LE MIGRAZIONI STAGIONALI IN INDIA E IL LORO IMPATTO SULLA VITA DI BAMBINI E BAMBINE. UNO STUDIO ESPLORATIVO DI WEWORLD ONLUS.

 

Nonostante l’economia indiana stia crescendo al tasso del 7% annuo, questa crescita non è inclusiva. L’India si colloca al 121° posto in classifica su 170 paesi nel WeWorld Index 2017, l’indice di WeWorld Onlus volto a misurare l’inclusione di donne e bambini.

L’India deve tuttora affrontare molti problemi come la povertà, la corruzione, la violenza e la discriminazione verso le donne e le ragazze, la mortalità infantile, lo sfruttamento del lavoro minorile, l’insufficiente possibilità di accesso a una scuola primaria e secondaria di buona qualità, le limitate possibilità di impiego al di fuori dell’agricoltura, solo per citarne alcuni.

Tra questi problemi, vi è da segnalare la crescita delle migrazioni stagionali. Sebbene la migrazione stagionale sia nelle zone rurali una pratica diffusa che individui e famiglie adottano per provvedere al proprio sostentamento, negli ultimi decenni si è registrato un aumento del fenomeno.

La siccità, la povertà e la scarsità di terra da coltivare costringono intere famiglie a spostarsi da un’area geografica all’altra del paese alla ricerca di lavoro. Questo ha notevoli conseguenze sulla vita dei bambini e delle bambine, sia di quelli che emigrano con i proprio genitori sia di quelli lasciati alle cure dei parenti nei villaggi d’origine.

WeWorld Onlus ha voluto indagare meglio il fenomeno, per comprendere l’impatto della migrazione stagionale sui bambini ed elaborare alcune raccomandazioni volte a tutelare i loro diritti, anche in un contesto migratorio.

In collaborazione con il partner locale RLHP (Rural Literacy and Health Programme) e il Migration Information & Resource Centre di Bubaneshwar sub office di Aid et Action India, nel 2016 WeWorld Onlus ha condotto una ricerca in 6 villaggi, situati nel Distretto di Chamarajanagar, nello Stato del Karnataka, India sud-occidentale. Si tratta di una zona del paese molto arida, dove le piogge sono scarse e la siccità rende difficile coltivare la terra. Chi lavora nelle piantagioni proviene da famiglie povere e appartiene alle caste più svantaggiate. La scarsità di lavoro e cibo spinge le famiglie a spostarsi per alcuni periodi in altre zone del paese, ad esempio nel Kerala.

Attraverso un questionario e alcuni focus groups WeWorld Onlus è entrata in contatto con 710 famiglie migranti, 2.746 persone di cui il 40% sono bambini, bambine e adolescenti (0-18 anni).

Le persone intervistate sono per lo più piccoli agricoltori oppure lavorano alle dipendenze di altri, la metà ha frequentato la scuola, ma ben il 33% è analfabeta. Molti si sono dovuti indebitare per continuare a lavorare la propria terra, quindi migrare diventa un modo per trovare lavoro e ripagare il debito.

Tra i figli dei migranti, alcuni si spostano con i genitori (il 22%), altri rimangono nei villaggi d’origine con i nonni o altri parenti. In entrambi i casi, la migrazione incide sulla vita dei bambini e degli adolescenti.

Le famiglie migranti solitamente si stabiliscono nelle proprietà delle piantagioni in cui lavorano, dove mancano alcuni servizi essenziali per i bambini. Qui è difficile che i bambini vengano vaccinati, l’ambiente non è salubre (si pensi ai pesticidi), non vi sono asili nido, le abitazioni sono piccole, spesso senza cucina o con una cucina non separata dal resto dell’abitazione, la fornitura di acqua non è sufficiente, e non ci sono fognature. In generale le condizioni delle famiglie migranti peggiorano nei luoghi di destinazione rispetto a quelli d’origine.

I bambini migranti smettono di andare a scuola e quelli più grandi talvolta aiutano i genitori nel lavoro. Infatti i lavoratori delle piantagioni vengono solitamente pagati a cottimo, di conseguenza tutta la famiglia, compresi i figli, viene coinvolta nel lavoro.

A loro volta i bambini rimasti nei villaggi d’origine tendono a non frequentare regolarmente la scuola o addirittura ad abbandonarla, in mancanza del controllo genitoriale. La loro sopravvivenza dipende totalmente dal denaro inviato dai genitori. La loro vulnerabilità aumenta, specie se si considera che sono per lo più bambini tra i 6 e i 14 anni.

Con questo studio WeWorld Onlus ha voluto dunque gettar luce su un fenomeno ancora poco monitorato, quello delle migrazioni stagionali in India e del loro impatto sulla vita di bambini e adolescenti. La siccità, la mancanza di lavoro e la povertà spingeranno sempre più persone a muoversi, alla ricerca di luoghi migliori in cui vivere. Ma poiché i più vulnerabili sono donne e bambini, diventa ancora più importante pensare e adottare politiche migratorie adeguate e lungimiranti, che possano garantire l’inclusione di tutti i bambini e le bambine, anche quelli migranti.