MAKING THE CONNECTION.
Il nostro nuovo rapporto con un inedito approccio alla violenza su donne e bambini/e.


In occasione della Giornata internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne e della Giornata internazionale dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, 3 proposte per politiche di prevenzione e contrasto, basate sullo studio di WeWorld che mette a fuoco a livello globale e italiano le violenze domestiche sulle donne e sui bambini, affrontandole per la prima volta con una visione d’insieme.

Presentato oggi alla Camera dei Deputati Making the Connection, la nostra pubblicazione che offre un’inedita chiave di lettura della violenza contro donne e bambini, superando approcci, strumenti e politiche che trattano i due fenomeni in maniera separata, sottolineando invece il legame e la trasmissione intergenerazionale.

 

Il lancio, a cui hanno partecipato tra gli altri Marco Chiesara, Presidente WeWorld Onlus, e Ilaria Antonini, Capo Dipartimento per le Politiche della famiglia, è stato organizzato in concomitanza con la Giornata Mondiale dei Diritti dei bambini (20 Novembre) e della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne (25 novembre), per sottolineare ancora di più il legame tra la violenza contro le donne e i bambini/e ed evidenziare per la prima volta in Italia i 6 livelli di connessione che li uniscono, di cui la trasmissione intergenerazionale è una delle intersezioni più significative ed evidenti.

Sappiamo che i dati sulla violenza contro le donne sono drammatici: a livello mondiale, ogni anno un miliardo e duecento milioni di donne subiscono violenza e cinquantamila vengono uccise da componenti della propria famiglia, 6 donne su 10. Spesso i maltrattamenti sulle donne si consumano davanti ai figli: si stima che a livello globale circa 3 bambini su 4 (pari a circa il 75%) siano stati vittime nell’anno precedente di almeno una forma di violenza. Si tratta di 1,3 miliardi di bambini, e il 90% di questi maltrattamenti resta sconosciuto. 

In Italia le donne che hanno subito violenza almeno una volta nella vita rappresentano in numero la somma della popolazione di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo messe insieme, di cui la maggior parte consumate tra le mura domestiche e che, in molti casi, sono state vissute in presenza di bambini e bambine. Oltre 6 milioni le donne vittime di violenza domestica in Italia, e in 8 casi su 10 (contro i 6 su 10 a livello globale) queste donne muoiono per mano di un partner, ex partner o famigliare.

Come evidenziano i dati, la violenza sulle donne e la violenza sui bambini/e sono unite da 6 livelli di interconnessione: condividono numerosi fattori di rischio, originano dalle stesse norme sociali e culturali, hanno conseguenze comuni, cumulate e combinate, si verificano in maniera concomitante, si trasmettono di generazione in generazione e spesso si sovrappongono nell’adolescenza.

Per questo richiedono l’adozione di una visione comune che sappia riconoscere i punti di connessione e condivisione tra i due fenomeni, e che tenga conto di questa complessità.

Marco Chiesara, Presidente WeWorld Onlus: “Nel mondo sono 1.2 miliardi le donne e 1.3 miliardi i bambini vittime di violenza: è ormai chiara l’interconnessione tra i due fenomeni e di conseguenza la necessità di affrontare il problema in maniera trasversale, con un approccio integrato che si rivolga ai giovani, le famiglie, la scuola. Per combattere la violenza contro le donne e i bambini bisogna interrompere la trasmissione intergenerazionale della violenza."

Un bambino che è vittima di violenza o maltrattamento diretto da parte dei genitori o assiste alla violenza del padre verso la madre ha una probabilità più elevata da grande di essere un perpetuatore di violenza, e una bambina vittima di violenza da piccola ha una probabilità più elevata di essere vittima di violenza da adulta. Si tratta di un vero e proprio ciclo della violenza all’interno delle famiglie che può essere interrotto solo attraverso opportune politiche di cura e di prevenzione.

