Quattro bambini non udenti sono stati accolti dagli insegnanti e dagli altri studenti del corso di danza della nostra Oficina de arte in Mozambico. E’ un’esperienza che sta cambiando le loro vite.

 

POSSONO PERCEPIRE SOLO LE VIBRAZIONI.         Eppure, hanno imparato a danzare. Il più piccolo ha 13 anni, il più grande 15. Guinildo, Joaquina, Ausse e Tito sono nati con un disturbo dell’udito. Si esprimono attraverso la lingua dei segni. Da alcuni mesi, hanno imparato a prendere in autonomia i mezzi pubblici e a comunicare con le persone che non conoscono per vivere un’avventura che sta cambiando le loro vite. Sono i nuovi studenti dell’Oficina de arte di GVCun luogo dove esprimersi e scoprire il mondo attraverso la poesia, l’arte, la musica per rivendicare il proprio diritto all’infanzia.

Mozambico, Pemba, Aspettando il bus per andare all’Oficina de arte di Muxara di GVC

L'OFICINA DE ARTE       Invisibili, in Mozambico i bambini che hanno una disabilità vengono spesso isolati e derisi. Di frequente abbandonano la scuola perché bullizzati o travolti dalle difficoltà nell’apprendimento dovute all’assenza di strumenti nelle scuole. Nell’Oficina della scuola di Muxara, invece, i piccoli sono stati accolti da tutti con grande attenzione e affetto e si sono integrati con il resto della classe. E questo li ha incoraggiati. “I nostri quattro ragazzi sono subito scesi in pista perché amano tanto ballare. L’insegnante dell’Oficina ha studiato una forma di arte teatro che consente loro di esprimersi con il corpo”  racconta Stefania della Fondazione Sementes de Esperança che da poco ha iniziato a collaborare con GVC per offrire la possibilità di vivere nuove esperienze di integrazione a chi ha una disabilità e di imparare insieme agli altri bimbi nella nostra Oficina. Qui, i bambini possono incontrarsi durante i week end e avere la possibilità di essere guidati da insegnanti che sono artisti mozambicani. Arte, musica, danza, teatro, poesia: ciascun bambino può scegliere un corso diverso. Non è solo un modo per insegnare loro a comprendere quanto sia importante scoprire e credere nelle proprie capacità ma anche per aiutarli a superare la difficile fase di accettazione della loro disabilità tra i coetanei e nella società in cui vivono. Prima, Guinildo, Tito, Ausse e Joaquina venivano derisi perché provavano vanamente a usare la voce. Ora, hanno imparato la lingua dei segni.

Joacquina, una delle ragazze che partecipano al progetto dell'Oficina de Arte di GVC

IMMAGINARE IL FUTURO        “Guinildo frequenta la quarta elementare. E’ molto intelligente e sveglio, attento ai suoi compagni ed è abituato ad aiutare in casa la mamma - racconta Stefania -. Lo scorso anno ha partecipato alle olimpiadi scolastiche, spostandosi in altre province e dormendo fuori casa per due settimane. Questo ha rafforzato la sua autostima”. Joaquina, invece, frequenta la quinta elementare. Per lei è ancora molto difficile convivere con la sua disabilità. “E’ entrata nel periodo adolescenziale, con tutto ciò che può significare. E’ dura e scontrosa ma quando sorride si illumina ed è brava a scuola. Da quando è arrivata la nuova formatrice che le ha insegnato a usare la lingua dei segni, una bella ragazza che è anche molto talentuosa, sta cambiando: per lei è importante avere un punto di riferimento così perché la incoraggia a immaginare il suo futuro”. Al contrario, Tito purtroppo non ama studiare come Ausse ed è stato bocciato molte volte. “E’ simpaticissimo, molto comico. Ha una sola passione: stare in giro e fare guai- spiega Stefania-. Esce di casa con l’uniforme e dice che andrà a scuola e invece finisce sempre per andare in giro. Ha però una simpatia innata. Dovrebbe fare teatro!”.

Guinildo frequenta la quarta elementare e contemporaeamente prende parte ai laboratori dell'Oficina. 

ESCLUSIONE E DISABILITA'        “Le scuole nella zona sono molto affollate, con 70 o 80 alunni per classe. E non c’è niente altro se non una lavagna” ricorda Stefania. Un problema ancora più grave per chi ha necessità specifiche per l’apprendimento come Ausse, Joaquina, Tito e Guinildo. L’assenza di strumenti  didattici ed expertise nella scuola aumenta il divario tra chi ha una disabilità e il mondo esterno. “E’ ancora una condizione vissuta come una vergogna. I bimbi disabili vivono in un contesto di emarginazione, isolamento, trascorrono gran parte delle loro giornate in casa senza alcuni tipo di stimolazione e accudimento- dice Stefania-. Il personale locale della Fondazione lavora in collaborazione con i servizi sociali per l’inclusione dei bambini disabili, la promozione dell’educazione, la sensibilizzazione familiare e la stimolazione delle abilità. Si lavora inoltre all’interno del contesto scolastico del quartiere di Mahate, proponendo attività ludiche, didattiche e formative volte all’integrazione”.

VIVERE ESPERIENZE IMPORTANTI         La collaborazione dell’Oficina de arte con una realtà ricca di esperienza nel settore come quella della Fondazione Sementes de Esperança è nata da un incontro tra lo staff locale delle due realtà che oggi lavorano in rete per consentire ai bambini mozambicani che hanno bisogni speciali di vivere la grande esperienza dell’incontro con gli insegnanti e gli spazi ludico-didattici dell’Oficina. “Speriamo che i bimbi sordi e disabili in Mozambico possano avere sempre di più la possibilità di vivere esperienze già molto importanti come quella che offriamo nella nostra Oficina de arte” conclude Dina Taddia, presidente di GVC. Intanto, gli insegnanti dell’Oficina de arte stanno frequentando corsi di formazione che consentirà loro di acquisire competenze in materia di pedagogia, scrittura di progetti e di report sull’inclusione dei disabili. “Tutti gli insegnanti sono molto entusiasti di avere sperimentato questo momento di inclusione e ritengono che sia importante sia per chi ha una disabilità che per i bambini che già da tempo frequentano la nostra Oficina- spiega Mauricio Bisol, cooperante di GVC a Pemba-. A ottobre, si terrà il primo workshop organizzato insieme alla Fondazione Sementes.

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