GVC è impegnata da anni in progetti sulla sostenibilità ambientale e sull'agricoltura famigliare in Brasile. Gli scorsi 15 e 16 giugno ha promosso ed organizzato, con Instituto Brasil, il I° Seminario Internazionale sul Sicurezza Alimentare, Agricoltura Famigliare ed Energie Alternative.
Nel corso del seminario di Ibia i protagonisti sono stati i piccoli agricoltori, gli assentados. Le difficoltà concrete che i piccoli produttori vivono quotidianamente sono state poste al centro del dibattito, mai dimenticando il contesto di lotta nel quale hanno conquistato il loro pezzo di terra e ponendo in secondo piano le questioni più prettamente teoriche. Questo approccio oltre che una grande determinazione, ha dimostrato anche alcuni limiti che si potrebbero definire "ideologici" nell'analizzare criticamente i comportamenti e gli obiettivi di istituzioni pubbliche e private, ma che ma risultano legittimi e perfettamente comprensibili pensando alla storia recente del Brasile e dell'America Latina in ambito di sfruttamento delle risorse ambientali ed umane, e considerando che in Brasile circa il 70% della produzione agricola che arriva sulle tavole dei brasiliani proviene dalle Agricolture Familiari (AF).
L'obiettivo di GVC all'interno del seminario è stato quello di contribuire al dibattito su Agricoltura familiare e Economia verde, in linea con AGRIFAM il progetto sulla sicurezza alimentare e sullo sviluppo agricolo che GVC, insieme ad alcune organizzazioni locali, sta portando avanti in Brasile.
A Ibia sono stati presenti organizzazioni ed istituzioni dal MDA (Ministero dello sviluppo agrario), all’INCRA (Istituto nazionale di riforma agraria), alla SAFS-MG (Segreteria di agricoltura familiare dello Stato di Minas Gerais), alla EMATER (Empresa estadual de asistencia tecnica e extençao rural), ai programmi nazionali di finanziamento PRONAF, PAA ecc. al (contestato) Banco do Brasil ( che gestisce i fondi Pronaf), alle Prefettura dell’Alto Paranaiba, alla Delegazione dello Stato di Mato Grosso, allo IAV (Istituto Açao Verde di Cuiaba), all’ IB (Istituto Brasil), alla contestata CNA (Confederazione nazionale della agricoltura) ed ovviamente a numerosi Assentamenti, oltreche alla Direzione della Cooperativa Ibiabiocoop,Gvc, Instituto Brasil ed altre Ong, come il CAVI, il CEVI, Humana Brasil. Erano presenti anche tutti i Delegati dei Paesi invitati: Brasile, Argentina, Bolivia, Peru, Guatemala, Ecuador, Cuba, Mozambico, Marocco, Tunisia, Italia. Per ragioni di visto sono mancate le presenze di Haiti e Burundi.
Al termine del seminario è stato annunciato l'impegno di organizzare a BARI nel 2012
il prossimo 2º Incontro su Agricoltura familiare e Economia Verde, convocando
gli stessi ed altri delegati internazionali.




Obiettivi raggiunti?
Il Seminario si prefiggeva di promuovere anzitutto la conoscenza (relativamente ai temi dell'agricoltura familiare, sicurezza alimentare e economia verde) della storia e delle politiche di diversi Paesi di America Latina e Africa. Il confronto con la storia italiana ci ha permesso di ri-scoprire la lunga esperienza di occupazione delle terre in Italia e lo sviluppo del movimento cooperativo più forte al Mondo, la drammatica situazione della agricoltura familiare in Centro America, soprattutto in Guatemala, e la marcata evoluzione delle politiche brasiliane in materia.
Un secondo obiettivo dichiarato e riferito al Brasile, era quello di promuovere un non facile incontro tra Istituzioni brasiliane e i movimenti degli assentados, in particolare MDA, STATO, INCRA, EMATER, PRONAF. Sotto questo profilo certamente il Seminario é stato un successo, non tanto per le presenze in sé, ma per la volontà espressa da questi istituzioni e dagli assentados di voler lavorare insieme, cominciando dallo specifico del Progetto Agrifam, che indubbiamente ha il merito di aver creato questo dialogo, al di lá dei risultati concreti raggiunti sino ad oggi.
L'obiettivo principale del seminario a livello locale è stato quello di promuovere un avvicinamento concreto tra assentados e Movimenti rurali e “economia verde”, o quando meno di dimostrare come questo tema non debba essere appannaggio unico delle Istituzioni o delle grandi aziende agroindustriali, ma anche della AF, e di cercare di capire come eventuali vantaggi economici legati all'economia verde ( crediti di carbonio e non solo) siano e debbano essere accessibili anche ai piccoli agricoltori familiari. In definitiva la nostra intenzione era quella di riprendere il tema della economia verde ma sotto un profilo chiaramente sociale, e non semplicemente economicistico, come troppo spesso accade.
E' proprio su questo tema che si sono scatenate le discussioni più vivaci tra rappresentanti degli assentados e istituzioni, soprattutto con la CNA (confederazione nazionale della agricoltura), tradizionalmente legata alla agro-industria, e quindi parte sindacale nei conflitti tra fazenderos e assentados. La presenza fisica della CNA ha permesso di raggiungere un primo livello di intesa: l’AF deve diventare soggetto attivo e dinamico nelle politiche e strategie in difesa dell’Ambiente e come tale ha diritto di beneficiare delle risorse destinate alla sua difesa, alla pari di tutti.
Uno dei temi centrali di Rio+20 sulla monetizzazione della “economia verde”, e quindi della terra, non è stato invece affrontato in maniera esaustiva in quanto limitato dalla certezza condivisa da molti che dando un valore economico alla terra, i primi ad approfittarne saranno i grandi fazenderos e le Istituzioni, e non i piccoli agricoltori familiari, che potrebbero rischiare di essere ulteriormente espropriati della poca terra che possiedono e di vedersi bloccata ogni vera politica di riforma agraria. Nel corso del seminario si è invece voluto privilegiare un approccio che analizzasse le vie pratiche per uscire da una polemica potenzialmente sterile: il dibattito deve andare proseguire poiché la terra è oggettivamente un valore che può anche essere misurato in termini monetari. Ma questo dibattito non può’ essere lasciato in balia dei grandi, dei furbi, di quelli che sanno e che possono, ma va regolamentato da standard internazionalmente riconosciuti e rispettati, e soprattutto devono venire coinvolti gli attori che hanno un ruolo concreto nella definizione delle politiche agricole, economiche e sociali. Quando abbiamo dato il via alla Piattaforma PNBSAE in Cuiaba pensavamo a come portare la Agricoltura familiare dentro al dibattito ed al mercato, e non a come tenerla fuori, il che implicherebbe di lasciare il campo unicamente alle grandi istituzioni e alla agroindustria.
Infine un obiettivo dichiarato nella convocazione stessa del Seminario era quello di dare vita ad una RETE tra America Latina, Europa e Africa, integrabile in futuro da nuove rappresentanze di Paesi assenti a Ibia, con la quale costruire nuove proposte di incontro e proposte progettuali di interscambio e promozionedelle esperienze con migliore successo. Per questa ragione abbiamo sottoscritto la CARTA DI IBIA, una Dichiarazione di intenti in 4 lingue, basata sul principio della difesa dell'Agricoltura familiare nel Mondo.