IN ITALIA UN PIANO NAZIONALE CON TUTTI GLI ATTORI COINVOLTI.

 

Si è concluso all’inizio di gennaio il lavoro della Cabina di regia sulla dispersione scolastica e la povertà educativa istituita dalla Ministra Valeria Fedeli e guidata da Marco Rossi Doria, ex Sottosegretario all’Istruzione ed esperto del tema.
Sebbene la dispersione scolastica, con un tasso del 13,8% (2016), rispetto al 20,8% di dieci anni fa, sia in calo e meno studenti non completino gli studi, rimangono forti gli squilibri territoriali (Sicilia, Campania e Sardegna sopra la media nazionale per tassi di dispersione) e sociali (con gli studenti più a rischio delle studentesse, così come gli  alunni di cittadinanza non italiana e gli under 18 in condizioni economiche e sociali svantaggiate).
La Cabina di regia, partendo dai dati dettagliati del Miur, ha raccolto le esperienze delle scuole, esaminato decine di buone prassi di ogni parte d'Italia e in particolare il lavoro in rete tra le scuole e le altre realtà educative: terzo settore,  volontariato,  enti locali, per giungere alla definizione di indicazioni precise.
Fra gli obiettivi, l’abbattimento dei tassi di abbandono al di sotto del 10% (obiettivo europeo per il 2020) in tutte le Regioni (nel 2016 solo Umbria, Veneto, Prov. di Trento e FV-Giulia vi rientravano) e l’aumento degli investimenti per elevare il livello delle conoscenze e competenze di base e di cittadinanza.
Si tratta di obiettivi ambiziosi che prevedono una articolata serie di azioni:
•    Una governance unitaria garantita dal governo, con Regioni e Comuni
 •    Un piano di azione nazionale
•    Il concentramento degli interventi nelle aree geografiche e nelle fasi più critiche del percorso d’istruzione (es. passaggio fra scuola primaria e secondaria)
•    Risorse proporzionate ai bisogni a causa di scarso apprendimento e elevati  tassi di dispersione
•    Ampliamento dei servizi per la prima infanzia
•    Rafforzamento delle reti territoriali con il Terzo Settore
•    Sinergia tra territori e comunità educanti (tutti gli attori che hanno a cuore il successo educativo)
•    Rafforzamento della base di dati.
Il documento snocciola anche una serie di azioni specifiche, tra le quali la cura nella composizione delle classi (per evitare le cosiddette classi ghetto), il rafforzamento della didattica laboratoriale, un maggior coinvolgimento delle famiglie, l’ammodernamento della edilizia scolastica (per superare il modello della lezione frontale), l’estensione del tempo pieno (praticamente inesistente al Sud, specie in Sicilia), l’apertura delle scuole oltre l’orario scolastico, la formazione dei docenti.
Come ricordato dal rapporto, il superamento della dispersione potrebbe avere un impatto sul PIL nazionale di diversi punti percentuali (si veda l’indagine di WeWorld, Ghost). Siamo quindi di fronte ad una svolta nella politiche educative? Difficile dirlo.
Negli ultimi anni diverse commissioni, gruppi di lavoro e convegni si sono succeduti indicando nella povertà educativa il principale fardello che attarda l’Italia sulla via dello sviluppo (poco prima della Cabina di Regia del MIUR, la Commissione parlamentare sulla dispersione).  Le conclusioni a cui tutti sono giunti convergono su un punto: la necessità di un piano d’azione nazionale, non emergenziale, ma di lungo periodo, con tutti gli attori interessati (pubblici e terzo settore). Sebbene le risorse messe in campo non siano poche: 840M di € dai PON , 120M all’anno dal Fondo povertà educativa e vari miliardi per l’edilizia scolastica, mai un Governo finora si è assunto l’impegno di costruire un piano ampio e di lungo periodo. Vedremo se con il prossimo Governo ci saranno le condizioni per una collaborazione strutturata tra attori pubblici e terzo settore per porre fine alla povertà educativa: ne va del futuro del paese.