Dar vita a dieci nuove start up femminili e a cinque cooperative di comunità che gestiscano i servizi nella Valle del Giordano, proprio laddove la popolazione subisce gli effetti di politiche discriminatorie che impongono un ridotto accesso alla terra, alle fonti idriche, ai servizi sanitari ed energetici. E’ uno degli obiettivi ambiziosi del progetto TU.R.B.O, elaborato da GVC in partenariato con il Governatorato di Tubas, Business Women Forum, Legacoop Emilia Romagna, Melpignano, LattEmilia soc. coop. e la Provincia autonoma di Bolzano, per creare innovazione sociale e opportunità economiche.
 

 

COOPERATIVE DI COMUNITA’ IN AREA C       Saranno le cooperative di comunità che nel governatorato di Tubas gestiranno  alcuni dei servizi più importanti per la popolazione quali la fornitura di energia elettrica, la distribuzione di acqua, foraggio animale, piantine e semi per la coltivazione. Affidare alla collettività la gestione delle risorse, nel cuore della West Bank, non significa solo combattere il tasso di disoccupazione e affrontare i problemi sociali ma anche rafforzare la comunità, perché sia in grado di proteggersi dalle violazioni dei diritti umani, rendendosi capace di contrastare gli effetti dell’isolamento e dell’occupazione. La stessa FAO ha evidenziato l’importanza di fornire direttamente alle comunità nell’Area C gli strumenti per rafforzare la loro resilienza e il loro sviluppo socio-economico.  Grazie alla bonifica dei terreni ed ad un migliorato accesso all’acqua e all’energia solare,  le comunità saranno uteriormente protette dagli effetti negativi dell’occupazione. Molto importante sarà anche la produzione di foraggi che abbatterà i costi di produzione del latte.

 

 

UN ESPERIMENTO DI INNOVAZIONE SOCIALE      Il progetto “TU.R.B.O Tubas Rural Business Opportunities and social innovation” consentirà di sperimentare, per la prima volta, un nuovo modello imprenditoriale come quello delle cooperative di comunità. Non ancora riconosciute in Italia, le cooperative di comunità di fatto esistono in tutto il mondo e garantiscono l’attivazione di modelli organizzativi e gestionali volti a coinvolgere i soci e i membri della comunità nella gestione di servizidi pubblica utilitá. Ciascuno assume un ruolo non di semplice consumatore ma al contempo anche di produttore del servizio. Un percorso di innovazione sociale, un processo sinergico tra individui, comunità, imprese, ONG e istituzioni, per combattere dall’interno fenomeni di molecolarizzazione e depauperamento sociale.

 

 

NUOVE START UP     TURBO intende accompagnare la nascita di dieci nuove start up femminili che, dopo un processo di formazione, assistenza e selezione, riceveranno un finanziamento per avviare l’attività. Il percorso  coinvolgerà 50 aspiranti imprenditrici in 19 villaggi che avranno la possibilità di seguire 60 giorni di formazione tecnica personalizzata e 40 di coaching, nonché di essere seguite nella redazione dei loro piani di marketing.

 

 

PERCHE’ TURBO   “Turbo contribuisce, da una parte, alla realizzazione delle infrastrutture e dei servizi e dall’altra introduce elementi di innovazione nella governance in termini di ownership e incentivi- chiarisce Gianluca Nocera, development coordinator e project manager di TU.R.B.O-. Noi crediamo che attraverso stimoli ed incentivi opportunamente tarati, insieme all’offerta di modelli già testati e sperimentati, si possano generare quei meccanismi necessari per garantire la sostenibilità e quindi la resilienza dei servizi”. E aggiunge: “TURBO intende portare esperienze e modelli all’attenzione di tutti gli attori per far comprendere che solo il dialogo, la collaborazione e l’impegno reciproco possono generare risultati. Noi vogliamo partire con il chiedere: ”Dove volete andare? Come vogliamo arrivarci insieme?” e da li costruire insieme un percorso condiviso che è fatto sì di formazione, responsabilità, procedure e meccanismi ma soprattutto di una meta visibile e condivisa”.

Bologna, 30 ottobre 2017

 

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