione Europea stanno seguendo con estremo interesse la nostra entrata nel Paese – conclude Taddia –, in particolare Unicef e Ocha, che stanno già finanzianddo progetti GVC in Libano a favore dei profughi siriani rifugiati nel Paese”.