La presentazione ha avuto luogo alla Camera dei Deputati alla presenza di Marco Chiesara, Presidente WeWorld Onlus, Ilaria Antonini, Capo Dipartimento per le Politiche della famiglia, Leonardo Bencini, Ministro Plenipotenziario, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Valeria Valente, Presidente Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, della senatrice Valeria Fedeli, di Luigi Mazzuto, delegato per le politiche sociali del Presidente Conferenza Regioni e Province autonome, di Carlo Borgomeo, Presidente Con i Bambini e di Fabio Lo Prato, Managing Director di Naïma.

WeWorld ha elaborato tre proposte per politiche di prevenzione e contrasto ai due fenomeni che li affrontino in maniera congiunta:

  • LAVORARE SUL NUCLEO FAMIGLIARE COME DESTINATARIO DI INTERVENTI DI PREVENZIONE - La forma di violenza più diffusa contro le donne e i bambini e le bambine è la violenza domestica, nella quale più soggetti sono coinvolti (donne, bambini/e, adolescenti, uomini maltrattanti). Nello specifico, serve un approccio integrato, che tenga conto della famiglia nel suo complesso e guardi al nucleo famigliare come destinatario di interventi di prevenzione e contrasto. Soprattutto quando la violenza è ancora sommersa e si manifesta sotto forma di violenza psicologica, economica o maltrattamento, è necessario lavorare sull’intero nucleo famigliare, perché le conseguenze della violenza si riversano anche sui bambini/e (ad es. in termini di benessere fisico e/o psicologico, di trasmissione intergenerazionale) e le cause hanno radici in norme sociali e culturali interiorizzate in famiglia.
  • UN NUOVO FONDO PER LA PREVENZIONE E IL CONTRASTO ALLA VIOLENZA CONTRO DONNE E BAMBINI/E. Un’unica direzione strategica pubblica costituisce la premessa per varare un Programma e una linea di finanziamento ad hoc per prevenire e combattere la violenza contro le donne e sui bambini/e in cui il terzo settore possa posizionarsi con azioni sinergiche e durature. Si potrebbe istituire un “Fondo per la prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne e sui bambini/e” che favorisca una collaborazione tra Enti del Terzo Settore, soggetti pubblici e privati, altri enti erogatori, e territori, in modo da porre le basi per un’alleanza strutturale tra pubblico e privato. Un fondo che non andrebbe a sostituire i finanziamenti già previsti dal Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne.
  • PREVENZIONE IN AMBITO SCOLASTICO PER STUDENTI E INSEGNANTI- L’intreccio tra violenza contro le donne e contro le/i bambine/i è particolarmente evidente quando si considera la trasmissione intergenerazionale della violenza. In questo senso diventa strategico il potenziamento dei servizi dedicati all’infanzia in un’ottica di prevenzione in ambito sia scolastico sia extrascolastico, che siano in grado di coinvolgere gli studenti e le loro famiglie, gli staff delle scuole e gli educatori. Da una parte implementare iniziative che coinvolgano i bambini maschi vittime di violenza, sia assistita che subita, rappresenta un’area di intervento preventiva di medio-lungo termine con un impatto di sicura efficacia sull’interruzione della trasmissione intergenerazionale della violenza in riferimento ai futuri uomini adulti. Dall’altra, programmare interventi volti a educare, informare e sensibilizzare i/le giovani alla parità di genere e al rispetto delle differenze (es. campagne di comunicazione a loro rivolte, programmi curriculari nelle scuole o attività formative nell’extrascuola), innesca quei cambiamenti culturali necessari a rompere gli stereotipi alla base della violenza contro le donne e i/le bambini. Particolare attenzione ai programmi di prevenzione rivolti agli adolescenti, essendo questa fase della vita un momento cruciale per poter incidere in modo importante e duraturo sulla prevenzione della violenza nei ragazzi e nelle ragazze.

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