Rossana Giacconi è responsabile di un progetto tutto al femminile avviato da pochi mesi in Tunisia e Marocco. La sua testimonianza sulla situazione attuale delle donne all'interno dell’area del Maghreb.

Il progetto Sostegno all’emancipazione socio-economica delle donne rurali in Tunisia e in Marocco che GVC sta realizzando con il co-finanziamento dell’Unione Europea, ha fra le sue finalità principali l’integrazione dei principi e delle pratiche del mainstreaming di genere con una visione integrata della concezione, della realizzazione e delle ricadute delle politiche attive, dei programmi e della legislazione nei confronti del miglioramento della condizione delle donne nei due Paesi del Maghreb.

In Tunisia, il Ministero per le Donne, la Famiglia, l’Infanzia e gli Anziani, in collaborazione con l’Ufficio nazionale della famiglia e della popolazione e in partenariato con associazioni governative e non-governative, ha sviluppato ed avviato il Quarto Piano strategico sulla problematica “genere” ed una strategia per combattere la violenza contro le donne.

La realizzazione della strategia e’ tuttavia lenta e poco efficace, sia per la mancanza di risorse umane e finanziarie sia per lo scarso coordinamento fra le diverse istituzioni.

I dati sono scarsi, poco aggiornati e non disaggregati per le differenti regioni del paese. Tuttavia, una ricerca nazionale sulla violenza contro le donne ha rilevato che oltre il 47% delle donne fra i 18 e i 64 anni ha subito almeno una forma di violenza nel corso della sua vita e nelle regioni interne del Paese la percentuale e’ sensibilmente più’ elevata.

Di fatto in Tunisia, ma si potrebbe dire lo stesso per molti altri Paesi anche europei, Italia compresa, esiste una accettazione quasi generalizzata della violenza contro le donne, una violenza che non e’ solo fisica, ma anche sociale ed economica e che si esprime attraverso:
la forte penalizzazione ad accedere al mercato del lavoro e le retribuzioni, fino a quattro volte inferiori a quelle degli uomini;
la difficoltà ad accedere all'istruzione e ai servizi in generale;
la mancanza di rappresentanza e di reali possibilità di partecipazione alla vita pubblica.

Nel progetto che stiamo realizzando, come in tutti gli altri che GVC ha proposto e sviluppato ponendo al centro le tematiche di genere, le donne sono non solo destinatarie ma protagoniste delle azioni. Le associazioni, i raggruppamenti informali e le cooperative femminili hanno un ruolo fondamentale di sensibilizzazione e di dinamizzazione dei territori, non solo dal punto di vista economica ma anche sociale.

Crediamo che la possibilità di imparare a leggere e a scrivere, l’acquisizione di competenze utili per il lavoro e per la vita sociale, la comprensione dei loro diritti in quanto donne e in quanto lavoratrici, (alcuni fra i principali risultati previsti dal progetto) potranno portare - sia a livello individuale che collettivo e anche in regioni particolarmente difficili dal punto di vista dell’emancipazione femminile, come quelle nelle quali stiamo operando - non solo a un miglioramento delle condizioni economiche e lavorative, ma permetteranno alle donne di giocare un ruolo importante nel cambiamento delle attitudini, dei comportamenti e delle relazioni, di rompere il silenzio sui problemi che provocano e favoriscono la violenza nei confronti delle donne.