Sei mesi fa, i donatori internazionali hanno promesso 3.5 miliardi di dollari per ricostruire Gaza. In aggiunta al finanziamento, hanno dichiarato anche il proprio impegno per un cambiamento che avrebbe portato palestinesi e israeliani oltre il conflitto, verso una pace giusta e duratura.

Rappresentanti di più di 60 paesi si sono impegnati a lavorare con gli attori politici israeliani e palestinesi contro le cause alle radice del conflitto e per rafforzare le basi di un cessate il fuoco duraturo. Gli stessi rappresentanti parlarono di un cambiamento di paradigma che speravano avrebbe spento le violenze, ricostruito Gaza, messo fine al blocco militare di Israele e ristabilito le relazioni tanto economiche quanto politiche e sociali tra Gaza e la West Bank.

Sei mesi dopo, la comunità internazionale ha fallito nel mantenere le sue promesse e la parola data.

100.000 palestinesi a Gaza sono ancora senza casa e nessuna delle 19.000 abitazioni distrutte è stata ricostruita. Acqua e elettricità sono intermittenti, scuole e ospedali rimangono in rovina, e più di un milione di persone non hanno abbastanza denaro per comprare il cibo di cui hanno bisogno.

I donatori hanno mantenuto la promessa solo per il 26.8% dei soldi necessari per la ricostruzione e non hanno portato a compimento nulla per quanto riguarda il cambiamento politico. Non c’è nessun accordo per un cessate il fuoco permanente, nessun piano per porre fine al blocco, e i palestinesi a Gaza continuano ad essere segregati e divisi dagli altri palestinesi e dal resto del mondo.

Senza una revoca dell’isolamento, noi stiamo ricostruendo povertà, conflitto e disperazione. La gente di Gaza deve avere diritto alla libertà di movimento, alla libertà di commercio, alla libertà dalla dipendenza da aiuti umanitari e alla libertà dalla paura della morte e della distruzione.

Dobbiamo cambiare il corso delle cose prima che sia troppo tardi. Ci stiamo rivolgendo a coloro che hanno promesso di mettere il loro denaro di mostrare ai palestinesi di Gaza un progresso reale, attraverso una ricostruzione significativa e la fine del blocco militare.

Questo appello è firmato da diverse organizzazioni internazionali, fra cui GVC, che aderiscono alla campagna lanciata su Thunderclap "Open Gaza and Rebuild", per richiamare l'attenzione della comunità internazionale sulle promesse non mantenute. Gaza è ancora sotto assedio.