Sono partite nei giorni scorsi le attività di distribuzione dell’acqua nel distretto di Hebron, in Cisgiordania. Il progetto, finanziato da HRF, della durata di 5 mesi, fornirà 8000 m³ di acqua potabile a 142 famiglie delle 10 comunità che vivono nell’area collinare di Massafer Yatta, per un numero complessivo di 968 beneficiari.
Le comunità sono state selezionate sulla base della disponibilità d’acqua pro capite dando la precedenza a quelle con una disponibilità inferiore ai 30 litri al giorno, quando secondo l’OMS la soglia minima per persona non dovrebbe scendere al di sotto dei 50 litri.
Si tratta di beduini ed abitanti di villaggi situati nelle aree marginali che non hanno diretto accesso all’acqua potabile e che quindi usano l’acqua piovana raccolta nelle cisterne, la cui qualità spesso è sotto i livelli di guardia e la cui quantità nella stagione secca è insufficiente a soddisfare i bisogni della popolazione.
La soluzione cui sono costretti a ricorrere è dunque pagare l’acqua ai privati, ma a causa della lontananza dei punti di rifornimento e delle cattive condizioni del manto stradale, che impediscono l’uso di grandi autocisterne, il costo dell’acqua continua a salire. Si è raggiunto un prezzo che oscilla tra i 20 e i 50 NIS al m³, il che significa che per assicurarsi l’acqua per il proprio sostentamento e quello dei pascoli, in certi casi si arriva a spendere fino al 20% del reddito famigliare.In aggiunta alla distribuzione dell’acqua, il progetto prevede l’installazione di una linea di trasmissione e la creazione di nuovi punti di rifornimento oltre che la riabilitazione del manto stradale e delle vecchie cisterne già presenti nell’area di modo che la durata degli spostamenti e i costi di manutenzione delle autocisterne si riducano.

foto di Nicoletta Pagani
Questi interventi mirano a garantire una sostenibilità nel tempo del progetto, che prevede sin dalle fasi iniziali il coinvolgimento delle comunità e dell’autorità locali. Il servizio di distribuzione è infatti svolto in collaborazione con la Palestinian Water Authority per un prezzo di 10 NIS al m³ e saranno coinvolti i beneficiari locali per stabilire il turnover nella distribuzione.
Si tratta del primo progetto di distribuzione non gratuita: un primo piccolo passo per mitigare la forte dipendenza da aiuti umanitari che si è creata in Palestina.