La crisi umanitaria in Siria e le sue cause, gli interessi delle super potenze, la posizione italiana ed europea nel conflitto. Questi gli argomenti principali tra i tanti temi toccati durante il dibattito sull’emergenza in Siria tenutosi nella sala “I Cento Passi” di FestaReggio, promosso da GVC e AGIRE, agenzia italiana risposte emergenze.
Ad introdurre la situazione siriana è Luigi Seghezzo, vicepresidente di GVC, che disegna il quadro generale di quella che è diventata una vera e propria guerra civile. Dal 2011 ad oggi si contano 26.000 vittime circa e 250.000 rifugiati in Libano e Giordania.GVC, così come altre ONG appartenenti ad AGIRE, è stata presente ad Aleppo per tutto l’anno 2011 con un progetto di cooperazione allo sviluppo incentrato principalmente su tre punti: migliorare il sistema educativo siriano tramite la riqualificazione di 5 scuole, formazione degli insegnanti e promozione di una campagna di sensibilizzazione per bambini e famiglie.
Ad illustrare al pubblico presente questo programma è Giorgiana Giacconi, membro del direttivo GVC sezione Siria la quale,dopo aver analizzato le differenze della Siria nella “Primavera Araba” rispetto agli altri paesi che vi presero parte, ci avvicina allo stato d’animo della popolazione siriana grazie alle parole di una cooperante palestinese in Siria: “Ora siamo all’inferno[..]non provo altro che dolore [..] Aleppo è diventata una città salubre: nonostante il fumo nero non abbiamo più carburante, così camminiamo di più. Da alcuni giorni non c’è acqua, così non la sprechiamo”.
Il dibattito prosegue con gli interventi di Andrea De Maria, dipartimento organizzazione PD nazionale, il quale ci illustra la qualità della cooperazione italiana nonostante la “poca consapevolezza di ciò che sta accadendo realmente” e l’indebolimento del dibattito pubblico anche a livello europeo, e di Marco Bertotto,direttore di AGIRE.Quest’ultimo analizza la scarsa copertura mediatica del conflitto rispetto ad altre emergenze(“Sindrome di Baghdad”),e alla ancor più magra attenzione economica che le grandi potenze rivolgono alla popolazione siriana colpita,fatto considerato un fallimento della comunità internazionale.
Chiude l’incontro Luciano Vecchi,consigliere PD Emilia-Romagna,che ci invita a non leggere la crisi siriana in modo manicheo e a rifiutare il pensiero secondo il quale le società arabe non vogliono la democrazia. Ravvivano infine il dibattito gli interventi di Stefano e Andrea,due ragazzi presenti tra il pubblico,che si confrontano con gli ospiti sulla veridicità della popolarità del regime di Assad e sul quadro storico-politico dei paesi arabi,non portato,secondo Stefano,ad accogliere regimi di tipo democratico.

Alice Saccani