ESPLOSIONE DI BEIRUT: UN MESE DOPO

 

All'indomani dell’esplosione, l'aggravarsi delle disuguaglianze ha messo a rischio la sicurezza e la dignità della popolazione colpita. Prima dell'esplosione, il Libano stava già vivendo una profonda crisi economica con ondate di proteste che chiedevano cambiamenti sociali e la fine della corruzione. La pandemia globale ha ulteriormente aggravato la situazione economica e ha spinto il governo a dichiarare un lockdown.

Le esigenze rimangono enormi un mese dopo l'esplosione. "La situazione economica del Paese era davvero complessa e ha reso la popolazione incapace di provvedere ai bisogni primari delle proprie famiglie, figuriamoci di riparare porte e finestre danneggiate", spiega Ali Monzer, specialista multisettoriale di WeWorld in Libano.

Il peggioramento della situazione ci ha portato ad ampliare i nostri servizi per rivolgerci alle persone colpite dall'esplosione del 4 agosto, senza far mai mancare il nostro regolare sostegno ai rifugiati siriani, alle comunità ospitanti e alle istituzioni libanesi. Il nostro personale ha valutato le esigenze di 206 famiglie vulnerabili in tutta l'area colpita e la loro idoneità a ricevere assistenza in denaro; lo strumento più efficace per garantire che i bisogni siano coperti in modo rapido ed efficiente e per garantire la dignità della popolazione consentendo loro di fare delle scelte per se stessi. Nei nuclei familiari esaminati, vi erano 163 anziani e 36 famiglie con persone con esigenze specifiche. "La composizione del nucleo familiare può essere un fattore che incide sull’incapacità delle famiglie di affrontare l'esplosione, costringendole a indebitarsi per far fronte alle necessità più urgenti", continua Monzer. "Stiamo lavorando per sostenere queste famiglie vulnerabili per far sì che siano in grado di decidere a quali bisogni dare priorità". 

Assicuriamo che l'accesso all'acqua sia garantito in modo continuo.  

"L'accesso all'acqua è sempre stato difficile in Libano. Il mese scorso le esplosioni hanno causato gravi danni ai serbatoi d'acqua che di solito si trovano sui tetti degli edifici", spiega Francesca Anastasia, coordinatrice delle emergenze di WeWorld Libano. Per questo l'organizzazione ha messo la sua esperienza nel rafforzamento della fornitura e della gestione dell'acqua a beneficio della risposta alla catastrofe. "Da allora, abbiamo condotto valutazioni dei danni alla rete idrica in 310 edifici nei quartieri di Rmeil e Achrafieh e abbiamo installato 11 serbatoi d'acqua in 10 abitazioni in 9 edifici, per garantire che le persone avessero ancora accesso all'acqua dopo l'incidente", continua Anastasia.

L'accesso all'acqua è di estrema importanza in quanto il paese sta affrontando un aumento dei casi e decessi per COVID-19. Per questo rinnoviamo l’impegno a rispondere ai molteplici shock che stanno causando un aumento senza precedenti del tasso di povertà e a sostenere le comunità libanesi e siriane più vulnerabili.

Lavoriamo in Libano dal 2006, concentrando gran parte del nostro intervento per sostenere e proteggere i più vulnerabili, garantire i diritti di ragazzi e ragazze e assicurare l'accesso ai diritti di base all'istruzione, all'alloggio, all'acqua e all'igiene. Il nostro pensiero va a tutti coloro che sono stati colpiti dalle esplosioni e alle loro famiglie. I nostri colleghi sul campo sono al sicuro e continueranno a sostenere chi ne ha bisogno.