TRA SORRISI E PAURE: IL NOSTRO IMPEGNO CONTRO LA DISPERSIONE SCOLASTICA NON SI FERMA

 

“Il gruppo di ragazzi è molto unito, c’è solidarietà e si sentono frequentemente sul cellulare, anche se capita che, dopo aver seguito la lezione, i giga non bastino per chattare con i compagni”. A parlare è Manuela Augusto, coordinatrice nel quartiere Barona di Milano del nostro progetto nazionale React – Reti per Educare gli Adolescenti attraverso la Comunità e il Territorio – selezionato da CON I BAMBINI nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Dei 3200 studenti che accogliamo in tutta Italia quasi il 70% non possiede computer o tablet e non ha collegamenti internet a uso domestico. Di questi sono circa 60 quelli che abitano nella periferia di Milano, tra i primi a lasciare i banchi di scuola. Dal 24 febbraio, quando hanno smesso di seguire le lezioni in classe, li supportiamo da remoto ma la mancanza di pc e connessioni è un dato con cui fare i conti che però non ferma il nostro impegno contro la povertà educativa minorile e la dispersione scolastica.

Il programma, che ha come obiettivo quello di contrastare la povertà educativa e favorire inclusione e il benessere dei ragazzi che vivono in contesti difficili, prosegue dunque al 100% grazie soprattutto a gruppi creati su WhatsApp, con cui i nostri educatori propongono sostegno nei compiti, attività di gruppo, ma anche giochi e sostegno individuale. Infatti, a differenza di pc e tablet, il cellulare ce l'hanno quasi tutti. Gli smartphone diventano così i migliori alleati degli educatori che non solo riescono ad aiutare i ragazzi nello svolgimento dei compiti ma attraverso i social propongo piccole sfide quotidiane, invitando i ragazzi a realizzare delle ricette, a cimentarsi nell’interpretazione di una canzone o a partecipare ad un vero e proprio contest fotografico. A distanza si svolge anche il cineforum con la visione condivisa di film, alla quale seguono degli incontri virtuali per spunti e riflessioni.

Ma tra un sorriso e una chiacchiera, dietro gli schermi, emergono anche le paure. A spaventare i giovani è anche, e soprattutto, ciò che succederà dopo il virus. Una preoccupazione che riguarda in modo particolare i ragazzi in terza media, alle prese con la scelta del nuovo percorso didattico. “Il passaggio verso le superiori sarà un salto visto che hanno fatto solo metà anno in classe – continua Manuela Augusto - Con loro abbiamo fatto un percorso di orientamento per la scelta del percorso di studi per traghettarli verso la nuova scuola. Credo – conclude la coordinatrice – che l'accompagnamento sarà necessario per tutti: il rientro avrà bisogno di molta attenzione e sia noi sia gli studenti dovremo riadattarci a una nuova normalità”. Tanti tra i ragazzi anche quelli che vivono in famiglie mono-genitoriali dove il peso della crisi sanitaria è aggravato dalla paura che l’unico genitore presente possa ammalarsi. È proprio per sostenerli in questo momento difficile che abbiamo inoltre potenziato l’attività degli sportelli psicologici per i ragazzi e per le loro famiglie, che offre consulenze attraverso video-chiamate.

In questa crisi, siamo consapevoli che non dobbiamo dimenticarci dei più fragili, quelli che normalmente vengono lasciati indietro dalla società. Per aiutare il nostro Paese a fronteggiare quest’emergenza sanitaria, abbiamo anche lanciato una campagna di raccolta fondi a sostegno di ospedali e personale sanitario in alcune delle regioni più colpite. Sostenendo la campagna #RestiamoUniti sarà possibile dare il proprio contributo concreto sia a supporto degli ospedali, che delle donne e dei bambini in situazioni di difficoltà.

Scopri di più sul nostro progetto nazionale contro la povertà scolastica:

Il programma di  REACT – Reti per Educare gli Adolescenti attraverso la Comunità e il Territorio – selezionato da CON I BAMBINI nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile – è il nostro progetto nazionale per contrastare la povertà educativa e favorire inclusione e benessere dei ragazzi che vivono in contesti difficili. Attivo dal settembre 2018 in 10 quartieri periferici di Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna, caratterizzati da situazioni critiche di disagio socioeconomico. Il progetto coinvolge 3200 ragazzi, 1700 famiglie vulnerabili e 690 insegnanti e si sviluppa attraverso un modello innovativo che mira da un lato a rafforzare gli adolescenti, specie i gruppi più vulnerabili; dall’altro a potenziare i soggetti (formali: insegnanti, operatori sociali e informali: famiglie, volontari, cittadini, operatori territoriali) che rappresentano la comunità educante.