Nell'intervista pubblicata lo scorso 24 maggio sul Resto del Carlino di Reggio, Giuseppe Russo, ingegnere reggiano coordinatore GVC dei progetti in Medio Oriente dal 2007, racconta la propria esperienza in Palestina.
GVC è attivo in Palestina dagli anni '90 e si occupa principalmente di acqua, igiene e sicurezza alimentare con diversi progetti, finanziati da Regione Emilia-Romagna, Ministero degli Esteri, Unione Europea e Nazioni Unite, nel sud della Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.
Portare l'acqua ai terreni agricoli che ne sono sprovvisti, realizzare o migliorare sistemi idrici e sostenere lo sviluppo agricolo garantendo la sicurezza alimentare sono gli obbiettivi degli interventi in corso in Palestina. Per raggiungerli GVC si avvale della collaborazione di ingegneri, tecnici, agronomi, non solo italiani, ma anche palestinesi.
Giuseppe Russo racconta di come non sia semplice vivere quotidianamente tra Gerusalemme, Gaza e la Cisgiordania, una delle zone più calde del mondo, e ritorna sulla tragica morte di Vittorio Arrigoni, l'attivista-giornalista ucciso da estremisti palestinesi a Gaza lo scorso 15 aprile, un evento che ha scosso i cooperanti presenti in Palestina.
Dopo anni di esperienza sul campo, in cui ha dovuto anche gestire le relazioni con le istituzioni locali, l'Autorità Nazionale Palestinese, Israele e gli organismi internazionali, il coordinatore di GVC in Medio Oriente è scettico sulla possibilità di una soluzione basata sulla costituzione di due stati: “La realtà conflittuale tra Israele e Palestina è un elemento annoso e sempre molto complesso. Ci sono due entità, una occupata e l'altra occupante. L'occupante ha una forza militare e diplomatica nettamente maggiore. Il Governo israeliano attuale non è intenzionato a dialogare, non penso che sia fattibile la costituzione di due stati separati, a causa delle colonie. Bisognerà pensare ad uno stato unico bi-nazionale”.