I dati OCHA parlano chiaro, il numero di demolizioni perpetrate dalle autorità Israeliane ai danni delle famiglie Palestinesi è in continuo aumento. 622 le strutture demolite, il 42% in più rispetto al 2010, 222 delle quali erano abitazioni di famiglie che da un momento all’altro si sono ritrovate a non avere una casa.
Il numero di persone colpite dalle demolizioni è elevatissimo, 1100 i Palestinesi ai quali è stata distrutta la casa, 4200 quelli che hanno subito danni a strutture collegate al loro sostentamento. La quasi totalità dei casi di demolizione è avvenuta in Area C, all’interno di già vulnerabili comunità di pastori, spesso situate vicino ad insediamenti o zone allocate ad uso militare dall’esercito israeliano.
Nel 70% di questa area l’accesso alla popolazione locale è negato. Questo crea un’insostenibile frammentazione del territorio palestinese ed ingenti danni all’economia. Inoltre la costruzione di ogni tipo di infrastruttura in Area C è subordinata al rilascio di specifici permessi, in mancanza dei quali le autorità israeliane si riservano il diritto di procedere con la demolizione. Nella realtà dei fatti però questi permessi sono quasi impossibili da ottenere per la popolazione Palestinese, mentre notevoli agevolazioni sono concesse alle colonie, considerate illegali in base alle norme del diritto internazionale.